
Hermès
Hermès, la storia della maison francese delle borse Kelly e Birkin, fondata nel 1837 da Thierry Hermés
Indice:
- Le origini
- Le innovazioni degli anni ’30-’50
2.1 Il carrè di seta
2.2 La borsa Kelly - L’espansione degli anni Settata
3.1 Birkin, la borsa dedicata all’attrice Jane - I designer
4.1 Hermés di Gaultier e Margiela
4.2 Pierre Alexis Dumas direttore artistico
4.3 Christophe Lemaire - La crescita dell’ultimo decennio
- Il beauty firmato Hermés
- La borsa in pelle Sylvania
Hermès è una storica Maison francese, specializzata in pelletteria, abbigliamento e accessori. Hermès è uno dei marchi più prestigiosi dell’industria del lusso. Di proprietà della quinta generazione della famiglia, è oggi rinomata per i suoi foulard, cravatte e le leggendarie borse diventate status symbol
Le origini

L’azienda, fondata nel 1837 da Thierry Hermès, nasce inizialmente come bottega per bardature e finimenti per cavalli. Da qui il celebre logo della Maison: il “Duc Attelé” caratterizzato dal fantino e dalla carrozza trainata da un cavallo in omaggio alla tradizione equestre. Il figlio di Thierry, Charles-Émile, ha rilevato la gestione dell’azienda nel 1880 e ha spostato il negozio al 24 rue du Faubourg Saint-Honoré. Con l’aiuto dei suoi figli Adolphe ed Émile-Maurice, Charles-Émile introdusse la selleria e iniziò a vendere i suoi prodotti all’élite di Europa, Nord Africa, Russia, Asia e Americhe. Nel 1900, l’azienda ha prodotto la borsa Haut à Courroies, concepita da Hermès per ospitare e trasportare le selle e gli stivali da equitazione. Distolta dal suo impiego equestre con l’avvento dell’automobile, la Haut à courroies si è trasformata poi in una borsa da viaggio, ideale per l’avventuriero.

Dopo quarant’anni la seconda generazione della famiglia trasferirà l’azienda nell’attuale sede di Faubourg Saint Honoré ma sarà il nipote di Thierry, Emile Maurice, che negli anni ’20 del Novecento avvierà la trasformazione verso una realtà più consona all’industria della moda, creando il marchio “Hermés Freres”. La produzione iniziale era basata solo su piccola pelletteria, soprattutto capi in pelle di daino, successivamente verrà introdotta nel 1922 la straordinaria invenzione della chiusura lampo.

Nel 1923, all’insegna della praticità, nasce la prima borsa da auto da donna, la Bolide. Émile Hermès dimostra fedeltà alle sue radici, ma anche passione per il suo tempo: sotto il suo impulso, la maison si apre a nuovi mestieri. Nel 1925 vede la luce il primo indumento maschile, un giubbotto da golf e due anni dopo verrà creato il primo gioiello firmato Hermés, il braccialetto Filet de Selle. Inizierà così la nuova linea di gioielli ispirati al mondo equestre; nel ’29 inaugurerà la prima collezione femminile disegnata da Lola Prusac.

Le innovazioni degli anni ’30-’50
Il carré di seta
Nel 1937, con Jeu des omnibus et dames blanches nasce, il famoso carré di seta, primo modello di una lunga serie. Il suo foulard stampato 90 x 90 cm, battezzato appositamente “carré”. Il foulard era ispirato alle dame e ai mezzi di trasporto contemporanei.

