Salvatore Ferragamo (1927)
Salvatore Ferragamo, famoso calzolaio italiano che ha creato innumerevoli modelli e più di 350 brevetti.La storia del “calzolaio delle stelle.
Salvatore Ferragamo: la storia del marchio del “calzolaio delle stelle”

Indice
- La vita di Salvatore Ferragamo
- L’espansione dell’azienda, dagli anni Settanta ai primi anni 2000
- Espansione mondiale
- Gli anni recenti
- Evoluzione finanziaria
- Dal 2017 a oggi
1.La vita di Salvatore Ferragamo.
1.1Un giovane talento.
Undicesimo di 14 figli, Salvatore Ferragamo nacque a Bonito, un paese a cento chilometri da Napoli.
Fin da bambino Salvatore Ferragamo aveva le idee molto chiare: da grande voleva fare il calzolaio. I genitori, nonostante la grande miseria, non erano contenti della scelta dal momento che quelle del calzolaio era ritenuto il mestiere più umile.
All’età di 9 anni, creò, in una sola notte, il suo primo paio di scarpe in occasione della prima comunione di una sorellina e riuscì così a convincere la famiglia a fargli intraprendere questo percorso.
Successivamente iniziò quindi a lavorare come praticante nella bottega del calzolaio del paese Luigi Festa e, una volta compiuta la sua formazione, decise di spostarsi a Napoli per poter apprendere qualcosa in più e mettere a frutto la sua abilità. Rientrò infine a Bonito dove, a 13 anni, era titolare del suo primo negozio.

1.2 L’emigrazione negli Stati Uniti.
In seguito, nell’ aprile del 1915, quando non aveva compiuto ancora 17 anni, emigrò negli Stati Uniti viaggiando sulla nave Stampalia, per raggiungere i fratelli che già lavoravano negli USA. Inizialmente Salvatore Ferragamo si fermò sulla East Coast a Boston, dove il cognato gli aveva trovato un posto alla Queen Quality Shoes Company. Qui si producevano migliaia di scarpe al giorno.
Il giovanissimo Ferragamo aveva un’idea nobile del mestiere di calzolaio. Il processo industrializzato non era nelle sue corde. Ne uscivano scarpe “pesanti, goffe, tozze, con la punta a patata e il tacco di piombo”. Voltò quindi le spalle alla fabbrica e raggiunse i fratelli maggiori a Santa Barbara.
Come racconta nell’autobiografia Il calzolaio dei sogni (Skira), capì subito che quella favolosa California era la meta tanto cercata, grazie a un’industria cinematografica in grande crescita.
Il contatto col mondo del cinema avvenne con il guardarobiere dell’American Films Company che si lamentava degli stivali per i film western: se calzavano bene, non piaceva il modello; se lo stile funzionava, erano come morse ai piedi degli attori. Ferragamo si propose e ne realizzò qualche paio. Furono un successo, tanto che il regista Cecil B. De Mille disse: “Il West sarebbe stato conquistato prima, se ci fossero stati questi stivali”. Salvatore e i suoi fratelli Girolamo, Secondino e Alfonso aprirono così un negozio di calzature e riparazioni nel centro di Santa Barbara.
È l’inizio di un rapporto privilegiato, che Ferragamo manterrà con il mondo del cinema e che durerà a lungo.

