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Pavarotti, Rafael

 fotografo sociale.

Rafael Pavarotti è nato in Brasile nella foresta amazzonica nel 1993. È molto conosciuto per la sua fotografia con caratteristiche uniche. Il suo stile è audace e lo si nota anche per i giochi di colori che utilizza, ma mantiene sempre un aspetto complessivo tagliente e fiero. Uno dei suoi lavori più recenti vede la collaborazione con Bella Hadid per la cover di W Magazine per il loro cinquantesimo anniversario dal primo numero.

Rafael Pavarotti

Le sue prime fotografie erano fatte in collaborazione con i suoi giovani amici, i quali hanno raccolto i soldi per raccogliere le pellicole. Le fotografie venivano scattate prevalentemente sulle spiagge e attorno ad edifici abbandonati. Inizialmente, lui era stato dalla carriera di modello e si è avventurato nei casting. Più tardi, fu invitato da un amica per accompagnarla ad un servizio. È qui che per la prima volta ha sperimentato il mondo dietro la macchina fotografica e ha cementato la sua decisione di diventare un fotografo. A sedici anni ha lasciato la sua piccola cittadina natale e si è spostato in centri urbani dove potesse affermarsi professionalmente.

I MESSAGGI SOCIALI DI  PAVAROTTI

Pavarotti è appassionato nell’implementare la comunità nera all’interno del mondo della moda e nel ampliare narrative storiche. Ha spesso espresso la sua ambizione nell’aiutare le popolazioni meno rappresentate di oggi per trovare una rappresentazione più egalitaria per il futuro. Infatti, Pavarotti ha dichiarato,

“Molto di quello che io faccio oggi è per le generazioni che hanno da venire e per coloro che ancora non sono nati”.

Pavarotti spesso usa la moda e i suoi lavori editoriali come un prima attraverso cui si possano esplorare e commentare il problemi sociali e culturali. Lui sostiene che l’abbondanza di modi di mostrare e di esprimersi attraverso la moda, la rendano un fantastico medium, non solo utilizzabile per fare domande, ma anche per offrire delle risposte.
In progetti precedenti,  aveva fotografato i modelli avvolti in fasce di plastica triturata, così da evidenziare come questa stia soffocando il mondo vivente dei nostri oceani. Questa tema gli è molto caro anche perché vuole rivolgere l’attenzione ai problemi socio-politici che riguardano la sua casa.

“La celebrazione dell’esperienza dei neri e degli indigeni sarà sempre specificamente parte del mio lavoro, perché è anche parte di me. Come fotografo indigeno africo-brasiliano, la mia esistenza e il mio lavoro sono già politici”.

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