
Mantero
Mantero è un’azienda tessile a conduzione familiare fondata a Como da Riccardo Mantero nel 1902

Indice:
- La storia dell’azienda Montero
- L’arrivo di Beppe in azienda
- La Mantero dopo la morte di Beppe
- L’ingresso dei nipoti in azienda
- Il nuovo millennio
- Le aziende del gruppo Mantero
Azienda italiana della seta con sede a Como, Mantero viene creata da Riccardo Mantero nel 1902. Riccardo, che era emigrato in bicicletta da Novi Ligure con tutto il suo guardaroba addosso, comincia come venditore della tessitura Camozzi-Rosasco e successivamente dell’azienda Bosisio-Camani-Cattaneo. Parallelamente impara il mestiere di “coventer”, di “cordone ombelicale” fra i clienti e l’industria, fra la domanda e l’offerta. Diventa interprete della domanda. È colui che, facendo il giro dei clienti, ne raccoglie i desiderata diversi rispetto al campionario delle grandi ditte (un colore più vivo, un disegno più piccolo) e trova i setaioli che si assumono l’ordine.
La storia dell’azienda Montero

Nel 1902 si mette in proprio con un deposito di “pezze” al terzo piano di via Mentana 12, aiutato dalla moglie e dalla cognata. Ha il genio del commercio nel proprio DNA. Nel 1923 è già in grado di costruirsi una sede di rappresentanza in via Volta, dove ancora la Mantero ha i suoi uffici, e nel 1927, dopo aver comprato qualche telaio e averlo installato presso una seteria amica, di varare la Fabbrica Seterie Riccardo Mantero.
Nel 1940, acquisisce la Tessitura di Menaggio, diventa industriale, mantenendo, però, una forte attitudine commerciale che da tempo ha trasmesso a uno dei suoi due figli, Beppe: nove mesi l’anno in giro per l’Italia con le valigie del campionario, come farà il primo dei suoi otto eredi, Riccardo.
L’arrivo di Beppe in azienda
È Beppe il moltiplicatore delle fortune imprenditoriali Mantero. Alla morte del padre, nel 1951, dà avvio a una politica d’espansione e di verticalizzazione aziendale. Acquisisce la Alitess (tessuti mirati all’alta moda) e, nel 1956, una storica seteria comasca, la Cugnasca. Gli anni ’50 sono, successe anche nel decennio ’40 con il Crespo 108, caratterizzati dal lancio di una particolare seta: Favola, un matelassé caratterizzato da un effetto a rilievo. È soprattutto il successo di Favola a finanziare la realizzazione del nuovo stabilimento di Grandate (tessitura a cui successivamente viene aggiunta la tintostamperia) nel 1960.
Mantero affronta un pesante investimento mentre gran parte della borghesia imprenditoriale italiana, terrorizzata dalle prime avvisaglie dell’incontro fra democristiani e socialisti per il varo del centrosinistra, porta i soldi in Svizzera. Lo stabilimento di Grandate è operativo dal 1964. Beppe ha in mente un progetto ambizioso: l’internazionalizzazione. Nel tempo, infatti, continuano a fiorire società legate al marchio Mantero: l’Interseta Spa per la produzione delle cravatte (1972), la Mantero of America Inc (1976) e la Mantero France (’78). Beppe muore nel novembre dell’82.

La Mantero dopo la morte di Beppe
Al timone gli succedono cinque degli otto figli: Riccardo, Federico, Cristian, Michele e Moritz. I figli proseguono nel progetto di internazionalizzazione iniziato dal padre Beppe. Il 27 dicembre del 1989, tutte le società della famiglia confluiscono nella Mantero S.r.l., che, l’anno dopo, ribattezzata Gruppo Tessile Serico, diventa la holding della costellazione Mantero e cede tutte le attività operative alla Mantero Seta S.r.l. Nasce così un colosso senza precedenti nel settore serico.
Al principio degli anni ’90, la fotografia del Gruppo è questa: investimenti di 11 miliardi di lire, tutti autofinanziati, per rinnovo dei macchinari e tecnologie avanzate; ricavi netti di quasi 274 miliardi e mezzo; utile di 13 miliardi; “immobilizzazioni tecniche” per 85 miliardi di cui oltre 24 miliardi in soli impianti; 956 dipendenti con un aumento totale dal 1980 del 20 per cento; due stabilimenti (Grandate per la tessitura, la tintoria, la stampa, con una tavolozza quotidiana di 1500 colori e 3 mila “quadri” serigrafici, il finissaggio a Sant’Abbondio per la cravatteria jacquard tinto in filo); cinque linee di tessuti operati e stampati per cravatte; quattro linee di tessuti per il prêt-à-porter femminile di fascia medio alta; una propria collezione di foulard.
L’ingresso dei nipoti in azienda
Nel decennio che conclude il 1900, i Mantero, nelle posizioni di vertice si succedono Riccardo, Cristian, Michele, Federico e Moritz: questi ultimi due sono rispettivamente presidente e amministratore delegato quando, nel 2002, il Gruppo festeggia il proprio centenario, ampliano la società verso il settore laniero e delle fibre sintetiche, azione che culmina con il varo di una joint venture con due aziende giapponesi, per la creazione e la commercializzazione di fibre in poliestere di alta qualità.

