Ferri, Fabrizio
Fabrizio Ferri (1952), fotografo italiano
Fabrizio Ferri è nato da una famiglia di intellettuali della sinistra storica romana. Studi classici, appassionato di musica, a 19 anni si avvicina alla fotografia per caso, con il ritratto di un padre e una figlia colti durante una manifestazione di piazza e pubblicato dal quotidiano Paese Sera, come foto-simbolo. L’esperienza lo affascina: dopo aver lavorato come reporter di costume e di politica per L’Espresso, Il Messaggero, L’Unità, passa alla fotografia di moda, iniziando subito a collaborare con le maggiori testate italiane, Linea Italiana, Vogue e successivamente, in esclusiva, per Donna e Mondo Uomo.
Foto di Fabrizio Ferri dallo stile semplice e naturale
Le sue foto di moda non sono leziose né artefatte. Si possono definire dei ritratti sinceri di donne di cui sembra voglia mettere a nudo l’anima, e in cui l’abito è visto come complemento della personalità. Immagini diverse da quelle in voga agli inizi degli anni ’80. Infatti attraggono per il misto di sensualità, semplicità, intensità. Questi fattori gli permettono di affermarsi in breve come uno dei più interessanti e richiesti fotografi italiani della nuova generazione. Aperto, curioso, instancabile, entusiasta, trascinatore, sulla scia del repentino successo, diventa imprenditore, musicista, scrittore, regista.
L’Era di Superstudio
Nel 1984, con Flavio Lucchini, trasforma una serie di capannoni di un deposito merci della stazione di Porta Genova a Milano nel Superstudio, il più grande complesso europeo (7 mila metri quadrati) di studi fotografici e in un importante punto di riferimento per la fotografia di moda. Nell’88 la società si divide in Superstudio 13 e Industria Superstudio. Negli anni successivi, partono altre iniziative come Industria Superstudio Overseas. Si tratta di 5mila metri quadrati di studi nel Greenwich a New York. In più viene creata la linea di abbigliamento Industria e una scuola legata alla plurisensorialità, l’Università dell’Immagine.
Fabrizio Ferri ama stupire: compone colonne sonore per film e sceneggiati televisivi, scrive il breve romanzo Discrete avventure di Vito Zuccheretti, uomo comune, realizza spot e video (come il corto Prelude, in concorso al Festival del cinema di Venezia del ’98 che, inserito poi in una trilogia che comprende anche Aria e Carmen, gli è valso nel 2001 il premio Rai Star Digital Show), promuove campagne sempre dominate dal suo stile minimalista come quella di Blunauta 2002. Ha pubblicato diversi libri fotografici come Aria (1997), primo volume realizzato totalmente in ripresa digitale e dedicato alla sua compagna, l’etoile Alessandra Ferri, Open Eyes, Acqua e, nel 2000, Forma. Vive fra New York, Milano e l’isola di Pantelleria.
Fabrizio Ferri auspica che le tecnologie che oggi permettono a tutti di scattare delle foto perfette, siano arricchite dai valori umanistici individuali affinché la fotografia continui ad essere un mezzo di espressione per raccontare e condividere le proprie emozioni.
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