Valentino
Valentino è una casa di moda italiana, fondata nel 1960 dallo stilista Valentino Clemente Ludovico Garavani (1932).
Indice
- Le origini: Valentino Garavani
- La prima sfilata
- Valentino e le star di Hollywood
- La vendita dell’azienda
- I 40 anni di carriera
- L’ingresso nel Gruppo Marzotto
- Le nuove linee
- L’addio alle passerelle
- Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli
- Dalla chiusura di RedValentino al ritorno a Parigi
Le origini: Valentino Garavani
Fin da piccolo, Valentino Garavani manifesta di possedere un’idea dello stile e dell’eleganza. È una misura che emerge nitida nel primo abito che ha creato per sua zia Rosa, proprietaria di un negozio di passamanerie a Voghera, in via Torino, dove amava trascorrere i pomeriggi giocando con le pezze.
Già da allora prediligeva il rosso: un colore che, più tardi, diventerà il suo portafortuna e il mattatore della sua tavolozza. Lo comprese quando, durante il periodo di apprendistato da Jean Dessès a Parigi, andò all’Opera di Barcellona e rimase folgorato dai costumi di scena, tutti rossi:
Capii in quel momento che, dopo il bianco e il nero, non esiste colore più bello.
A 17 anni lascia Voghera per imparare la moda a Parigi. La velocità nello schizzare figurini gli vale subito l’assunzione da Dessès, dove lavora fino al 1955. Poi passa da Guy Laroche, dove l’apprendistato dura fino al 1957. Torna in Italia per aprire, nel 1960, con l’aiuto del padre, un atelier a Roma, in via Condotti. Il suo debutto avviene proprio a Roma, in sordina: è un fiasco, neppure un abito venduto.
La prima sfilata
In quegli anni conosce Giancarlo Giammetti, lo studente di architettura che sarà il suo manager, il suo amministratore e il suo uomo di comunicazione. Nel 1962, a Firenze, sfila per ultimo nella Sala Bianca di Palazzo Pitti. La sala lo travolge con un boato di applausi.
Mia madre disse: “Li senti? Vogliono te, perché ce l’hai fatta, hai vinto”. Dopo nemmeno un’ora, avevano comprato l’intera collezione ed ero sommerso di ordinazioni.
Da allora i suoi successi si susseguono puntuali, stagione dopo stagione. «Gli americani impazziscono per questo italiano diventato re della moda in poco tempo», scrive nel 1968 Woman Wear Daily, dopo un’abbagliante sfilata tutta bianca, punteggiata di mantelli e abiti appena drappeggiati.
La creatività è difficile da spiegare, è come una forza interna, un entusiasmo che non si spegne mai e che mi trasmette la forza di lavorare sempre in modo nuovo. Guardando le cose, le persone per strada la fantasia cammina e l’idea prende corpo attraverso la matita.
Valentino e le star di Hollywood
Il suo estro vulcanico, al servizio della donna e dell’eleganza raffinata, lascia un segno indelebile nel jet set: Farah Diba fugge dal suo impero indossando un Valentino; Liz Taylor incontra Richard Burton indossando un Valentino; Jackie Kennedy sposa Onassis in un suo abito di pizzo avorio, poi copiato per anni. È infinita la lista delle celebrità che Valentino veste: da Sofia Loren a Nancy Reagan, da Brooke Shields a Sharon Stone. Poche hanno resistito al fascino dei suoi abiti, sintesi di lusso e grazia, modulati con modernità.
Ha saputo reinventare i fiocchi, trasformandoli nel simbolo della femminilità: uno dei suoi primi abiti, impreziosito da questo dettaglio, strappò un leggendario applauso di dieci minuti. Padrone assoluto del mestiere, della tecnica, ha trasformato questa virtù artigianale in una bussola per mantenere sempre la rotta della continuità.
Nel 1970 lancia la sua prima collezione prêt-à-porter PE 1971, attraverso un accordo di produzione con il Gruppo Finanziario Tessile. Nel 1975, porta le sue collezioni invernali sulla passerella di Parigi. Il suo successo non ha mai avuto flessioni, è immune da tonfi e resurrezioni. Accanto al successo professionale, a dare soddisfazione allo stilista è la creazione, nel 1990, della Fondazione Life, destinata a raccogliere fondi per aiutare i bambini colpiti dall’Aids.
