Brodovitch, Alexey
Alexey Brodovitch (1898-1971): Art director, fotografo, pittore, illustratore e insegnante
Russo di nascita (San Pietroburgo), Alexey Brodovitch ha lavorato soprattutto in America. La sua attività quasi trentennale, 1934-’58, ad Harper’s Bazaar lascia tracce profonde nel mondo delle riviste di moda per la scelta delle soluzioni ardite e innovative nel campo dell’impostazione grafica e dell’immagine fotografica.
La sua influenza
È notevole la sua influenza su tutta una generazione di giovani art director e di fotografi, a partire da Irving Penn suo assistente nel ’39, quando Brodovitch era direttore artistico dei magazzini newyorkesi Sacks Fifth Avenue.
Vita e carriera di Brodovitch
Figlio di uno psichiatra e di una pittrice, Brodovitch, a causa della prima guerra mondiale, non riesce a entrare all’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo e deve intraprendere la carriera militare. Caduto l’impero zarista, si trasferisce a Parigi dove Diaghilev gli chiede di dipingere gli impianti scenici di alcuni spettacoli dei Ballets Russes. È, in quegli anni, un teorizzatore dell’arte applicata. Emigra in America. Il Museum School of Industrial Design di Philadelphia lo ingaggia per corsi sulla pubblicità. Poco dopo, inizia la sua lunga stagione ad Harper’s.
Nel ’45 pubblica il libro fotografico Ballet dedicato a Diaghilev. Dal ’47 al ’49 Richard Avedon lo ospita nel suo studio per un laboratorio di design. Di Avedon, realizza nel ’59 il libro Observations con la prefazione di Truman Capote. A partire dal ’66 l’art director russo si trasferisce a Parigi che, 16 anni più tardi, per merito di un suo allievo, il fotografo Georges Tourdjman, gli dedica una grande esposizione.
Lo stile
Il suo stile rigoroso è riconoscibile sia nella composizione della pagina delle riviste da lui dirette, sia nella concezione dello spazio che caratterizza le mostre di cui si è curato.
L’uso del carattere Bodoni maiuscolo, l’idea di non realizzare due pagine di seguito composte nello stesso modo, la consapevolezza che la presenza dell’art director è tanto più determinante quanto più discreta è la sua “firma”. Pur essendo dotato di un carattere di ferro – non a caso Penn ricordava con deferenza i trascorsi del suo maestro come ufficiale zarista – Brodovitch rappresenta il prototipo dell’uomo colto e coraggioso, capace di dare fiducia ai giovani d’ingegno, anche se non ancora famosi. Nel 2002 l’editore Phaidon gli ha dedicato un’ampia monografia.
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