Emilio Pucci
Emilio Pucci è una casa di moda italiana, fondata nel 1947 dall’omonimo stilista napoletano.
Indice
- Le origini
- Le stampe Pucci
- Il successo
- Collaborazioni
- Laudomia Pucci
- Pucci è rilevato da LVMH
- Christian Lacroix
- 60° anniversario
- Esposizioni ed eventi
- Direttore Creativo: Massimo Giorgetti
- Situazione attuale
- La nuova era di Pucci
Le origini
Emilio Pucci (1914-1992) è uno stilista italiano nato a Napoli da padre di origini russe, dopo aver studiato Scienze sociali ad Athens, in Georgia, e a Portland, in Oregon, nel 1938 si arruolò come ufficiale nell’aviazione italiana. Dopo aver conseguito, nel 1941, la laurea in Scienze politiche a Firenze, si distinse per il coraggio dimostrato durante il secondo conflitto mondiale.
Il suo approccio alla moda avvenne in modo del tutto casuale nel 1947, sulle nevi di Zermatt, dove era solito allenarsi con la squadra olimpionica di cui faceva parte. Toni Frissell, nota fotografa di Harper’s Bazaar, lo immortalò insieme a un’amica per la quale aveva improvvisato un completo da sci.
Il successo fu immediato e un anno dopo, nel dicembre del 1948, venne pubblicata sulla stessa rivista la sua prima collezione sportiva. I suoi modelli furono subito acquistati dal department store Lord and Taylor e commercializzati negli Stati Uniti con l’etichetta “Emilio”. La stampa e il mercato americani riservarono una grande accoglienza ai vestiti pratici e comodi di Pucci.
Le stampe Pucci
Emilio Pucci fu molto influenzato dai mosaici siciliani, dagli stendardi araldici, dai batik di Bali e dai motivi africani. Inventò uno stile unico, riconoscibile per i suoi tessuti stampati, prima stilizzati, poi geometrici. Incredibile l’uso del colore, che unisce sfumature in combinazioni impreviste. Le sue stampe sono sempre state disegnate per dare il meglio quando viste in movimento.
Il successo
Nel 1949, a Capri, debuttò anche con una collezione mare, impostata sui toni del bianco e del nero e realizzata con seta stampata della Guido Ravasi di Como. Il successo è tale che, nel 1950, decise di aprire una boutique alla Canzone del Mare di Marina Piccola.
I suoi modelli venivano tagliati e confezionati nel palazzo di famiglia a Firenze, dove aveva cercato di approntare un piccolo laboratorio artigianale, per far fronte alle incalzanti richieste.
La prima sfilata
Nel 1951 prese parte alla prima sfilata di moda italiana organizzata da Giovanni Battista Giorgini a Villa Torrigiani, a Firenze, alla presenza dei più importanti buyers americani. Da quel debutto sarà sempre presente al fashion show fiorentino sino al 1967, anno in cui preferirà continuare a sfilare nella propria sede di via dei Pucci.
Neiman Marcus Fashion Oscar
I leitmotiv della produzione boutique, novità assoluta nel panorama internazionale, gli procurarono nel 1954 l’Oscar della Moda dalla Neiman Marcus, come migliore creatore dell’anno. Celebri diverranno la sua collezione Siciliana del 1956, quella ispirata al Palio di Siena del 1957 e quella dedicata a Botticelli del 1959.
Emilioform
Sin dall’inizio della sua attività mostrò interesse per la sperimentazione sui materiali: nel 1953, con la Legler, produsse velluti artificiali e sintetici per pantaloni sportivi e, nello stesso anno, in alleanza con il Cotonificio Valle Susa, presentò il wally pliss stampato. Nel 1954 divenne celebre un nuovo jersey in organzino di seta finissimo, per la confezione di capi ingualcibili e dal minimo ingombro, ideali per la donna moderna.
