la chapelle david
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La Chapelle, David

David La Chapelle (1963) è un fotografo americano di origine canadese

David La Chapelle arriva a New York nel 1978 e lavora come buttafuori allo Studio 54. In quel mitico ritrovo notturno, incontra Andy Warhol che lo introduce nella redazione di Interview. Ma la sua prima vera occasione di esprimersi come fotografo gli viene offerta dal giornale Details che gli commissiona un servizio, lasciandogli piena libertà. Da quel momento, il fotografo, anche quando il suo obiettivo inquadra la moda, crea una visione alternativa, fatta di colori, di sensualità irridente, di allegria che nasce dalla contaminazione delle culture pop, cyber e rock. È quasi un marchio che rende le sue immagini sempre riconoscibili. Senza nessuno scrupolo esagera, mischia il reale con l’inventato, usa con sapienza il computer, racconta una realtà che esiste solo nella sua fantasia.

Atti divini

Pubblica su Interview, Vanity Fair, The New York Times Magazine, The Face e realizza campagne per Diesel, Mac, Levi’s, Estée Lauder, Iceberg. Ha realizzato un promo per Giorgio Armani, il marchio che lo aveva lanciato nel 1991 utilizzando una sua immagine in bianconero (il volto di un angelo) a piena pagina sui principali quotidiani italiani. Pochi sanno che la fotografia originale (comparsa nel 1992 in L’invisibile ripreso, una collettiva sul tema degli angeli esposta a Milano che costituisce la sua prima mostra europea) era a figura intera e a colori. Ormai numerosissime le mostre personali in tutto il mondo per un autore che ha esordito in Italia, ancora sconosciuto, con una grande personale al Museo Ken Damy di Brescia nel ’93.

Le pubblicazioni di David La Chapelle

Ha pubblicato due libri insoliti nelle dimensioni e originali nella composizione come il loro autore: LaChapelle Land (1996), Hotel LaChapelle (1999), seguiti da Heaven to Hell (2006), Lost & Found e Good News (2017). La sua passione per l’arte, si estende oltre i confini della fotogafia. La Chapelle diviene regista di video musicali e spot pubblicitari che lo consacrano a vero e proprio genio creativo. Molti dei suoi lavori di fotografia e film sono diventati archetipi iconici dell’America del XXI secolo. Il suo lungometraggio del 2005, Rize, è stato distribuito al cinema in 17 paesi.

Mostre in tutto il mondo, tra cui Milano nel 2007, in mostra a Palazzo Reale. L’artista esponeva qui i suoi più celebri ritratti di star e celebrity divenute negli anni, come egli stesso afferma, le sue muse ispiratrici.

Nel 2013 produce la serie di foto Land Scapes attraverso le quali ricostruisce impianti petroliferi e stazioni di rifornimento in scala, attraverso materiali riciclati: cartoni delle uova, schede madri per computer, bigodini e cannucce. Le foto vengono scattate in un ambiente naturale, tra dune e montagne e non in studio. 

Nel 2020 e nel 2021 il fotografo realizza Calendario Lavazza.  A Napoli dal 8 dicembre 2021 al 6 marzo 2022 c’è una mostra a lui dedicata 

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