Frisa
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Frisa, Maria Luisa

Maria Luisa Frisa (1953) è una critica d’arte, curatrice e professoressa di Design della moda  e Arti Multimediali a Venezia

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Fotografia di Francesco De Luca

Nata a Venezia, Maria Luisa Frisa ha scelto Firenze come città per approfondire la sua passione per l’arte, è qui infatti che si è laureata in lettere e filosofia nella facoltà di Storia dell’arte. Nella città toscana incontra Stefano Tonchi con il quale fonda negli anni ’80 Westuff Magazine. Progetto che racconta l’ambiente underground fiorentino, la moda, i locali e il teatro d’avanguardia, tutto il desiderio dei ragazzi di provincia di trascendere. Nasce così la sua passione per la moda, che si consolida quando Armani nel 1987 la sceglie per il progetto Emporio Armani Magazine, ma anche come consulente per la comunicazione, l’immagine e gli eventi. Sempre con Stefano Tonchi ha collaborato con il Centro moda di Firenze per la realizzazione di Pitti Trend, che nasce con l’obbiettivo di osservare i fenomeni di tendenza nella moda.

Maria Luisa Frisa: la Iuav di Venezia e Dune

Dal 2005 Maria Luisa Frisa è professoressa ordinaria all’Università Iuav di Venezia, dove tiene il corso triennale di Design della Moda e Arti Multimediali, e quello magistrale in Arti Visive e Moda. Proprio all’interno dell’ambiente Accademico porta avanti il progetto Dune. Dune è una rivista semestrale, pubblicata in inglese e in italiano, che ruota intorno alla cultura della moda. Si tratta di numeri monotematici, uno spazio libero, un invito ad andare oltre e raccontare le trasformazioni culturali, politiche e sessuali che stanno determinando cambiamenti importanti nel nostro tempo.

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Dune

Il progetto del Gucci Garden

Nel 2018 Maria Luisa Frisa collabora con Alessandro Michele per la realizzazione del Gucci Garden. All’interno di un palazzo storico fiorentino viene ripercorsa la storia della maison, un dialogo tra passato e presente raccontato attraverso abiti, libri e magazine. L’ispirazione nasce dai musei di storia naturale, dai giardini rinascimentali, dall’arte di De Chirico per le silhouette. Alle spalle un lavoro di ricerca durato mesi all’interno dell’archivio Gucci.

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Gucci Garden

Le mostre curate da Maria Luisa Frisa

Numerose le mostre che la Frisa ha curato durante la sua carriera, partendo dall’arte contemporanea è approdata poi alla moda. La moda è per lei un punto di vista straordinario sul nostro tempo, è complessa ma non va semplificata, va raccontata in maniera comprensibile. Il suo obbiettivo è narrare attraverso la moda i contrasti e i contatti del suo tempo.

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Italiana. L’Italia vista dalla moda

Nel 2018 a Palazzo Reale di Milano, in onore dei sessant’anni della Camera Nazionale della moda nasce ‘Italiana. L’Italia vista dalla moda 1971-2001’. La storia dell’Italia cammina di pari passo con quella della moda, artigianalità e grandi stilisti si incrociano nell’alternarsi delle nove sale della mostra. Un percorso che parte dal 1971, data d’inizio del prêt-à-porter italiano con la collezione unitaria di Walter Albini, e termina nel 2001.

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MEMOS

Nel 2020 ha curato la mostra MEMOS, presentata al Museo Poldi Pezzoli. Partendo dalle Lezioni Americane di Italo Calvino, la mostra vuole innescare una serie di riflessioni sulla moda contemporanea e sul concetto stesso di moda. Ma MEMOS è anche un avocazione degli appunti di Diana Vreeland, una riflessione sulla fotografia, e un tributo alla mostra ospitata nello stesso edificio nel 1980, intitolata ‘1922-1943: Vent’anni di moda italiana’.

Le pubblicazioni

Oltre le riviste, luogo per esprimere la propria visione e dove sperimentare nuovi linguaggi, Maria Luisa Frisa ha pubblicato diversi libri e curato i cataloghi di varie mostre (tra questi ‘Lo sguardo italiano. La fotografia italiana di moda dal 1951 a oggi’, ‘Human Game. Vincitori e vinti’, ‘La prima donna della moda italiana’, ‘Lei e le altre. Moda e stili nelle riviste RCS dal 1930 a oggi’). Tra le pubblicazioni ricordiamo ‘Walter Albini e il suo tempo. L’immaginazione al potere’, ‘Il bello e il buono. Le ragioni della moda sostenibile’; Diana Vreeland After Diana Vreeland‘. Ha curato inoltre ‘Giorgio Armani-il sesso radicale’ scritto da Giusi Ferrè e inserito nella collana ‘Mode’ nata in collaborazione con Marsilio.

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