The Real Real
The Real Real è un sito di shopping online specializzato nella rivendita di prodotti di lusso, fondato nel 2011 dall’imprenditrice Julie Wainwright
The Real Real è nato nel 2011 da un’idea dell’imprenditrice di e-commerce Julie Wainwright. Il team del marchio di shopping online è composto da esperti d’arte, del lusso, da gemmologi e orologiai che valutano i prodotti da inserire sul sito per la vendita in conto deposito.
Uno dei punti su cui il marchio si concentra particolarmente è lo sviluppo dell’economia circolare e della sostenibilità, stringendo partnership con alcuni dei più importanti brand nel settore moda. Tra questi, nel 2017, c’è Stella McCartney, con la quale il marchio collabora a una call to action per sensibilizzare i consumatori sull’economia circolare.
Le collaborazioni per la sostenibilità
La filosofia del brand, la rivendita di prodotti di lusso, è diventata una festa nazionale che si festeggia il primo di ottobre. Proprio in occasione del National Consignment Day, The Real Real ha lanciato nel 2018 il Sustainability Calculator, una piattaforma digitale che permette di conoscere più affondo le componenti di un prodotto e di valutarne l’impatto ambientale.
Seguono partnership annunciate il giorno della festa nazionale; nel 2019 è siglata la collaborazione con Burberry, l’anno successivo con Gucci. Per ogni cliente che compra o rivende prodotti Gucci sul sito, l’associazione One Tree Planted riceve una donazione in supporto alle attività di riforestazione.
Le espansioni del marchio e le controversie
Dal 2011, il marchio si è fatto strada anche negli store fisici, aprendo negozi a New York nel 2017, nel 2018 a Los Angeles, mentre l’anno successivo a Madison Avenue, New York. Seguono altre aperture negli Stati Uniti, tra la California, Texas e Connecticut.
Tuttavia, il brand non è stato lontano da alcune critiche e controversie relative all’originalità dei prodotti venduti. Nel 2018, Chanel lo ha accusato di vendere prodotti falsi. Oltre a questa accusa, il gigante del lusso ha accusato la piattaforma online di aver fornito ai clienti false informazioni relative a una loro presunta collaborazione e di aver assegnato il termine vintage ad articoli che non arrivano a 50 anni dalla prima uscita. Sulla questione si dibatte ancora nel 2021.
Leggi anche:
Siti abbigliamento online: quali sono i migliori shop sul web?