Piero Zuffi
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Zuffi, Piero

Piero Zuffi (1919-2006), le sue scenografie fantasiose riflettono una vita piena di sogni e successi

Pietro Zuffi, detto Piero, nasce a Imola il 28 aprile 1919, è stato un pittore, scenografo e costumista. Adolescente, rimane orfano del padre Giuseppe. La madre, Domenica Dall’Osso, asseconda l’indole artistica del giovane Pietro mandandolo a lezione dal pittore imolese Tommaso Della Volpe. Nel 1934, raggiunge in Perù il fratello Gino che si era trasferito anni prima. Qui rimarrà ammaliato dalla cultura sudamericana che lo condizionerà negli anni. Infatti, a Lima realizza diverse mostre e pitture paretali, tra cui “Peruviae Auriferae Regionis Typus A. 1574” per l’ingresso del palazzo del Banco Centrale del Perù.

Il ritorno in Italia e il debutto scenografico

Dopo essere tornato in Italia nel 1943 per assolvere gli obblighi di leva, Zuffi collabora con il maestro del teatro Giorgio Strehler. L’incontro segna una lunga carriera nella scenografia teatrale. Negli anni ’50, infatti, Piero aveva conquistato una forte notorietà con le scenografie di un Macbeth e di un Giulio Cesare di Shakespeare per la regia di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano. Successivamente, nel 1954 debutta al Teatro alla Scala realizzando scene e costumi per l’Alceste di Gluck direttore Carlo Maria Giulini, protagonista Maria Callas. La collaborazione dura un decennio, ed è proprio qui che sperimenta un suo stile personale. Accoglie le più disparate eredità, dal teatro elisabettiano alla tradizione nipponica, e le trasmuta in una personalità di scenografo fantasiosa, tesa a sperimentare di continuo, dispersiva per eccesso di talento.

Piero Zuffi
Bozzetto scenografico di Piero Zuffi

Nel dopoguerra ha collaborato lungamente e felicemente con la sarta Germana Marucelli che, sulla scia di Elsa Schiaparelli, stimolò l’alleanza fra la moda e le arti, invitando i protagonisti della tavolozza a disegnare tessuti e a suggerire linee.

Piero si lancia anche nel mondo cinematografico, curando le scenografie di La notte di Michelangelo Antonioni del 1961 e, l’anno seguente, un atto del celebre Boccaccio 70, per la regia di Federico Fellini.

Gli anni ’90 e la morte nel 2006

Negli anni ’90 gli vengono richiesti lavori di alto rilievo. Tra i tanti, la progettazione della cerimonia dei festeggiamenti per il Cinquecentesimo Anniversario della Scoperta dell’America celebrazioni Colombiane a New York, richiesto dal governatore governatore dello Stato di New York. Nonostante ciò, il progetto non trovò compimento. E purtroppo Zuffi andò in contro ad una crisi. Infatti, cadde in uno stato di isolamento e di ristrettezze economiche che lo portarono al suicidio nel 2006.

 

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