1.3 Il calzolaio delle stelle.
Arrivarono in negozio le prime star. Tra le prime le sorelle Mary e Lottie Pickford. Per quest’ultima egli creò il modello ‘First’, un semplice paio di scarpe scollate in capretto marrone, “con due orecchie che si alzavano sul davanti”.
Quando le produzioni cinematografiche si spostarono da Santa Barbara ad Hollywood, Salvatore Ferragamo decise di scommettere sulla propria attività e di seguire gli Studios per cercare nuove possibilità di espansione e miglioramento.
Nel 1923 aprì il suo nuovo negozio, l’Hollywood Boot Shop, e d’improvviso, parve che le stelle del cinema di Hollywood si sentissero tali solo calzando i modelli di Salvatore Ferragamo, che presto divenne noto come il “calzolaio delle stelle”.
Creò sandali di un delicato color lavanda con tacchi ricoperti di strass per Jean Harlow, scarpe con tacchi tempestati di perle per Gloria Swanson, pantofole in raso multicolore per Lillian Gish, calzature da uomo per clienti come Douglas Fairbanks e Rodolfo Valentino.
Durante gli anni in California dedicò molto tempo allo studio del piede. Frequentò infatti corsi di anatomia umana all’università, trovando il primo indizio per la soluzione del problema nella distribuzione del peso del corpo sull’arco del piede.
L’invenzione del cambrione
In seguito alle sue ricerche fabbricò una componente rivoluzionaria per il sostegno dell’arco plantare tramite una lamina d’acciaio, il cambrione, che normalmente i calzolai facevano in cartone e in cuoio spesso e che fu brevettata alla fine degli anni venti.
Ciò permise alle scarpe di Ferragamo di diventare leggere ma resistenti. A questa scoperta preliminare aggiunse una serie di studi sulle calzate, che lo portarono ad ideare un sistema originale di calzata, che avvicinava anche la produzione in serie al su misura.
1.4 Il ritorno in Italia.
Nel 1927 Salvatore Ferragamo decise di tornare in Italia e stabilirsi a Firenze, città che rappresentava nel mondo la bellezza e la cultura artistica nazionale e che si identificava come sede dell’alto artigianato. Nello stesso anno aprì in città un laboratorio di operai-artigiani per la produzione italiana delle sue scarpe.
La crisi economica mondiale del 1929, coinvolse anche la sua attività, che dovette affrontare la bancarotta e il fallimento. Ferragamo non si perse d’animo e ritornò presto in scena: nel 1938 acquistò Palazzo Spini Feroni che ancora oggi è il quartier generale dell’azienda e sede del Museo Ferragamo. Nello stesso periodo comprò anche la villa michelangiolesca Il Palagio a Fiesole.

1.5 La zeppa.
Salvatore Ferragamo inventò la zeppa di sughero per rispondere ad un’esigenza di funzionalità: sostituire la lamina di acciaio, interna alle calzature.
Senza l’acciaio adatto, che Ferragamo importava dalla Germania e che a causa delle sanzioni economiche imposte all’Italia non si poteva più acquistare, venne a mancare uno dei principi fondamentali di costruzione delle sue scarpe.
“Cominciai a lavorare con pezzi di sughero sardo -scrive Ferragamo- pressando, incollando, fissando e rifinendo finché lo spazio tra la suola e il tacco non sparì”.
Nacque così la zeppa, uno dei più celebri modelli della moda della fine degli anni trenta e degli anni quaranta. Ferragamo sperimentò molte varianti di zeppe: a tacco e a piattaforma, a strati pressati e bombati, scolpite e dipinte, decorate con specchietti di vetro con l’antica tecnica del mosaico o con grate in ottone a girali floreali e tempestate di pietre.