La borsa Kelly
Grace Kelly con la borsa Hermès a lei dedicata
Negli anni ’30, Robert Dumas, genero di Émile Hermès, crea la borsa con cinghie per signora. Egli concepisce una forma a trapezio, due soffietti triangolari, una patta con taglio, un manico, due cinghie, e, grazie alla sua invenzione, proietta la maison nell’era dell’audacia e della modernità. La leggenda vuole che, alla fine degli anni ’50, Grace Kelly, star di Hollywood divenuta principessa di Monaco, sia fotografata con questa borsa che le permette di dissimulare i primi segni della gravidanza. Diventerà istantaneamente un capo iconico il cui eco arriverà fino ai giorni nostri. Le innovazioni degli anni ’50
Nel ’49 viene lanciata un’altra idea rivoluzionaria: l’abito in cotone stampato, che anticipava il concetto di “ready to wear” nella moda, una sorta di abito “ready made” realizzabile, su misura. Nel 1951, con la morte di Emile, la gestione dell’azienda passerà in mano ai generi Robert Dumas e Jean Guerrand. I tempi sono oramai maturi per moltiplicare gli affari dell’azienda che asseconderà il boom dell’economia degli anni Sessanta e il forte interesse dei media; nasceranno così i primi profumi e la fabbricazione di sciarpe in seta; saranno anche gli anni in cui verrà creato il logo del “Duc Attelé” e verrà scelto l’arancione come colore distintivo.
L’espansione degli anni Settanta
Nel 1967 viene lanciata la prima linea di prêt-à-porter donna. Il decennio successivo è caratterizzato dalla conseguente espansione economica e territoriale della griffe che aprirà boutique tra Europa, Stati Uniti e Giappone. Dal 1976, sotto la direzione di Jean Louis Dumas Hermès, figlio di Robert, l’azienda diventa una holding, avviando politiche di acquisizione perlopiù nel settore tessile. Si cerca di “innovare nella continuità della tradizione” forti del valore storico del marchio e della reputazione creatasi in più di un secolo di attività.
Vengono intraprese campagne pubblicitarie con protagoniste giovani modelle che indossano i preziosi foulard; si cerca di svecchiare il marchio per renderlo più desiderabile ad una più ampia fetta di consumatori; i prodotti Hermès vengono distribuiti in sempre più numerosi punti vendita. Ma, Jean Luis Dumas, sarà anche il “padre” della famosa borsa Birkin, altro capo feticcio per le intenditrici di moda, nonché status symbol per eccellenza dell’era contemporanea.
Birkin, la borsa dedicata a Jane

I designer
Nel corso degli anni, per aiutare il rinnovamento di stile, unitamente al rispetto della tradizione storica del marchio, verranno chiamati alla direzione creativa diversi designer; si susseguiranno negli anni nomi come Catherine de Karolyi; Nicole de Vérsian (aiutata da un giovane Lacroix) Eric Bergère, Bernard Sanz, Bally, Myrène de Prémoville, Giudicelli e Audibet.
Hermès di Jean Paul Gaultier e Martin Margiela
Gli anni Novanta vedranno salire al timone creativo il designer belga Martin Margiela che rimarrà in carico delle collezioni fino al 2003 per far posto a Jean Paul Gaultier. La collaborazione tra Hermès e “l’enfant terrible”, rafforzata anche dall’acquisto del 45% dell’omonima Maison dello stilista, durerà fino al 2010, anno della morte di Jean Luis Dumas.

Pierre Alexis Dumas
Nel 2005 Pierre Alexis Dumas, figlio di Jean-Louis Dumas, viene nominato direttore artistico e nel 2010 viene lanciata la prima linea di alta gioielleria. Lo stesso anno viene lanciata la prima linea di tessuti d’arredo e carte da parati presentata per la prima volta al Salone del Mobile di Milano. Con la linea Hermes Horizon progetta oggetti unici come il calcio balilla, le tavole da surf e l’Apple Watch Hermes. Nel 2008 crea la Fondation d’enterprise Hermès per sostenere la creazione artistica, la trasmissione del savoire-faire e la conservazione della biodiversità.
Christophe Lemaire
Col desiderio di rendere più commerciali le proprie collezioni e rendere ancora più contemporaneo lo spirito di Hermès, il nuovo gerente Patrick Thomas, nominerà nel 2010 Christophe Lemaire (fino ad allora distintosi come head designer di Lacoste) a capo della nuova direzione creativa.
Un nuovo cambio di poltrone avviene nel 2009 quando Bali Barret viene nominato supervisore del segmento pelletteria, calzatura e gioielli. Nel 2012, Axel Dumas, membro della famiglia Hermès di sesta generazione, viene nominato CEO dell’azienda ricoprendo la sua carica con rispetto e dedizione tanto da essere riconfermato anche nel 2021. Con lui l’azienda inaugura nuovi punti vendita in Polonia, Cina e Giappone e guida anche lo sviluppo digitale culminato nel 2017 con la creazione del sito ufficiale.
Dopo l’uscita di scena di Christophe Lemaire, nel 2014 i vertici Hermès nominano Nadège Vanhee-Cybulski direttore artistico del ready-to-wear femminile della griffe. Presenta la sua prima collezione nel 2015, dimostrando di saper cogliere perfettamente la filosofia del marchio, scegliendo un tema equestre.