Sempre nel 1990 lo stilista festeggia a Roma e a Milano i suoi 30 anni di attività, con una mostra all’Accademia Valentino, uno spazio pensato e attrezzato per mostre ed eventi culturali.
La vendita dell’azienda
Nel gennaio del 1998, la «Rolls Royce degli stilisti», come lo definiscono gli americani, ha, fra le lacrime e rimanendone al vertice creativo, venduto la griffe per 500 miliardi (il fatturato annuo della maison è di 1200 miliardi) alla HDP, la holding gestita da Maurizio Romiti. Così ha commentato lo stilista:
Ho visto troppi colleghi uscire dalla porta di servizio del loro atelier, per lasciar posto a nuovi creativi che hanno poi snaturato lo stile originale della maison…
Nel 1999, subito dopo l’acquisizione, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli assumono il ruolo di Direttori Creativi della linea accessori.
Valentino è un uomo schivo, ma sa anche polemizzare con stile e ironia. Quando la giornalista americana Suzy Menkes, terrore degli stilisti, decretò nel 1990 la fine delle top model, criticando chi le sceglieva, Valentino le rispose comprando una pagina pubblicitaria sull’Herald Tribune: «Suzy, hai sbagliato tutto. Love da Valentino e dalle top model» era lo slogan, ai piedi di una foto che lo ritraeva con Claudia Schiffer, Nadja Auermann ed Elle McPherson.
I 40 anni di carriera
Nel 2001 Valentino, amatissimo dalle star hollywoodiane, sceglie di celebrare i suoi 40 anni di lavoro a Los Angeles. La festa, a scopo benefico (raccoglie fondi per Child Priority) è organizzata insieme a Steven Spielberg e Kate Capshaw, Tom Hanks e Rita Wilson. Durante la serata viene presentato Il libro rosso di Valentino, curato da Franca Sozzani, che contiene le immagini di 40 donne (tra le quali Ashley Judd, Ines Sastre, Isabella Rossellini, Kate Moss e Milla Jovovich) vestite “rosso Valentino” e ritratte dai fotografi più importanti del momento.
Nello stesso anno, a marzo, Julia Roberts riceve il suo Oscar indossando un abito vintage di Valentino e splendendo di seta nera su tutti i mass media del mondo, contribuendo a lanciare quella che sarà una delle tendenze più significative della moda degli ultimi anni: il vintage.
Nel febbraio 2002 l’azienda rappresenta l’Italia, la storica e rara capacità del suo paese di sublimare creatività e artigianato con gusto e superiore eleganza, durante la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi Invernali di Salt Lake City, trasmessa in mondovisione.
L’ingresso nel Gruppo Marzotto
Nel marzo del 2002, dopo trattative e voci di corridoio, la HDP cede la griffe romana al Gruppo Marzotto, per 240 milioni di euro, comprensivi dei debiti finanziari accumulati negli ultimi anni, che al 31 dicembre 2001 ammontavano a 204,4 milioni di euro. Valentino Intimate e Valentino Sand costituiscono i primi frutti del nuovo corso: con un accordo di licenza triennale, la comasca Albisetti rileva i diritti di produzione e distribuzione a livello mondiale delle collezioni intimo e mare uomo-donna. Le nuove linee esordiscono a Lingerie Americas, la prima manifestazione di settore organizzata negli Stati Uniti, che dal 4 al 6 agosto 2002 ospita 22 marchi italiani di intimo al Pavillion & Altman Building di New York.
Le nuove linee
Nel primo bimestre del 2003 Marzotto fa registrare un aumento dell’1,8% sul fatturato, da attribuire in gran parte al consolidamento di Valentino. A maggio il marchio, con una serie dei suoi abiti cult, partecipa alla mostra My favorite dress al Fashion & Textile Museum, museo londinese della moda voluto dalla stilista Zandra Rhodes nel quartiere di Bermondsey, a sud del Tamigi. Nello stesso anno lancia gli orologi Valentino Timeless e la linea giovane REDValentino (dove RED sta per Roman Eccentric Dressing), che reinterpreta i suoi inconfondibili modelli atemporali, come quelli dei jeans, ma anche alcuni dei suoi pezzi più classici, come i corti cappotti Jackie o il V Logo del 1968, ormai parte della storia della moda.