La cura del materiale
L’attenzione e l’amore per i materiali hanno accompagnato tutto il lavoro di Salvatore Ferragamo e costituiscono una preziosa eredità che ha lasciato all’azienda ancora oggi.
Il materiale, dal quale al pari della forma e della lavorazione, dipende la bellezza, la comodità e la durata di una calzatura, è stato indagato da Salvatore Ferragamo e valorizzato in modo da mantenere il suo carattere e al tempo stesso adattarsi al modello a cui è veniva sottoposto.
Questo interesse e questa continua sperimentazione coinvolgevano non solo i pellami tradizionali e di qualità, ma anche i materiali poveri e insoliti.
Il classico merletto fiorentino, la carta, la corteccia d’albero, la rafia, la canapa, la pelle di pesce e il cellofan sostituirono, prima e durante la seconda guerra mondiale, i più duttili capretti e vitelli nonché gli esotici coccodrilli. Nell’immediato dopoguerra furono gli ultimi ritrovati della tecnica, il nylon o la rafia sintetica e, per la sera, i raffinati ricami in strass e perline di vetro, a suggerire tomaie uniche e irripetibili.
1.6 Salvatore Ferragamo e i suoi clienti celebri.
Negli anni cinquanta, Palazzo Spini Feroni era una visita d’obbligo per le attrici più famose del periodo così come per regnanti, nobili e capi di Stato: da Audrey Hepburn ai Duchi di Windsor, da Greta Garbo ad Anna Magnani, da Paulette Goddard a Lauren Bacal fino a Sophia Loren. Ferragamo riceveva personalmente i suoi clienti illustri ed era capace di soddisfare ogni richiesta, persino la più stravagante.
Anche Marilyn Monroe fu fedelissima cliente di Salvatore Ferragamo rendendo famose le sue décolleté dalla linea classica e con tacco 11 cm: un’altezza vertiginosa ma non scomoda, dato che Ferragamo aveva brevettato un tacco particolare, realizzato per metà in legno e per metà in acciaio, solido pur essendo sottile.

L’attrice possedeva decine di paia di scarpe firmate Ferragamo, che spesso acquistava presso il negozio di New York. A parte qualche ballerina con la confortevole suola a conchiglia, prediligeva le décolleté che le conferivano quella camminata ancheggiante, così seducente e particolare.
1.7 L’azienda dopo il 1960
Quando Ferragamo morì nel 1960, la moglie Wanda Miletti Ferragamo prese le redini dell’azienda per continuare l’operato di Salvatore con l’aiuto dei sei figli che, una volta cresciuti, diverranno responsabili dei diversi settori in cui l’impresa è suddivisa, dai reparti creativi alla produzione, alla distribuzione sui mercati internazionali all’amministrazione e finanza.
Ancora oggi, la famiglia Ferragamo è alla guida dell’azienda e questa peculiarità di impresa basata sui valori della famiglia rappresenta un elemento di forte distinzione dagli altri brand e imprime al marchio una forte connotazione italiana.
2.L’espansione dell’azienda, dagli anni Settanta ai primi anni 2000.
Negli anni Settanta, per merito dell’intraprendenza e preparazione di Wanda, presidente dell’azienda, il brand si espanse, passando dalle sole scarpe al total look. Ci furono le prime passerelle di moda, lo sviluppo delle linee uomo, profumi e occhiali che, via via, conquistarono il successo nel mercato.
Nel 1978 sua figlia Fiamma creò la décolleté Vara, che divenne presto un best seller. Oggi, la décolleté Vara è considerata uno degli elementi iconici di Ferragamo.

