Vogue
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Vogue

Vogue è una rivista periodica di moda femminile nata nel 1892 negli Stati Uniti per volere di Arthur B. Turnure

Il 17 dicembre del 1892 Arthur Baldwin Turnure diede vita ad una gazzetta mondana per rappresentare l’alta società newyorkese. Mostrava gli usi e costumi, ma anche gli interessi e lo stile di vita agiato. Gli intenti di tale rivista erano chiari già dalla sua titolazione: Vogue, ovvero “essere in voga, essere di moda”

Quando Condè William Nast, figlio di un celebre cartoonist americano, né acquistò la proprietà nel 1909, divenne la più autorevole rivista di moda del mondo. Sotto la sua direzione, la rivista da settimanale divenne bisettimanale e arrivò a toccare le cento pagine. Inoltre, le copertine divennero
più colorate grazie alla predominanza di foto e illustrazioni. Acquistabile per dieci sterline a copia, era originariamente indirizzato ad un pubblico sia maschile che femminile, infatti, erano presenti diverse  rubriche dedicate anche alla moda maschile e allo sport, alla narrativa e alla poesia. La prima direttrice della sezione femminile fu Josephine Redding, una donna appartenente all’ambiente mondano newyorkese, ricordata soprattutto per aver dato il nome alla rivista ed aver ideato insieme al direttore artistico Harry McVickar il primo prototipo grafico dell’iconico font della rivista. 

Sotto la guida sapiente, visionaria e infaticabile della giornalista Edna Woolman Chase, direttore Vogue dal 1895 al 1957, e alla intraprendenza imprenditoriale dello stesso Nast, abilissimo “mercante di sogni”, seppe avvalersi dei più importanti illustratori dell’epoca come Lepape, Vertés e Benito, e degli scrittori più affermati.

Copertina Vogue di Lepape, 1930
Copertina di Lepape, 1930

L’importanza dell’immagine

Intuisce prontamente l’importanza dell’immagine fotografica per le vendita della moda. Fu infatti tra i primi a considerarla come un’autentica forma d’arte.  Proprio in questo media, risiede la grande innovazione apportata da questa rivista. La fotografia diventa un valido mezzo per la comunicazione di moda, diventa a tutti gli effetti una forma d’arte. Sono la cultura, l’amore per l’arte, la frequentazione dei circoli artistici e l’intuizione di Nast a persuadere Cecil Beaton, entrato a Vogue come disegnatore, a lanciarsi nella fotografia. Convinse anche Edward Steichen ad abbandonare la pittura per diventare quel talento dell’obiettivo che poi si dimostrerà essere. 

Nel 1932 comparve per la prima volta una fotografia a colori sulla copertina di Vogue America. Da questo momento in poi Vogue vanterà un’assidua collaborazione con i migliori fotografi del mondo tra i quali Irving Penn, Richard Avedon, Helmut Newton e Peter Lindberg. Anche Man Ray,  George Hoyningen-HueneHorst e Jacques-Henri Lartigue. I servizi fotografici di moda, nonostante l’impegnativo investimento economico, diventano il punto forte del magazine anche dopo il terremoto economico provocato dalla crisi del 1929.

Copertina di Helmut Newton ,October 1973
Copertina di Helmut Newton ,October 1973

Grazie a Vogue nascono una serie di figure professionali specializzate nell’editoria di moda che oggi costituiscono parte integrante e fondamentale dell’industria di settore. Tramite le pagine di Vogue i fotografi di moda diventano a mostri sacri e i brand diventano ufficialmente parte del sistema moda.

Vogue durante la gestione della famiglia Newhouse

Vogue fu da subito un magazine che raccontava la realtà attraverso la moda. Infatti, durante la Grande Crisi del ’29, ebbe molto successo la rubrica Smart Fashion for Limited Incomes (divenuta poi Fashions On A War Income): una rubrica creata per rendere affabili fogge essenziali e dal ridotto quantitativo
di stoffa. Significativa la copertina del numero di maggio del 1930, raffigurante un disegno di Georges Lepape e uno strillo che pubblicizzava i consigli più chic per coloro i quali disponessero di un budget limitato.

Dopo la morte di Nast, nel 1959 la casa editrice fu rilevata da Samuel I Newhouse, proprietario della società di media Advance Publications. Newhouse avviò altre importanti edizioni della rivista tra cui Vogue Italia (1965), L’Uomo Vogue (1968), Vogue Brasil (1975), Vogue Deutschland (1979) e Vogue España (1988). 

Nel 2009 esce The September Issue, il documentario diretto da R.J. Cutler in cui si racconta la creazione del numero più atteso dell’anno dell’edizione di Vogue America, appunto quello di settembre.

In questi anni, Vogue è stato testimone di cambiamenti sociali e sartoriali: dalla minigonna allo smoking da donna e al blue jeans fino ad arrivare agli abiti hi-tech, acquisendo sempre di più un ruolo di
promotore culturale. 

Vogue Italia

L’edizione italiana nasce nel 1965 dopo la fusione con la rivista Novità. Diventa Vogue&Novità nel novembre del 1965, sotto l’egida di Consuelo Crespi. Nel 1965, divenne direttore Franco Sartori che diede alla rivista un’impronta grafica ben definita: layout pulito, deciso e giocoso con l’immagine protagonista. L’anno successivo la rivista venne rinominata Vogue Italia. Con la direzione di Sartori, il magazine incarnò lo spirito ribelle, radicale e brillante della fine degli anni Sessanta, abbracciando anche gli echi della Swinging London, senza perdere di vista la moda italiana e lo spirito italiano. 

Gli editoriali di Franca Sozzani

Dopo la morte di Sartori nel luglio del 1988, alla guida della rivista venne nominata Franca Sozzani. Firma il suo primo numero di luglio/agosto con una copertina essenziale ma anticipatrice delle volontà editoriale della nuova direttrice, dal titolo “Il nuovo stile”. Sozzani rivoluzionò la rivista portandola all’apice del successo. Grafiche taglienti e aggressive si sposavano con lo stile raffinato tipico del mensile. I suoi editoriali furono provocatori e spesso incontravano la denuncia sociale come il caso di Makeover madness (luglio 2005) contro l’abuso della chirurgia estetica, State of emergency (settembre 2006) in cui si racconta l’atrocità delle armi o Black Issue (luglio 2008) dedicato interamente a modelle nere per sensibilizzare il mondo della moda a tematiche riguardanti il razzismo.

Black Issue di Franca Sozzani
Black Issue di Franca Sozzani
Il Post Franca Sozzani: Emanuele Farneti e Francesca Ragazzi 

Alla morte di Franca Sozzani, nel 2016 la direzione passa ad Emanuele Farneti. Farneti riprende la tradizione del magazine per reinterpretarlo alla società contemporanea con esigenze sempre differenti. Il suo livello di qualità e prestigio è rimasto invariato dai tempi di Condé Nast. Grazie a questa straordinaria continuità è possibile, come asserisce Alexander Liberman per lungo periodo direttore artistico dell’edizione americana del mensile, ricostruire attraverso Vogue una storia visiva della moda e dell’eleganza di un secolo. L’attuale direttrice dell’edizione americana è Anna Wintour, di quella francese è Emmanuelle Alt, di quella inglese Alexandra Shulman.

A luglio 2021, Farneti lascia la direzione della rivista sull’onda dell’organizzazione del team editoriale di Condé Nast. A Settembre Francesca Ragazzi viene nominata Head of Editorial Content di Vogue Italia. 

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