Il successo della linea di orologi spinge il marchio a proporre, nel 2004, anche una linea di gioielleria. Il 2005 si apre con il debutto della fragranza V Valentino, creata in collaborazione con Procter & Gamble. Nel corso dell’anno la diversificazione dell’offerta si espande a 360°: appaiono così, ad esempio, l’accordo di licenza con la spagnola Pronovias, per la produzione e commercializzazione di una linea di abiti da sposa, e l’alleanza con Arnolfo di Cambio per la creazione di una linea per la casa dedicata all’arte della tavola. Intanto consistenti riorganizzazioni societarie coinvolgono Valentino S.p.A. e le sue controllate, dando origine al Valentino Fashion Group, che vede la luce a fine anno.
L’addio alle passerelle
A inizio 2006 Matteo Marzotto diventa presidente della Valentino S.p.A., mentre la carica di AD va a Stefano Sassi. Dopo l’importante riassetto del gruppo culminato con l’entrata, nel 2007, del fondo di private equity Permira, l’anno è dedicato a grandiosi festeggiamenti per i nove lustri di attività del maestro. All’Ara Pacis viene inaugurata una retrospettiva intitolata Valentino a Roma: 45 anni di stile, in concomitanza con le sfilata d’Alta Moda di luglio. Prevedibilmente, a settembre viene annunciato l’addio alle passerelle dello stilista: a ottobre sfila a Parigi la sua ultima collezione, tra standing ovation e commozione generale.
L’erede designata per le collezioni femminili è Alessandra Facchinetti, reduce da una collaborazione con Gucci e con Moncler Gamme Rouge, mentre quelle maschili vengono affidate a Ferruccio Pozzoni. Valentino intanto si concede un ultimo bagno di folla con la sfilata Haute Couture del gennaio 2008, al Musée Rodin, che coincide con la sua uscita dall’azienda. A fine 2008 viene però annunciata la fine della collaborazione tra Alessandra Facchinetti e la maison.
Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli
Sempre nel 2008 Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, già creatori della linea di accessori della griffe, assumono la Direzione Creativa della linea di abbigliamento: nel 2009, infatti, si conclude anche la collaborazione con Ferruccio Pozzoni.
Il 7 settembre 2011, a New York Anna Wintour consegna a Valentino il premio Couture Council Award per l’Arte nella Moda. Valentino non rinnova la liaison con Safilo e sigla un accordo di licenza internazionale con Marchon, con decorrenza dal 1 gennaio 2012, per la produzione e distribuzione di occhiali da sole e vista. Nel gennaio 2012 la maison Valentino è l’ospite speciale di Pitti Uomo 81 nella Fortezza da Basso di Firenze. Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli presentano la collezione uomo A/I 2012/13, sfilando per la prima volta.
L’acquisizione da Mayhoola
Nel 2011 Valentino celebra i suoi 50 anni e lancia una nuova idea di negozio, inaugurato nel febbraio 2012 a Milano, in via Montenapoleone 20. L’innovativa boutique è stata progettata dall’architetto David Chipperfield insieme a Chiuri e Piccioli.
Nel 2012 il marchio viene acquistato da Mayhoola for Investments S.P.C. per 600 milioni di euro. A fine anno il marchio lancia il Valentino Garavani Virtual Museum, che apre una finestra sul mondo dello stilista.
Il 7 luglio 2016 Maria Grazia Chiuri, dopo 17 anni di collaborazione e 8 di co-Direzione Creativa, ha deciso di lasciare l’azienda, che quindi ha nominato Pierpaolo Piccioli Direttore Creativo anche delle collezioni femminili.
Pierpaolo Piccioli alla guida solista
In Ottobre del 2016 viene presentata la prima collezione prêt-à-porter PE 2017 sotto la direzione unica di Pierpaolo Piccioli. Nello stesso anno la licenza della seconda linea passa alla Staff International di OTB. Viene inoltre firmata una licenza con Luxottica Group per la produzione delle collezioni di occhiali. Il nuovo accordo, della durata di dieci anni, è operativo da gennaio 2017.