Prodotto dalla Mabu di Solbiate e dalla Borselli di Como, fatto di finissima organza di seta, nel 1960 brevettò un particolare tessuto elastico chiamato Emilioform e composto da helanca e shantung di seta, comodo e leggero. Sono di questo tessuto i suoi pantaloni Viva con passanti sotto al piede e le sue note Capsule dall’eco spaziale.
Prima collezione Haute Couture
Sotto un’influenza sempre più spiccata per l’Oriente, nel 1962 propose la prima collezione di alta moda, caratterizzata dalla preziosità dei materiali e dalle lavorazioni di ricamo in cristalli Swarovski, applicati a mano per modelli che ricordavano i pigiama palazzo allora tanto in voga.
Collaborazioni
È del 1966 il suo primo profumo Vivara, seguito da Miss Zadig (1974) e da Pucci (1977), mentre è del 1968 la decisione di lanciarsi anche nella moda maschile, firmando un accordo con Ermenegildo Zegna. Inventore del total look ante litteram, Pucci firmò licenze per accessori e oggetti di ogni genere: dalla lingerie con la Formit alla porcellana con Rosenthal, dai tappeti con la Dandolo Argentina alle penne con la Parker, giungendo a disegnare nel 1971 persino l’emblema della missione spaziale Apollo 15 per la NASA. La sua rete di distribuzione raggiungeva 51 paesi.
Laudomia Pucci
Dagli anni ’80 lo affiancò nell’attività creativa la figlia Laudomia, che, dalla scomparsa del padre, avvenuta il 29 novembre 1992, diresse l’azienda. All’inizio del 2000 uscì il film Isn’t she Great?, nel quale la celebre scrittrice americana Jacqueline Susann, interpretata da Bette Midler, tanto fanatica di Pucci da avere nel suo studio rosa persino le tende firmate “Emilio”, è completamente vestita Pucci e accompagnata da un cagnolino che chiama “Pucci, Poo”.
Lo spirito Pucci e la Puccimania non lasciarono indifferente il mondo della moda e nemmeno Katell Le Bourhis, consigliere di Bernard Arnault e già responsabile della sezione museale del costume al Metropolitan Museum di New York. Visitando gli archivi di palazzo Pucci, si rese conto di quanto profonda fosse stata l’influenza di “Emilio” nel mondo della moda.
Pucci è rilevato da LVMH
Nell’aprile del 2000, Cristina e Laudomia Pucci di Barsento – proprietarie del marchio di prêt-à-porter Emilio Pucci – conclusero un accordo con LVMH per l’acquisto del 67% della società: Arnault aveva accolto il suggerimento di Le Bourhis. Amministratore Delegato fu nominata la giovane Catherine Vautrin, che dal 1998 apparteneva allo staff dirigenziale della LVMH; Laudomia Pucci continuò a coordinare le strategie legate alla creazione e all’immagine, mentre l’operatività venne incorporata nella divisione Moda e Pelletterie del Gruppo di Arnault, presieduta da Yves Carcelle.
Christian Lacroix
Nell’ aprile del 2002 Christian Lacroix venne nominato Direttore Creativo di Emilio Pucci: nessuno, forse, quanto l’arlesiano col suo spirito mediterraneo, avrebbe saputo recepire ed esprimere meglio lo spirito del Prince of prints. Rivivono, così, attualizzati, le tonalità e gli accostamenti di colori incomparabili, quella moda che ha rappresentato e rappresenta la realizzazione del sogno di un autentico artista geniale ed innovativo, con una visione viva, esuberante, ottimista e nel contempo estremamente glamour, vuoi nel prêt-à-porter vuoi nell’abbigliamento mare.
Matthew Williamson, nuovo Direttore Creativo dal 2005, incluse nuovamente le stampe che tanto avevano reso famoso Emilio Pucci negli anni ’50 e ’60 nella collezione primavera-estate 2006. Reinterpreta in chiave moderna su abiti: più corti, con linee più nette e geometriche. Nello stesso anno, la maison Emilio Pucci collaborò con Omas per creare una penna a sfera in tre versioni, in edizione limitata, arricchita dalle proprie fantasie.
