Mariella Burani Fashion Group
Mariella Burani Fashion Group (1960-2010) è un gruppo multibrand e multiprodotto
Mariella Burani Fashion Group ha sede a Cavriago, in provincia di Reggio Emilia. Sulla facciata esterna dello stabilimento produttivo appare ancora Selene, il primo nucleo dell’azienda, fondata nel 1960 da Walter e Mariella Burani, che allora produceva e distribuiva vestiti per bambini. L’azienda, gestita sviluppata e guidata sempre dai coniugi Burani, (ricoprono rispettivamente le cariche di presidente e direttore creativo) ha seguito un’evoluzione strategica che l’ha condotta ad assumere un ruolo di primo piano nel Made in Italy. Dopo un decennio concentrato a produrre abiti prêt-à-porter da donna, sul finire degli anni ’80, si focalizza sulle licenze.
Entrano in scuderia griffe importanti quali Valentino, con le collezioni Carisma e Carisma Rouge (1993), Gai Mattiolo prêt-à-porter e conformato (’96), Gai Mattiolo Fashion Jeans (’97) e Calvin Klein Collection line (’99). Ma il “la” allo sviluppo, che prelude all’attuale dimensione, avviene negli ultimi anni, con la politica delle acquisizioni. Nel ’99 ne vengono messe in cantiere: la storica griffe Mila Schön, l’azienda di maglieria Dimensione Moda e l’Internet provider, Sedoc-Trading.
Il nuovo millennio per Mariella Burani Fashion Group
Nel 2000, la campagna acquisti procede con la rilevazione del 60 per cento di Gabriella Frattini, leader nella maglieria di lusso. Ma il 2000 si rivela un anno importante per altre tre ragioni: in primo luogo perché la società si quota in Borsa; in secondo luogo perché incomincia la diversificazione nel settore “leather goods” (pelletteria), attraverso l’acquisizione di due aziende, Braccialini e Dei Mutti; infine, perché viene lanciato Fashionweb.net, webcaster ufficiale della Camera Nazionale della Moda Italiana.
Il 2001 è un anno ancor più ricco di operazioni che danno un volto nuovo al Gruppo emiliano, il quale si concentra sulla nuova divisione pelletteria. Viene creato il marchio Antichi Pellettieri e vengono assorbite quattro aziende: Baldinini, Mario Cerruti e Mafra (calzature di lusso), ed Enrico Mandelli, che realizza abbigliamento in pelle.
L’anno si chiude con l’acquisizione di Moda Trading, licenziatario storico delle linee jeans e sportswear di Mariella Burani; la formazione di una joint venture con Stephen Fairchild, per la produzione e distribuzione delle linee uomo e donna di abbigliamento. Infine, con l’importante acquisizione di un ramo di Gft, che comprende il marchio Sahzà e 13 “corner” nei più prestigiosi departement store internazionali. Tali acquisizioni consentono al Gruppo di chiudere il 2001, anno horribilis per le aziende di moda, con un fatturato pari a 221,7 milioni di euro (+41%).
I vari acquisti del gruppo
Nel febbraio del 2002, Mariella Burani Fashion Group “incamera” un’altra fetta di Gft, assorbendo Revedi S.p.A. e Revedi Sa, che gestiscono 18 outlet in Italia e Svizzera per un controvalore di 3,7 milioni di euro. Un mese dopo tocca a Itm, azienda comasca produttrice di tessuti di seta e jersey, a passare sotto il controllo di Burani. La spesa è di 12,3 milioni di euro.
L’anno si conclude con l’acquisto, a dicembre, del 50 per cento della tedesca René Lezard Mode, produttrice di abbigliamento lusso per uomo e donna. Questa politica paga. L’anno si chiude con un fatturato di 273,9 milioni di euro (più 23,5 per cento rispetto al 2001) con un risultato netto pari a 11 milioni di euro (più 96 per cento).
A metà 2003 arriva l’annuncio dell’accordo con Sector, per la produzione e distribuzione di orologi Burani, che porta a 18 il numero delle licenze attive. La partnership avrà durata quinquennale con possibilità di rinnovo alla scadenza. Il lancio sul mercato è fissato per la primavera 2004. Ancora un’acquisizione, che questa volta interessa la Francesco Biasia. Il 60% della società vicentina passa sotto il controllo di Burani per il prezzo di 10,2 milioni di euro.
Nel giugno del 2003, Interbanca compra una quota pari al 33 per cento della Burani Designer Holding Bv, gruppo di diritto olandese della famiglia della stilista. La partecipazione come gruppo di minoranza della merchant bank favorirà nuovi investimenti, al fine di valorizzare realtà made in Italy di dimensioni medie.
L’inizio della crisi e il fallimento
Dall’estate 2008, il valore delle azioni Mariella Burani continua a diminuire drasticamente; il 28 agosto 2009 vengono scambiate a 2,522 euro l’una. L’11 gennaio 2010 la procura di Milano ha depositato una richiesta di fallimento per Mariella Burani. L’11 febbraio il Tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento della Burani Designer Holding.
I giudici, che hanno quindi stabilito la competenza territoriale del procedimento nel capoluogo lombardo, nella sentenza sostengono che non esistono “le condizioni minime per una operazione di salvataggio” della controllata, per via indiretta, Mariella Burani Fashion Group. La sentenza ha inoltre nominato quale curatore fallimentare Diego Moscato.
Il 26 febbraio 2010 si è dimesso l’intero consiglio di amministrazione di Mariella Burani Fashion Group e viene dichiarato il fallimento del gruppo.
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