Nel 1996 Ferragamo compì l’importante acquisizione del marchio Emanuel Ungaro. Due anni dopo il fatturato complessivo dell’azienda si attestò sugli 850 miliardi di lire. Il marchio Ferragamo era presente quindi in tutto il mondo con 40 negozi di proprietà e molti punti vendita esclusivi. Nell’azienda di famiglia, oltre ai figli, ormai lavorano anche i nipoti del fondatore.
Sull’onda della nascita del Museo Salvatore Ferragamo, l’azienda iniziò ad impegnarsi sul fronte della cultura e delle mostre d’arte e non solo come mecenate o sponsor.
Lo stilista francese Marc Audibet creò la collezione Autunno/Inverno 2000/2001. Nello stesso periodo, Leonardo Ferragamo divenne presidente di Altagamma, un’associazione fondata nel 1992 e composta da 43 prestigiose aziende italiane.
3. L’espansione mondiale.
3.1 Nuove aperture.
Nel 2001 l’azienda ha presentato i suoi piani di espansione mondiale tesi a rinnovare o aprire un totale di 100 boutique, con la collaborazione dell’architetto Michael Ghibellini. Con questo rinnovamento, l’obiettivo era quello di guadagnare uno stile architettonico ancora più sofisticato. E così, nel 2001, venne aperto un nuovo negozio in Corea, all’interno di una ricca area commerciale di Seoul. Lo store occupava un edificio di 4 piani con un giardino sul terrazzo.
Nel 2002, nel centro storico di Vienna, vicino al castello di Hofburg, aprì un altro punto vendita. Poi, a partire dal 2003, sono stati aperti nuovi negozi a New York, Tokyo, Amsterdam e Londra.
Il 2001 si è chiuso con un fatturato consolidato di 641 milioni di euro, di cui il 46% realizzato in Oriente.
3.2 Riconoscimenti.
L’anno 2002 è stato pieno di novità e grandi soddisfazioni. Innanzitutto la joint venture con Ermenegildo Zegna per il lancio del nuovo marchio ZeFer, terminata più avanti nel 2013.
In seguito, Wanda Ferragamo è stata nominata “Imprenditrice dell’anno” dalla organizzazione “Committee of 200” che annualmente premia le imprenditrici e top manager di tutto il mondo. La cerimonia si è svolta a New York. Ed ecco la motivazione:
“Per essere riuscita a trasformare l’azienda di calzature in azienda internazionale del lusso, dove la famiglia mantiene il controllo totale del proprio fiorente business…”.
Lo stesso anno, l’azienda Ferragamo è stata riconosciuta come la miglior marca dell’anno in Cina.
3.3 Un nuovo direttore creativo.
Nel 2002 viene nominato direttore creativo Donna Graeme Black che rimarrà fino al 2007. Nel 2003 Ferragamo fa il suo ingresso nel campo dell’orologeria.

Nel 2004 il piano di espansione mondiale era in corso. La rete di distribuzione aveva 16 nuovi punti vendita, comprese nuove importanti boutique ad Osaka e a Hong Kong. Altri negozi, invece, come quello allo Shangai Center in Cina, a Parigi in Avenue Montaigne e a Milano in via Montenapoleone, sono stati riaperti dopo la ristrutturazione. Il Gruppo ha chiuso l’anno con un fatturato consolidato di 549 milioni di euro, con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente.
Nel maggio 2005, come parte del Progetto Moda della Provincia di Firenze, con una grande partecipazione del pubblico internazionale, Palazzo Strozzi ospitò una sfilata di Ferragamo in una serata memorabile organizzata da Beppe Modenese. A giugno del 2005 Ferragamo ha siglato un accordo di cooperazione con Porsche Design per la produzione di scarpe, borse ed accessori di pelle.
Nel 2006 vennero aperti i nuovi negozi di via Condotti a Roma e di Francoforte. Nel novembre dello stesso anno, Michele Norsa divenne il nuovo CEO di Ferragamo. La sua mente manageriale portò l’azienda ad espandersi sempre di più, esplorando anche nuovi mercati come l’India, l’America Latina e la Thailandia.
4. Gli anni recenti.
Dal 2007 l’azienda ha avuto come direttore creativo della linea Donna Christina Ortiz, fino al 2010. Nel 2008, l’azienda ha celebrato l’80esimo anniversario allestendo una mostra a Shanghai. L’anno successivo l’azienda rinnovò la storica licenza con Luxottica per la produzione di montature da vista e occhiali da sole.
A partire dal 2010, il creative director della divisione Donna è stato Massimiliano Giornetti, già direttore creativo della sezione Uomo dal 2004. Il suo ruolo nella moda Donna si è prolungato fino al 2015.
Ferragamo è entrato ufficialmente nella borsa di Milano nel 2011. In questo periodo i profitti sono cresciuti del 70%, arrivando a 103,3 milioni di euro.
Nel 2013 si è focalizzato sugli accessori in senso lato, quindi non solamente sulle scarpe. Agli inizi di ottobre il brand ha iniziato a rivolgersi ai giovani con una campagna digitale innovativa. Nello stesso periodo sono stati ristrutturati alcuni negozi nei mercati europei ed americani per aumentare il profitto nella vendita al dettaglio.
La strategia è stata un successo e si è registrato un aumento del 81% degli utili fino ad arrivare a 81 milioni di euro nel primo semestre del 2013. I ricavi provenivano per lo più fuori dal mercato italiano, che stava lottando per uscire dalla recessione.
5. Evoluzione finanziaria.
Il piano di espansione mondiale procedeva proficuamente. Le vendite sono cresciute più rapidamente nell’ultimo quarto del 2014, aumentando del 9,3% rispetto al 2013. Il fatturato del 2014 si è chiuso a 1,3 miliardi di euro. In quel momento, le tensioni politiche in Russia ed Ucraina hanno ridotto il numero di acquirenti che partivano da quelle zone per comprare in Europa. Questo comportò una diminuzione delle vendite in alcune città europee. L’area Asia/Pacifico invece si attestò come la migliore performer con il 37.2% delle vendite.
Il marchio ha aperto nuovi store in città meno note come Yantai in Cina, Surabaya, in Indonesia, e Cartagena in Colombia. L’azienda ha continuato a rinnovare negozi, tra cui quelli di Miami e Roma. Inoltre lo store di San Francisco riapre, importante meta turistica per gli acquirenti cinesi.
In questo periodo Ferragamo ha affrontato un’ardua sfida, dovuta ad un indebolimento dell’euro, prezzi del petrolio più bassi e alla debolezza economica della Cina. Negli Stati Uniti, invece, il dollaro molto forte ha rallentato i flussi turistici. Questo ha influito su molte aziende di lusso negli ultimi mesi. Al contrario, in Giappone si sono registrate buone vendite grazie ai turisti cinesi. L’area Asia/Pacifico si riconferma il primo mercato in termini di ricavi per il Gruppo, in crescita del 2%, rispetto ai primi 9 mesi del 2014. Nel solo quarto trimestre 2015 la crescita è stata di oltre l’8%, e l’anno si è chiuso con un aumento dei ricavi del 7% rispetto al 2014.
Per l’autunno inverno 2016, Massimiliano Giornetti ha omaggiato l’artista Sonia Delaunay con abiti divisi in blocchi geometrici e patchworks di colori complementari.

