Sherman, Cindy
Cindy Sherman (1954), fotografa e artista americana
Sherman, Cindy. Studia all’università di Buffalo dove si diploma in fotografia nel 1976. Inizia a realizzare autoritratti sottolineando la necessità di ritrovare i temi del femminismo. Non con toni di battaglia ma con osservazioni pungenti sul ruolo della donna letta attraverso l’uso dell’immagine volutamente stereotipata per renderla più fragile.
Passa dall’iniziale scelta del bianconero, che allude al cinema degli anni ’50, al colore che inizia a utilizzare negli anni ’80 irridendo al ruolo delle pin-up. E, nell’83, al sistema della moda in un lungo lavoro realizzato per Interview.
Personaggi grotteschi frutto di composizioni violentemente assurde abitano quindi le sue immagini. Queste scivolano sempre più verso la scomposizione del corpo che creata utilizzando anche pezzi di manichini e maschere. Metafora della mercificazione sessuale.
Fotografia di moda
La fotografia di Cindy Sherman ha profondamente influenzato le nuove generazioni di fotografi di moda.
Considerata da molti la regina del postmodernismo, Cindy Sherman ha mescolato mondi diversi e ruoli diversi, la fotografia, l’arte, la finzione, la moda; davanti e dietro all’obiettivo è stata regista, artista, modella, truccatrice, bambola e inquisitore, corteggiata da riviste come Vogue e Harper’s Bazaar, scelta da griffe come Balenciaga e Comme des Garçons per servizi di copertina, performance e mostre. Nel 2006 è stata l’autrice della campagna pubblicitaria di Marc Jacobs e nel 2011 ha ideato una linea cosmetica in edizione limitata per MAC.
Al di sopra di ogni categorizzazione e distante dalla morale comune, Cindy Sherman ha inventato un genere e, riprendendo le celebri parole di Cecil Beaton, è riuscita a fare di se stessa un’opera d’arte: “making oneself a work of art is that most difficult of all causes”.
È una delle artiste viventi più quotate e riconosciute a livello globale.
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