Casa modellistica italiana. All’inizio degli anni ’30, Aristotele Guido, un giovane imprenditore leccese, rileva la sartoria Villa in corso Concordia 12 a Milano e la trasforma nella prima Casa Modellistica italiana che produce con i propri disegnatori modelli esclusivi per le sartorie.
Era da poco scattato il decreto fascista. Esso imponeva agli atelier di produrre moda autonoma italiana. Ovvero, non su modelli acquistati a Parigi, almeno per il 50% delle loro collezioni. Inoltre, si prevedeva un’approvazione con marchio d’oro dell’Ente Nazionale della Moda. Nel dopoguerra torna a trionfare Parigi.
Direttrice Eva Arpini, primo disegnatore Giuseppe Biffi, la Ditta Villa compra tele e carte di Dior, Balmain, Givenchy e originali Balenciaga e Chanel per riprodurli con i tessuti importati da Satam o da Gandini. La collezione è solo per le grandi sartorie italiane come Fercioni, Ferrario, Stop Senes, Zecca, Barraco, Trottmann. In seguito, la Ditta Villa diventa anche pellicceria con modelli di Dior e Fath. Quando, negli anni ’60, chiude è Krizia a subentrare nella sede di via Agnello.
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