60° anniversario
Nel 2007 la maison festeggiò i sessant’anni di vita: quell’anno vennero lanciate una collezione di make-up, nata dalla collaborazione con Guerlain, e la nuova versione del profumo Vivara, creato originariamente nel 1964. Dal 2008 Emilio Pucci dispose anche di uno store online.
Nel 2009 Matthew Williamson lasciò Pucci e Peter Dundas divenne il nuovo Direttore Creativo: il suo stile è riconoscibile da tagli, colori, dettagli e stampe che esaltano la silhouette femminile. Più tardi, nel 2013, si aprirono nuove boutiques in Italia e la maison previde di aprirne nelle maggiori capitali della moda. Dopo LVMH, Pucci decise di distaccarsi per unirsi al big boys club dei marchi di lusso.
Esposizioni ed eventi
Dal 5 aprile al 27 luglio 2014, il Victoria & Albert Museum di Londra organizzò una mostra sulla nascita dei marchi della moda italiana, celebrando anche il caso di Emilio Pucci. La maison partecipò anche ad un progetto benefico gestito da LuisaViaRoma e Adidas, personalizzando il pallone FIFA per la Coppa del Mondo. Nel 2014, durante il Pitti Immagine Uomo, Vogue Italia organizzò un evento per celebrare gli stilisti fiorentini: il nome di Emilio Pucci venne ricordato con servizi fotografici recuperati dagli archivi dello stesso Vogue Italia. Emilio Pucci creò l’installazione Monumental Pucci, una stampa raffigurante il Battistero di Firenze.
Direttore Creativo: Massimo Giorgetti
Nell’aprile 2015 Massimo Giorgetti, giovane e talentuoso fondatore del marchio MSGM, fu nominato Direttore Creativo di Pucci. Fu scelto per crearne una nuova immagine, mantenendo un’ottima qualità, ma aggiungendo un pizzico del suo spirito pop.
In occasione del terremoto in Italia centrale del 24 agosto 2016, molte celebrità si unirono per sostenere la popolazione colpita dal disastro. L’evento Support from Fashion, a sostegno dei cittadini di Amatrice, venne organizzato a Firenze: Pucci e altre case di moda misero all’asta alcune delle loro creazioni, donando il ricavato alle vittime del terremoto. Sempre nel 2016, Emilio Pucci e Illy si unirono per creare una collezione di tazze da caffè, oggi parte della serie Illy Art Collection, che comprende stampe esclusive disegnate a mano, raffiguranti paesaggi dedicati a Firenze, Milano e New York. Nel 2017 Massimo Giorgetti lascia Emilio Pucci e la Direzione Creativa viene affidata ad un team di stilisti esterni.
Situazione attuale
Nell’aprile del 2017, per festeggiare il 50° anniversario dei Componibili di Anna Castelli Ferrieri, Pucci iniziò una collaborazione con Kartell: insieme hanno progettato una versione speciale di questi iconici moduli, utilizzando la stampa Campanule, che rappresenta pienamente lo spirito di Emilio Pucci. Per rafforzare la presenza del marchio nel mercato asiatico, la società ha aperto una nuova boutique in Corea, situata nella Galleria East Luxury Hall di Seoul. Emilio Pucci ha ora una presenza consolidata, oltre che nelle più importanti capitali della moda, anche in Asia: è presente in grandi città come Hong Kong, Kuala Lumpur, Bangkok, Tokyo e Pechino.
La nuova era di Pucci
Nell’estate del 2021 viene completata l’acquisizione del marchio da parte del colosso francese LVMH. Il 33% delle quote, ancora in mano alla figlia del fondatore, Laudomia Pucci, passano al polo di Bernard Arnault e la Direzione Creativa viene affidata a Camille Miceli, stilista con alle spalle una carriera da Chanel, Azzedine Alaïa e Louis Vuitton.
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