Bally
B,  Marchi e case di moda

Bally

Bally è un marchio di pelletteria svizzero, fondato nel 1851 a Schönenwerd, diventato negli anni un colosso del settore.

La storia di Bally

Bally nacque nel 1851 a Schönenwerd, grazie all’operato di Carl Franz Bally; 50 anni dopo l’azienda è approdata in Francia, tanto da avere, già negli anni ’30, 56 negozi fra Parigi e provincia. Il loro numero crebbe, tanto che nel 1965 l’azienda contava 240 punti vendita in 50 paesi stranieri. Oggi, con 6 fabbriche nella madrepatria, 2 in Francia, una in Inghilterra e una rete di distribuzione capillare in tutta Europa, il colosso conta oltre 300 negozi nel mondo e mantiene una squadra di oltre 100 artigiani nella cittadina svizzera di Caslano.

Nel 1978 il gruppo è assorbito dalla holding svizzera Oherlikon Bührle. All’inizio degli anni ’90, Bally è entrata anche nel mercato dell’abbigliamento, sebbene la principale produzione sia rimasta quella delle calzature, con circa 9 milioni di paia di scarpe prodotte ogni anno. Forte di una storia lunghissima, il marchio non si è mai preoccupato di scoop o particolari apprestamenti, ma ha sempre avuto come punto di riferimento la vendita: ogni collezione è realizzata in pelle, tanto bella e morbida da sembrare un tessuto e di cui si possono apprezzare, da vicino, tagli, intrecci e pieghe che denotano una sapienza sartoriale.

I passaggi di proprietà

Nel biennio 1999-2000, la compagnia americana Texas Pacific Group (TPG) ha acquisito Bally da Oherlikon Bührle. Il marchio ha quindi lanciato una nuova strategia, volta al riposizionamento della compagnia come marchio di lusso, e nel 2002 ha nominato AD Marco Franchini.

Nel 2007 viene nominato Direttore Creativo Brian Atwood, che in soli dieci anni è diventato uno dei designer di calzature più influenti del settore: da Bally coordina una squadra composta da Johnny Coca, Andrea Pompilio e Sara Johnson. Il 22 aprile 2008, inoltre, Labelux Group, una nuova holding operante nel settore del lusso con sedi a Vienna e Milano, di proprietà della holding viennese a conduzione familiare Jos. A. Benckiser SE (Jab), annuncia di aver raggiunto un accordo con TPG Capital per l’acquisizione di Bally International AG.

Nel 2012 l’azienda ha concesso a Twx-L’Amy una licenza per la produzione di occhiali da sole e da vista, debuttando anche nel settore dell’occhialeria. La collezione è stata disegnata dai Direttori Creativi Michael Herz e Graeme Fidler. La licenza è stata successivamente affidata, dal 2018 e con un accordo quinquennale, alla veneta Marcolin.

Nel 2013, dopo che Reinhard Miek ha lasciato il proprio posto di AD, è stato rimpiazzato da Frédéric de Narp, che aveva alle spalle 18 anni di esperienza in un ruolo similare in Cartier. L’anno successivo, inoltre, a sostituire il precedente duo di stilisti che ha lasciato il marchio, lo stilista argentino Pablo Coppola è stato nominato Direttore Creativo.

Situazione attuale

Nel 2017 Bally ha deciso di ridurre il numero dei propri quartieri generali: di conseguenza ha chiuso quello londinese, trasferendo il personale in quelli di Caslano e Milano, rimasti invece in attività. Contestualmente l’azienda ha dovuto affrontare l’abbandono di Pablo Coppola, che è stato sostituito da tre stilisti interni.

Nel 2019 Nicolas Girotto è stato nominato AD del marchio e ha avviato una strategia volta a rafforzare la posizione del marchio come leader nel settore della moda. Di conseguenza nel 2022, dopo 20 anni di assenza, Bally è tornato a sfilare sulle passerelle internazionali, in occasione della Milano Fashion Week.

Nello stesso anno la casa di moda è tornata ad affidarsi a un Direttore Creativo, scegliendo il filippino Rhuigi Villaseñor, già fondatore e Direttore Creativo del marchio Rhude. La scelta del giovane creativo è stata giustificata da Girotto con la necessità, dopo tre anni in cui Bally ha ridefinito il proprio posizionamento, di «introdurre il marchio nel futuro», facendone evolvere la rilevanza contemporanea e mantenendone al contempo i valori fondamentali.

A maggio 2023, dopo che Villaseñor ha lasciato il proprio incarico, l’azienda ha deciso di sostituirlo con Simone Bellotti, che, dopo la lunga esperienza maturata da Gucci, Dolce&Gabbana, Bottega Veneta e Gianfranco Ferré, ha portato con sé una profonda conoscenza della sartoria e dell’artigianato negli accessori.

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