Elbaz Alber. È nato a Casablanca in Marocco. Ha vissuto e ha studiato a Tel Aviv sino al diploma alla Shenkar College School of Fashion and Textile. Ha fatto pratica di moda a New York lavorando per 7 anni con Geoffrey Beene. L’8 marzo del ’99, al Carousel du Louvre, su una passerella di ferro e con una sfilata a passo di carica in sandali di metallo o tacchi altissimi, ha vinto la sfida di sostituire Yves Saint Laurent (vuole occuparsi solo d’alta moda) nel disegno, nella direzione artistica della collezione prêt-à-porter, di Saint-Laurent Rive Gauche che è trainante dell’intera maison. A differenza di molti nuovi talenti alla guida creativa di storiche griffe, non ne ha stravolto lo stile.

Lo ha rivisitato, tenendosi in perfetto equilibrio fra tradizione e necessità di innovare, fra l’incombente maestro e se stesso. Si è concesso qualche gioco di contrasto (volpe rossa su cachemire impoveriti, infeltriti; smoking con pantalone alla zuava tagliato al ginocchio, top di paillette e strascico a fiocco) e qualche azzardo di colori dall’arancio al verde. Saint-Laurent gli aveva prestato il suo gioiello portafortuna. Piccolo, bruttino (Dice: “Adorerei essere bello, snello. Deve far bene sentirsi Tom Cruise”), lavoratore instancabile, è approdato alla Saint-Laurent dopo avere ridato vigore e successo alla maison Guy Laroche per la quale ha disegnato le collezioni del ’97 e del ’98. Nel 2000 ha lasciato Saint-Laurent.
Dopo Saint Laurent arriva Lanvin
Lo stilista, incluso dal Time tra le cento persone più influenti nel mondo della moda, dopo una breve collaborazione con Krizia nel 2000, dal 2001 diventa direttore creativo di Lanvin. Dopo quattordici anni nella maison francese, Alber Elbaz viene licenziato a causa dei dissidi con la nuova proprietaria della griffe, l’imprenditrice taiwanese Shaw-Lan Wang. A lui, proprietario dell’etichetta per il 10%, viene riservata una consistente liquidazione.
In seguito, gli sono state attribuite diverse nomine tra cui la direzione creativa di Dior, andata poi all’italiana Maria Grazia Chiuri. Da freelance della moda ha firmato alcune co-lab tra cui la Tod’s Happy moments by Alber Elbaz: una serie di borse e mocassini dal mood divertente.
Nel 2020 la stampa annuncia il ritorno dello stilista con il marchio AZ Factory, la sua “fabbrica dei sogni. Il progetto, attivo a partire dal 2021, si sviluppa sul digitale, proponendo una fucine di idee grazie alla condivisione di più menti creative.
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