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Mandarina Duck

Mandarina Duck è un marchio italiano di borse, valigie e abbigliamento

Mandarina Duck è l’azienda fondata dai due cugini Paolo Trento e Pietro Mannato successivamente ad un loro viaggio in Turchia e Marocco. Il nome è ispirato all’anatra mandarina che vive sulle rive del fiume Ussuri (al confine tra Russia e Cina). Tale animale fu scelto perchè rispecchiava i valori del marchio: piumaggio molto colorato, tenace e con le penne impermeabili.

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Lo zainetto Utility di Mandarina Duck

Sarà il numero 7 a portare fortuna all’azienda Mandarina Duck, che ha proposto la sua prima borsa Mandarina Duck, lo zainetto Utility coloratissimo e in materiale gommato, nel 1977. Nel ’97, ha poi presentato, con la stessa etichetta, la prima collezione di abbigliamento. In questi anni il brand si espande aggiungendo diverse linee e aprendo negozi fisici in tutto il mondo.

La bandiera della griffe è lo stile cosiddetto urban chic. Alterna tessuti-pergamena al nylon opaco. L’utilizzo del mitrix, tessuto esclusivo composto per il 50 per cento da nylon e per l’altra metà da poliestere, caratterizza dall’89, la fortunata linea giovanile Md20. La produzione va dalle borse alle valigie, dagli zaini alle giacche e ai pantaloni.

Nel 1996 rileva Lamarthe, marchio di pelletteria femminile francese.

La presenza al Museo di Arti Decorative di Berlino

Alcuni pezzi del brand sono esposti al Museo di Arti Decorative di Berlino. Nel 2002 Mandarina Duck decide di misurarsi con altri prodotti: lancia così una collezione di orologi e una di occhiali e, nel 2007, anche un telefono cellulare. L’apprezzamento del pubblico porta il brand a proseguire la strada dell’innovazione, entrando nel 2004 nel mondo della cosmesi, con prodotti e fragranze. Nello stesso anno, Mandarina Duck e BMW siglano un accordo riguardante l’ideazione, la produzione e la distribuzione di borse da viaggio e accessori legati alla Mini Cabrio.

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Zaino firmato Mandarina Duck

Il periodo di difficoltà

Nel 2003 la società entra in difficoltà, con il fatturato che crolla del 19% e i conti in rosso. Così nel 2004 Lamarthe viene ceduta. Nel 2008 anche Mandarina Duck passa di mano, entrando per 27,5 milioni di euro a far parte di Antichi Pellettieri, società sotto il controllo di Mariella Burani Fashion Group. Nel marzo 2010 il Gruppo Burani finisce in amministrazione controllata.

Anche per Mandarina Duck inizia un periodo nero con il fatturato che nel 2011 precipita da 50 a una trentina di milioni. E proprio quell’anno è ceduta, con un aumento di capitale di 27 milioni di euro, ai coreani di E-Land, un gruppo con un fatturato di 7 miliardi di dollari, proprietario di hotel e parchi tematici e gestore di 7 mila punti vendita monomarca in Cina e 2 mila in Corea per una sessantina di marchi asiatici. I coreani, che già nel 2010 avevano rilevato in Italia il gruppo calzaturiero Lario (brand Sutor Montellassi a cui fanno capo i marchi Lorenzo Banfi, Lario 1898, Nebuloni e Bressan e Verdelli), acquisiscono quasi contemporaneamente a Mandarina Duck il marchio Coccinelle.

Da Bologna a Milano

Nel 2015 Mandarina Duck abbandona Bologna, la sede è trasferita a Milano in via Tortona, è chiuso anche lo stabilimento di Cadriano (Bologna) dopo averci già provato nel 2013,viene esternalizzata la produzione dei campioni dopo che già quella dei prodotti è stata trasferita all’estero Nel 2016 la società apre un flagshop a Milano in via Brera e ritorna anche nei mercati europei a suo tempo abbandonati, in Spagna, Germania, Austria, Francia, Benelux.

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