Da allora ai primi due anni del nuovo millennio, sono stati necessari ulteriori cambi di rotta, ulteriori decisioni strategiche di fondo per potenziare il livello di servizio offerto al cliente, per cogliere quelle opportunità che anche una crisi mette a disposizione.
Il nuovo millennio
Ha festeggiato il suo centenario, nel 2002, con il libro Mantero 100 anni di storia e di seta. Questo è a cura di Massimo Pacifico, testi di Guido Vergani, edito da Fos editoriale e comunicazione. A Pitti Immagine Uomo, Mantero ha annunciato di avere firmato un accordo di licenza per la produzione e distribuzione nel mondo delle cravatte di Emilio Pucci.
Nel primo decennio del 2000 nasce una collezione che incarna il DNA dell’azienda. Si tratta della linea Mantero 1902, una linea di foulard femminili di cui i disegni nascono da rivisitazioni dei soggetti dell’archivio. L’obiettivo è sottolineare il legame tra le radici storiche e la voglia di creare innovazione e contemporaneità.
Dal 2011 a condurre l’azienda sono i fratelli Franco e Lucia Mantero, sotto la supervisione del padre Moritz. Si tratta della quarta generazione di vertici familiari. La missione aziendale è immutata ma si punta a un metodo più moderno di realizzazione. I due fratelli puntano sull’automatizzazione dei processi, sugli investimenti e su un rapporto B2B che somigli a quello con un atelier. Per il rapporto con il consumatore finale si punta invece sull’elevato valore del Made in Italy.

Oggi Mantero è una realtà di 426 dipendenti che con il loro sapere rappresentano, grazie al know-how sviluppato e tramandato negli anni alle nuove generazioni, la vera ricchezza aziendale.
Inoltre, l’Archivio Mantero è oggi considerato uno degli archivi tessili più ricchi e straordinari al mondo: più di 10.000 volumi, 60.000 foulards delle più prestigiose maison, migliaia di disegni realizzati a mano archiviati per tematica, carte prova, stampe su tessuto, tessuti uniti e jacquard. Un valore inestimabile sviluppato con le produzioni Mantero e con l’acquisizione di archivi tessili francesi, inglesi, tedeschi ed americani.

Le aziende del gruppo Mantero
Oggi le aziende che fanno parte del gruppo Mantero sono diverse. Nel 2002, l’azienda italiana ha acquistato la Holliday & Brown Ltd. L’azienda, fondata a Londra nel 1926, divenne presto famosa per stampe dai motivi inconfondibili con cromatismi unici ed eleganti diventando il marchio di riferimento per i gentlemen di tutto il mondo. Con l’acquisto, il brand italiano è entrato in possesso della sua storia e soprattutto del suo patrimonio principale: l’archivio storico. Dal valore inestimabile, l’archivio è fonte d’ispirazione continua e permette di coniugare la storia e la tradizione con l’evolversi del gusto.
Nel 2019 il gruppo ha operato un altro importante acquisto: il marchio Ken Scott, siglando un accordo esclusivo di sfruttamento economico del patrimonio artistico e dell’Archivio storico con la Fondazione Ken Scott, un’ istituzione autonoma non profit che ha consentito, alla morte dell’artista, la corretta gestione del suo incredibile lascito. La nuova sede della Fondazione Ken Scott è stata appositamente realizzata in un nuovo spazio all’interno degli HQ Mantero di Grandate (CO).
Leggi anche:

Sui, Anna
