Ernesto Esposito
Brand e Fashion designer,  E

Esposito, Ernesto

Ernesto Esposito, stilista dai contrasti e dagli accostamenti insoliti

Ernesto Esposito
Luisa Via Roma ed Ernesto Esposito Limited Edition

Ernesto Esposito. È nato a Napoli dove vive e lavora. Ha abbandonato gli studi per seguire la sua passione per la moda, in particolare per le scarpe, e lavorare da Russo di Casandrino, una conceria di grande tradizione. Il suo stile è l’antitesi del minimalismo. Il suo processo creativo parte dalla ricerca di nuovi contrasti e dall’accostamento insolito di materiali preziosi, con una quasi maniacale attenzione al più piccolo dettaglio.

Ernesto Esposito continua con il più importante produttore di scarpe del mondo, Sergio Rossi. Hanno lavorato insieme mano nella mano per più di 15 anni. Negli anni ’80 Ernesto si è unito al team del giovane Marc Jacobs, dove ha collaborato per quasi dieci anni. Seguono alcune delle maison più in voga come Chloe, Sonia Rykiel, Louis Vuitton, Fendi, Missoni e Geox, dove Ernesto ha avuto la possibilità di mostrare le sue idee e il suo talento nel mondo della moda.

Grande collezionista di opere d’arte

Sarebbe riduttivo definire Ernesto Esposito un collezionista entusiasta e consapevole dei suoi mezzi: egli è infatti un ricercatore, che collabora e opera in stretto contatto con le gallerie più influenti del settore. Non solo. La frequentazione con artisti del calibro di Cy Twombly, Joseph Beuys, Andy Warhol e Helmut Newton gli ha permesso, da una parte, di conoscere da vicino i meccanismi culturali e sociali che intervengono nella creazione dell’artista; dall’altra parte, di influenzare gli artisti, condividendo con loro la sua instancabile capacità di analisi del mondo.
Questo “doppio movimento” è riflesso nella conformazione stessa della mostra che, infatti, si articola in due sezioni distinte: Some people e Brasil!.

ME TWO

Il titolo della mostra complessiva, ME TWO, è anche l’assonanza del famoso slogan/hashtag “me too”, che ha segnato una svolta contro lo stolking femminile a causa dello scandalo del produttore holliwoodiano Harvey Weinstein, accusato di molestie sessuali nei confronti delle attrici con cui lavorava. La doppia valenza del titolo della mostra, perciò, volge lo sguardo sia all’immanenza dell’arte e dello scambio di idee tra mecenate e artista; sia all’attualità e alle vicende del reale.

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