Volpe
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Volpe: seducente bellezza di questa pelliccia così soffice e così piacevole al tatto

Volpe argentata per la tentatrice Greta Garbo di Orchidea Selvaggia del 1929, bianca su un fatale vestito da camera di chiffon per la ladra di gioielli Marlene Dietrich di Desiderio del ’36, rossa per l’incantevole Loretta Young in Mia moglie cerca marito del ’37, stola di due volpi intere, con tanto di testa, coda e zampe, per Dorothy Lamour in Swing High, Swing Low, sempre del ’37.

La volpe nel cinema, macchina di sogni e strumento d’evasione

Nel cinema, macchina di sogni e strumento d’evasione dei poveri anni ’30, trionfa il lusso scenografico e multiforme della volpe. Animale degli spazi aperti, appartenente alla famiglia dei Canidi e presente in una vastissima area che comprende l’Asia, l’Europa e l’America, la volpe si segnala proprio per la varietà della sua pelliccia. Questa cambia a seconda dell’ambiente e delle condizioni climatiche in cui vive. Si trova quindi a suo agio tanto nella calura dei deserti quanto nel gelo delle terre nordiche.

Dal colore si distinguono la volpe argentata (Canis vulpes argenteus) dal mantello scuro con punte bianche e brillanti; l’azzurra o di Groenlandia (Canis vulpes lagopus), la bianca o polare (Canis alopex lagopus), la cui pelliccia lunga e vaporosa è una delle più belle che esistano; la croisé (Canis vulpes cruciatus), così detta dalla caratteristica croce di pelo scuro che si estende su nuca e spalle; la grigia (Urucyon cinereo argenteus), la rossa (Vulpes vulpes), che è la più diffusa e i cui migliori esemplari provengono dall’Alaska e dalla Camciatca.

La storia

La storia ci informa che la volpe era già conosciuta nell’antichità, visto che tecniche di approntamento sono cantate nei versi dell’Iliade e che nell’Atene classica il copricapo chiamato alopex era con tutta probabilità fatto di tale pelo. In epoca moderna, nel XVI secolo, resta memoria di 800 rarissime pelli di volpe nera inviate come tributo, insieme a 2400 zibellini e a 2 mila castori, a Ivan IV il Terribile.

Le notizie, per la verità controverse, sull’inizio dell’allevamento ci portano, verso il 1890, negli Stati Uniti, alla foce del San Lorenzo, con il programma dei due soci Dalton e Oulton, e in Canada, nell’isola Principe Edoardo, dove nel 1894 una coppia di volpi argentate si riprodusse in cattività. In Europa il primato spetta agli intraprendenti norvegesi che nel 1914 importarono volpi argentate canadesi.

Oggi le volpi d’allevamento, tecnica non difficile ma molto precisa, provengono dal Canada e in gran parte dalla Scandinavia. E non soltanto non hanno nulla da invidiare alle selvatiche, ma con la ricchezza dei loro colori, derivanti da incroci e mutazioni, rinnovano il mito di seducente bellezza, da maliarda dello schermo, di questa pelliccia così soffice e così piacevole al tatto.

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