Dalla chiusura di REDValentino al ritorno a Parigi
Nel 2020, a causa del COVID-19, Valentino, il cui AD Stefano Sassi viene sostituito da Jacopo Venturini, registra un calo di fatturato del 28 %, bilanciato solamente dalle vendite online, che invece crescono del 62 %.
Quando i vertici del marchio decidono di chiudere il flagship store sulla Fifth Avenue di Manhattan, a causa del calo di vendite dovuto alla pandemia, il proprietario della struttura cita in giudizio Valentino per 207,1 milioni di dollari, l’equivalente di 16 anni di contratto di locazione, a cui si sommano i 12,9 milioni cui ammonta la ristrutturazione di alcune parti del negozio.
Si decide inoltre di chiudere, a partire dal 2024, la linea REDValentino, lanciata nel 2003. Questo il commento che arriva dai vertici:
La visione estetica del nostro direttore creativo, unita allo spirito artigianale delle lavorazioni e all’eccellenza nell’esecuzione, si armonizza perfettamente con nuove tecnologie e obiettivi futuri. Gli input a cui i clienti, o i nostri friends of the house, sono quotidianamente esposti sono tantissimi. In uno scenario del genere, la concentrazione di messaggi su uno e un solo brand potrà sostenere una crescita più organica della maison.
Nel contempo, però, Venturini annuncia la svolta ecologica di Valentino con l’esclusione, dalle collezioni, della pelliccia. La Valentino Polar, che produce vello di animale, ha terminato la sua produzione nel 2021.
La vendita a Kering
A luglio 2023 Kering ha acquisito il 30 % del marchio, pagando 1,7 miliardi di euro. Mayhoola resta ancora azionista di maggioranza, ma le prospettive per il futuro prevedono l’acquisizione totale da parte del colosso francese, entro il 2028, e l’azionariato della società d’investimenti qatariota in quella francese.
Valentino ha registrato un fatturato preliminare di 1,42 miliardi di euro (1,56 miliardi di dollari) lo scorso anno; secondo Reuters, il fatturato totale del marchio di lusso nel 2022 è aumentato del 10% a valuta costante. In base alla sua performance, ciò indica che la strategia di Mayhoola per Valentino sta generando profitti.
L’addio di Pierpaolo Piccioli
L’addio del direttore creativo Pierpaolo Piccioli è stato annunciato venerdì 22 marzo 2024, dopo ben 25 anni di sodalizio tra la casa di moda e lo stilista.
“La Maison Valentino e il suo Direttore Creativo Pierpaolo Piccioli comunicano la loro decisione congiunta di interrompere la loro collaborazione. Dal 2016, Pierpaolo Piccioli, nel ruolo di Direttore Creativo, ha influenzato significativamente il percorso della Maison con la sua visione, dedizione e spirito innovativo, influenzando un capitolo cruciale nella storia dell’azienda”.
Alessandro Michele è il nuovo direttore creativo
Alessandro Michele prenderà il posto di Pierpaolo Piccioli nella direzione creativa della maison. La prima collezione proposta da Michele per Valentino sarà la Spring/Summer 2025 durante la Parigi Fashion Week di settembre 2024.
Il suo ingresso ufficiale si terrà appena dopo Pasqua, martedì 2 aprile 2024, e il designer lavorerà a Roma presso lo studio a Palazzo Mignanelli, a pochi istanti da Piazza di Spagna e a soli 10 minuti a piedi dalla sua abitazione.
“Il mio primo pensiero va a questa storia: alla ricchezza del suo patrimonio culturale e simbolico, al senso di meraviglia che genera costantemente, all’identità preziosissima donata con il loro amore più sfrenato dai padri fondatori, Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti. Questi riferimenti hanno sempre rappresentato per me una fonte essenziale di ispirazione e loderò tale influenza attraverso la mia interpretazione e visione creativa”.
Inoltre, con Valentino Michele avrà finalmente la possibilità di dedicarsi anche alla Haute Couture, di cui vedremo la prima collezione con molta probabilità a gennaio 2025, senza contare che con questo ingresso il designer si riavvicinerà al gruppo Kering, al quale appartiene anche Gucci.
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