La crescita dell’ultimo decennio
Nel febbraio 2015 Hermès annuncia un aumento del fatturato del 9,7%, pari a oltre 4 miliardi di euro di vendite. Questa crescita è visibile a livello internazionale. In Asia, escluso il Giappone, dove il fatturato è cresciuto del 7%, in America, con un aumento del 10% e in Europa che ha generato una buona performance nei negozi del gruppo, con un +7%.
Nel marzo 2018, Hermès ha aperto il suo più grande negozio a più piani, in Medio Oriente, al Dubai Mall. I buoni risultati raggiunti, inseriscono il marchio nell’indice di borsa CAC 40.
Un anno più tardi, nel 2019, il marchio si classifica al 33° posto nella lista Forbes per la categoria “Marchi più preziosi del mondo” e viene inaugurata la mostra “Hermés dietro le quinte” al museo dell’Ara Pacis di Roma: una mostra dove gli artigiani della maison incontrano i clienti per trasmettere il savoir-faire artigianale
Nel 2020, Bali Barret, direttore artistico degli accessori donna, lascia l’azienda dopo 17 anni.
L’80% dei prodotti Hermès sono prodotti in Francia. Durante il periodo della pandemia, che ha messo in ginocchio l’intera industria moda, la griffe registra vendite record a Guangzhou in Cina, dove il negozio, in un solo giorno, ha registrato un incasso record di 2,7 milioni di dollari.
A luglio 2021 riapre il flagship store milanese di via Montenapoleone. Uno spazio completamente rinnovato e con due nuovi piani.
Il beauty firmato Hermès
Nel marzo 2020 Hermès annuncia la nuova linea Beauté, la sua prima collezione di trucco, che consiste in una linea di rossetti ispirati alle borse. Ogni tonalità di rossetto è stata accuratamente selezionata dall’archivio dell’etichetta che conta ben 75.000 campioni di seta e 900 tonalità di pelle. La finitura dei rossetti opachi dovrebbe imitare il look della morbida borsa Birkin in pelle. Ogni custodia per il rossetto è progettata per essere ricaricabile, un dettaglio che il direttore creativo di gioielli e scarpe Hermès, Pierre Hardy descrive come “raro”.
La borsa in pelle Sylvania
Nel 2021 la maison annuncia di aver realizzato la prima borsa, lo storico modello Victoria bag del 1997, in pelle Sylvania, ricavata dalla pelle di un fungo atossico che vive nelle foreste subtropicali. Questo speciale tessuto, nato in collaborazione con la startup californiana MycoWorks, è un ibrido tra natura e tecnologia. Il risultato è la Fine Mycellium: tecnologia brevettata da MycoWorks in tre anni di studio e progettazione e con 45 milioni di dollari di finanziamenti.

La famiglia detiene ancora la maggioranza del pacchetto azionario seguita dal colosso del lusso LVHM in coda al 20%.
Hermès non ha mostrato alcun segno di rallentamento nel 2022: il produttore di borse Birkin ha registrato un fatturato di 11,6 miliardi di euro (12,41 miliardi di dollari) per l’anno in corso, con un aumento del 29% a tassi di cambio correnti e del 23% a tassi di cambio costanti rispetto al 2021.
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Fabiano, Anna
