Givenchy
Givenchy è una casa di moda francese fondata dallo stilista Hubert de Givenchy
Indice:
- Le origini di Givenchy
1.1 La fama - Lo sviluppo del brand
- Il nuovo secolo
3.1 La direzione di Riccardo Tisci
3.2 Clare Waight Keller
3.3 Matthew M. Williams
È responsabile di una delle più gloriose rivoluzioni del costume moderno. Capace di unire magistralmente semplicità e sofisticatezza, grazie all’equilibro tra linee pulite e ricchezza dei tessuti, tra attenzione maniacale al dettaglio e leggerezza complessiva delle silhouette.
Le origini di Givenchy
Uomo di non comune eleganza fisica, di composita cultura e dal gusto innato, Hubert de Givenchy approda nella Parigi del dopoguerra dalla provincia di Beauvais. Proveniente da un ambiente famigliare borghese dalla rigorosa educazione protestante, si ribella al futuro designato dai genitori cercando asilo a Parigi, nell’atelier di Jacques Fath, il più giovane, estroso e trascinante sarto del momento, per poter realizzare il sogno di creare abiti nonostante la disapprovazione della famiglia.
L’atmosfera mondana, profumatissima, sensuale e pericolosa della Parigi del tempo peggiora i rapporti con la famiglia che verranno recuperati solo in seguito quando il giovane Hubert si trasferisce a lavorare nella sartoria di Robert Piguet, uno stilista svizzero protestante dallo stile più classico, quindi benvisto dai genitori. Successivamente approda nello studio della famosa Elsa Schiaparelli. Qui rimarrà quattro anni, apprendendo metodologie di progettazione e tecniche di realizzazione, tra classicismo, innovazione ed eccentricità, imparando anche a usare l’effetto sorpresa per elevare a pratica artistica il lavoro sartoriale.
La fama
Debutta a 25 anni, nel 1952, con una collezione che porta il suo nome. Questo dà il via alla lunga tradizione del marchio Givenchy, del quale rimarrà responsabile fino al 1995. Il suo particolare legame con la comunicazione della moda e con le indossatrici è sottolineato dalla creazione della blouse Bettina, che porta il nome di una delle più richieste indossatrici dell’epoca.
È del 1957 l’incontro con la celebre attrice Audrey Hepburn. Da quel momento in poi sarà la sua musa vivente, il suo ideale femminile, che si farà accompagnare dalle creazioni del genio di Givenchy in uno dei suoi più celebri film, Sabrina, decretando un punto di svolta nella storia del costume che vedrà per la prima volta abiti di scena prodotti da una sartoria indipendente dagli Studios americani. Fisico acerbo, ingenua sicurezza, bellezza interiore, porterà, nei film come nella vita, solo le sue creazioni, divenendo l’ambasciatrice naturale del taglio classico. Per lei Hubert de Givenchy creerà la sua prima fragranza, Interdit.
Le tenute ispirate allo sport, gli abiti grembiule, i pantaloni a fiori di campo e i suoi tailleur sono la declinazione e lo sviluppo della visione caratteristica di Givenchy sin dalle prime collezioni. Tessuti e forme da camicia, comfort, eleganza, sobrietà. Questa concezione stilistica si afferma maggiormente dopo l’incontro con Cristóbal Balenciaga che riconosce come proprio maestro nella creazione architetturale dell’abito e nella spoglia, scolpita vitalità.
Lo sviluppo del brand
Quando il sarto spagnolo, nel 1968, si ritira dall’alta moda, Givenchy ne eredita la clientela. Prestigiosa come la propria, composta di attrici e donne del set internazionale da Lauren Bacall alla duchessa di Windsor, da Jean Seberg a Grace di Monaco e Jacqueline Onassis. Nel 1988, lo stilista si ritira e vende la maison alla LVMH di Bernard Arnault. Da allora la griffe alterna stilisti del calibro di John Galliano, che rimane per due anni, e Alexander McQueen, che tendono a dilatare alcuni aspetti della creatività e dello stile del couturier senza riuscire a mantenere la visione d’insieme che ha definito l’inafferrabile e costante eleganza d’un tempo.
Al lavoro di Givenchy, consacrato da due Dé d’Or (1978, 1982) e dall’Oscar dell’eleganza (1985), viene dedicata nel 1991, al parigino Museo Galleria della Moda e del Costume, un’indimenticabile retrospettiva. Nel marzo dello stesso anno Yves Carcelle, che guida la sezione moda di LVMH, dovendo sostituire Alexander McQueen passato a Gucci, sceglie come direttore artistico di Givenchy lo stilista gallese Julien MacDonald.
Al debutto disegna una donna classica, in sintonia perfetta con il gusto francese e lo stile della griffe che compie cinquant’anni. La sfilata, molto esclusiva, ha luogo in un appartamento privato in Avenue Foch. Tre i colori di base, quanto di più classico si possa immaginare, nero, bianco e grigio. Silhouette molto lineari, senza inutili sovrastrutture, caratterizzata al massimo da un fiocco a segnare la vita o uno scollo abissale sulla schiena, le maniche a sbuffo, la gonna a corolla, tutto in perfetto stile Givenchy. La maison francese ha stretto inoltre accordi con due nuovi alleati italiani per la produzione della collezione. De Rigo per gli occhiali e Rossi Moda per le calzature. Entrambe le società sono legate al gruppo LVMH, di cui Givenchy fa parte.
Il nuovo secolo
Nel 2001, MacDonald, da sempre amante dell’Italia, realizza il suo sogno di presentare la propria collezione nella suggestiva cornice di Trinità dei Monti, a Roma. Successivamente, Ozwald Boateng subentra alla direzione creativa del marchio dove rimarrà dal 2003 al 2005.
La direzione di Riccardo Tisci
Poi la direzione creativa del marchio è stata ricoperta da Riccardo Tisci, italiano nato a Como. Con la sua prima collezione Haute Couture per Givenchy del luglio 2005, rivoluziona in maniera decisiva l’estetica di un nome della moda che rischiava di scomparire.
Con i suoi richiami gotici e il lavoro sublime di sartoria, Riccardo Tisci entra attraverso Givenchy nella storia della moda. Riesce a portare agli antichi fasti il marchio parigino, grazie a una genialità paragonabile soltanto a quella del fondatore Hubert, pur essendo stilisticamente differente.
La provocazione, diventata progressivamente elemento distintivo del marchio insieme al suo carattere d’innovazione, ha conferito al marchio un’allure contemporanea. Tisci, pur mantenendosi assolutamente fedele e rispettoso nei confronti della storia e dell’heritage del marchio per il quale ha creato una nuova musa e portavoce di stile, la modella italiana Mariacarla Boscono, è riuscito a convogliarvi le necessità estetiche e gli immaginari contemporanei apportando una svolta epocale allo stile del marchio.
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