seta
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Seta

La seta è un tessuto naturale, ottenuto dalla bava dei bachi da seta.

La sericoltura in Oriente e Occidente

«Il tessuto da indossare per raggiungere Dio»: così un antico proverbio cinese definisce la seta. È da sempre sinonimo di nobiltà, eleganza e lusso. Una magnificenza che trae origine dalla bava filamentosa con cui un piccolo baco intreccia il suo bozzolo.

La sericoltura nacque, probabilmente già dal 3000 a.C., in Cina, paese che ancor oggi fornisce i due terzi del prodotto mondiale di filato greggio. Un’esperienza millenaria che si intreccia con la storia dei rapporti tra Oriente e Occidente. Infatti, sebbene gli imperatori cinesi si impegnarono per mantenere segrete le conoscenze necessarie alla sericoltura, queste iniziarono a diffondersi dal 300 a.C. e, intorno al 550 d.C., raggiunsero l’Europa.

In Occidente la tessitura della seta visse il suo periodo aureo nel Cinquecento, quando damaschi, broccati e velluti venivano prodotti a Venezia, Firenze e Lione per le corti di tutto il mondo. Successivamente l’Italia si impose come principale produttore occidentale della seta, soprattutto nei distretti di Como, Forlì e Caserta; oggi, sebbene la produzione sia cessata, l’Italia rimane il principale mercato, per la qualità dei prodotti lavorativi.

Le varietà della seta

La seta deriva dal filamento di bava del baco, che può essere lungo anche 900 metri ed è composto per l’80 % da fibroina (sostanza proteica) e per il 20 % da sericina (sostanza gommosa). La lavorazione, che avviene tradizionalmente prima della schiusura del bozzolo e della metamorfosi del baco in farfalla, serve a separare la sericina dalla fibroina, costituente principale della fibra lavorata. Più la lavorazione avanza, più la seta diventa pregiata, dal momento che va incontro a un progressivo processo di scarto, da cui deriva il cosiddetto cascame.

In base all’armatura i tessuti serici si distinguono in quattro gruppi: tele o taffettà, saglie o diagonali, rasi o satin e jacquard. Dal titolo del filato, ossia dalla sua finezza, e dal grado di torsione dipende la qualità della stoffa.

Il tipo di fibra ne determina invece la resistenza: l’organzino, che ha fibra lunga e ritorta, è molto più resistente della bourette, che deriva invece dal cascame di seta. Tra le tipologie più note lo shantung (il cui aspetto irregolare è caratterizzato da nodi che risaltano sulla tela), l’ottoman a effetto canneté, l’organza e gli stampati piazzati o all-over (specializzazione di molte aziende comasche).

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In senso orario: bourette, shantung, ottoman e organza di seta.

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