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Outlet: grande negozio che vende  rimanenze, capi della stagione precedente e campionari

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L’outlet a Vicolungo

Gli outlet sono spacci, grandi superfici attrezzate, per mettere in vendita rimanenze e fine serie, eccedenze di stock, campionari e capi della stagione precedente. Una vasta scelta di marchi e firme dell’alta moda a prezzi scontati dal 25 al 70 per cento. Sono nati e rapidamente diffusi negli Stati Uniti (più di 300), ma si sono sviluppati a macchia d’olio in tutta Europa (attualmente sono 70, ma si prevede il raddoppio in pochi anni). Il concetto è quello del “chip and chic”, vestirsi bene e firmato, senza spendere capitali.

I primi outlet in Italia erano monomarca, spesso dislocati fuori città, nati all’inizio come spacci aziendali. Da Aspesi a Legnano, Fratelli Rossetti a Parabiago, a Lario 1898 a Cirimido. Ma ancora Samsonite a Corsico, Tacchini a Caltignaga in provincia di Novara, Superga e Siport a Segrate. E infine Fila a Biella, Prada in Toscana, Antonio Fusco a Corsico. Altri, come Coccinelle, Fenegrò, Etro, Larusmiani si trovano in città, veri e propri negozi monomarca, che si distinguono dalle omonime boutique solo per una questione di prezzo. Negli anni ’90, sull’esempio americano e parigino, fanno la loro apparizione outlet più grandi, multispacci che ospitano e riuniscono in un unico grande spazio le griffe più famose. Dall’abbigliamento per donna, uomo e bambino a quello sportivo, dalle calzature alle borse e alle valigie, dalla biancheria intima, ai costumi da bagno, agli occhiali.

Il primo factory outlet del sud Europa

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Il primo outlet del sud Europa, Foxtown

Il 4 novembre 1995 si è inaugurato il primo factory outlet del sud Europa, a Mendrisio, nel Canton Ticino: Foxtown. Dall’architettura modernissima, dislocato in più blocchi su vari livelli, ospita al suo interno un casinò e dai nove negozi iniziali è passato a 130 per un totale di 200 marchi diversi. È frequentatissimo, soprattutto nei week-end che producono da soli circa il 50 per cento degli incassi settimanali. Il 7 settembre 2000, ha debuttato il Designer Outlet di Serravalle Scrivia, a pochi chilometri dall’uscita dell’autostrada Milano-Genova. È come un piccolo paese, all’aperto, con le strade asfaltate su cui si affacciano tante casette-boutique, caffè e servizi vari. Una vera e propria “cittadella della moda”.

Luca De Ambrosis Ortigara è l’amministratore delegato e direttore generale per l’Italia della società americana McArthurGlen, che, dopo Parigi, per prima ha importato da noi il modello allargato dell’outlet. Lo spazio commerciale di Baa McArthurGlen e Fingen è in continua espansione: dai 60 negozi iniziali ha raddoppiato a 120 e si prevede la prossima apertura di altri 15. Nell’ottobre 2003, ne è stato aperto un secondo, lungo la via Pontina a Castelromano, 20000 metri quadrati e 95 firme di prestigio. L’obiettivo è di ripetere il successo di Serravalle, che nel 2002 ha avuto un fatturato di 118 milioni di euro, con oltre sette milioni di visitatori. Nel 2004 è previsto un terzo outlet vicino a Firenze, seguito l’anno dopo da un altro in provincia di Padova.

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Il Designer Outlet di Serravalle Scrivia

Il nuovo concetto di “fashion district”

Gli outlet sono ormai diventati il nuovo canale distributivo del terzo millennio, che, pur mantenendo alta l’immagine della firma, per strategia industriale ne ribassa i prezzi. Una nuova e innovativa forma di grandi outlet saranno a breve in Italia i “fashion district”. In un’intervista al Corriere della Sera (12 maggio 2003), Luca Bastagli amministratore delegato del gruppo più importante, ha dichiarato: “Saranno autentici life-center, attrezzati come quelli americani con ristoranti, spazi per lo svago e il divertimento”.

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