Nel 2016 i ricavi sono stati di 1.438 milioni di euro.
6. Dal 2017 a oggi
Attualmente, Ferragamo sta attraversando una serie di grandi cambiamenti. Nell’agosto 2016 è stato nominato CEO Eraldo Poletto, che, negli anni precedenti aveva raddoppiato le vendite in Furla. Inoltre, dopo l’uscita di Massimiliano Giornetti sono stati assunti 3 nuovi direttori creativi: Guillaume Meilland per l’abbigliamento da uomo, Paul Andrew per le scarpe da donna e Fulvio Rigoni per il prêt-à-porter.
Da Ottobre 2017 dopo l’uscita di Fulvio Rigoni, Paul Andrew ha assunto la carica di Direttore Creativo Collezioni Donna.
Nel 2018, a distanza di pochi mesi, muoiono Wanda e Fiamma Ferragamo. Nel 2021 Ferruccio Ferragamo, dopo 15 anni alla guida della maison fondata dal padre, lascia la presidenza di Ferragamo S.p.A. L’incarico passerà poi al fratello più piccolo, Leonardo Ferragamo.
Per la 77° edizione del Festival del Cinema di Venezia, Luca Guadagnino ha omaggiato il calzolaio con la pellicola biografica “Salvatore – Shoemaker of Dreams“.
Le creazioni di Ferragamo vivranno per sempre. La classica décolleté è sempre di moda e moltissime donne la indossano. Il marchio rappresenta l’ideale della scarpa da donna e si impegna a garantire l’eccellenza in termini di qualità, mantenendo a livelli eccezionali sia la produzione che gli standard artigianali.
Nuove nomine
Dopo un passato da Burberry, Celine e Givenchy, nel 2021 viene nominato CEO di Ferragamo Marco Gobetti mentre il marchio rimane per il 54,28% della famiglia Ferragamo. A marzo 2022, invece, alla direzione creativa del marchio arriva Maximilian Davis.
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Kors, Michael
