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H&M, il marchio di moda low cost sempre più sostenibile

H&M sostenibilità
La linea Conscious

Indice:

  1. Il marchio
  2. La crescita dell’azienda
  3. H&M e Karl Lagerfeld
  4. Le altre collaborazioni
  5. La collaborazione di The Vampire’s Wife
  6. La linea sostenibile
  7. La situazione finanziaria

Il marchio

H&M. Marchio di moda low cost fondato nel 1947 dallo svedese Erling Persson, nasce con il nome di “Hennes” (per Lei) negozio specializzato in abbigliamento femminile che inizialmente si ispira alle grandi case Dior e Givenchy, come modello stilistico, e ai grandi magazzini americani come target di prezzo. Nel 1968, in seguito all’acquisizione del negozio di articoli da caccia “Mauritz Widforss”, Persson incorporerà nell’offerta anche una linea di abbigliamo maschile. Dalla combinazione dei due nomi nascerà la società Hennes & Mauritz, abbreviata poi nella odierna denominazione di H&M, dal 1974 quotata alla borsa di Stoccolma.

La crescita dell’azienda

Con la crescita dell’azienda verranno inaugurati negozi anche fuori dai confini della nazione, arrivando a conquistare prima la penisola scandinava ed in seguito l’Europa; alle linee di abbigliamento già esistenti si aggiungeranno anche le collezioni per neonati, bambini, teenager e una linea di cosmetici. Tutte le produzioni saranno decentrate tra Europa ed Asia per garantire al consumatore il miglior prezzo competitivo possibile.

Negli anni Ottanta, il figlio Stefen prenderà il ruolo di amministratore delegato portando l’azienda verso un’espansione internazionale che arriverà presto anche negli USA. Il successo di H&M è mondiale. La formula di un abbigliamento alla moda, ma low cost, si sposa perfettamente con il bisogno di massa della società, sempre più attenta all’apparire ma non sempre disposta a sborsare ingenti cifre per un capo.

Negli anni successivi l’azienda si doterà di un vero e proprio team creativo. Team composto perlopiù da giovani designer svedesi, per non limitarsi solo a copiare i trend delle ultime sfilate, ma per sviluppare un “total look” più distintivo ed uno stile più riconducibile al marchio. Al contempo verrà intrapresa un’efficace strategia di marketing volta a rendere il brand desiderabile anche per una categoria di consumatori più alta. Verranno avviate forti campagne pubblicitarie destinate a comparire su importanti riviste di moda con la scelta di testimonial e linguaggi tipici del prêt-à-porter.

H&M e Karl Lagerfeld

Il passo successivo arriva nel 2004. L’azienda chiamerà il direttore creativo di Chanel e Fendi, Karl Lagerfeld, per disegnare una linea di abbigliamento one shot esclusiva ma, ovviamente, low cost. L’operazione, di grandissimo successo mediatico e commerciale, otterrà l’effetto desiderato. Spostare la percezione del marchio H&M, arenato nel cliché del pronto moda, verso quello di un’azienda moderna ed innovativa che vanta il contributo – e la considerazione – di designer di altissimo livello. L’operazione richiamerà l’attenzione del pubblico anche per via dell”unicità della collezione, strategicamente realizzata in edizione limitata e distribuita solo in alcuni selezionati negozi. Questo aspetto, in particolare, genererà un forte clamore virale da parte di fashion victim e opinion leader, incuriosendo la stampa che vedrà ogni simile successiva iniziativa come un evento.

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Le altre collaborazioni

Sulla scia del successo, negli anni seguenti H&M ha attivato altre fortunate collaborazioni . Quella con Stella McCartney (2005), Viktor & Rolf (2006), Roberto Cavalli (2007), Comme des Garçons (2008). Ma anche Matthew Williamson (2008), Sonia Rykiel (2009), Jimmy Choo (2009) e Lanvin nel 2010. Anche le popstar Madonna e Kylie Minogue hanno accolto l’invito di H&M a collaborare in veste di “guest designer” firmando rispettivamente la collezione “M by Madonna” e una linea di costumi.

Tra le collaborazioni più riuscite, che registra sold out dopo poche ore dal lancio, c’è Versace, nel 2011. Il sito web di H&M è andato in crash sotto il peso del traffico.

La collezione si sviluppa principalmente sull’oro, cornici greche e abiti rosa. La co-lab è stata promossa con un’ADV scattata dai famosi fotografi Mert e Marcus e la fenomenale esibizione di rapper femminile di Nikki Minaj. 

A susseguirsi, nel 2014 la partnership con Alexander Wang (con una collezione dal mood sportswear e funzionale), Balmain nel 2015 con uno show che vede protagoniste le top model Kendall Jenner e Gigi Hadid; Kenzo nel 2016 con una serie di abiti d’ispirazione animalier che celebra il fondatore Kenzo Takada. E ancora, Erdem nel 2017, Moschino nel 2018, Giambattista Valli nel 2019 e Simone Rocha nel 2021. 

La collaborazione con The Vampire’s Wife

La collaborazione di The Vampire’s Wife con H&M è audace e femminile. I pezzi importanti includono il mini abito in pizzo con spalle caratteristiche, il mini abito vellutato con un sensuale fiocco e la romantica mantella in pizzo argentato, composta da nylon riciclato e poliestere riciclato.

La linea sostenibile

Nel 2010 il marchio lancia la linea Conscious realizzata con materiali sostenibili come cotone organico e poliestere riciclato. Il programma attuato ai fini di promuovere la sostenibilità prevede anche il servizio di abiti a noleggio.

Nel 2019, H&M annuncia, infatti, che avrebbe testato il servizio noleggio di abbigliamento presso il suo flagship store di Stoccolma per i membri del suo programma fedeltà. I clienti possono, così, noleggiare vestiti facente parte di una collezione composta da 50 indumenti. 

Il flagship store testerà anche un servizio di riparazione dei capi. I clienti del marchio, che sono membri del programma di fidelizzazione, hanno avuto la possibilità di selezionare capi di abbigliamento della collezione Conscious Exclusive 2012-2019. Questi pezzi sono stati realizzati con materiali sostenibili, segnando un approccio eco-friendly alle etichette di fast fashion. Nel 2020, ad aderire al programma sono oltre 100 milioni di clienti dislocati in 26 di 74 mercati tra cui, India, Australia e Corea del Nord. 

Situazione finanziaria

Nel 2020 il valore stimato di H&M è di 13,86 miliardi di dollari, in decrescita rispetto al 2019 quando il marchio è stato valutato per circa 15,86 miliardi di dollari.

Dal 2009 Karl-Johan Persson, nipote del nonno fondatore Erling, è presidente e CEO della società.

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