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Chaumet: la storia di uno dei nomi più prestigiosi della gioielleria francese

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Una corona realizzata dalla maison per l’imperatrice Josephine

La storia di Chaumet inizia nel 1873 con l’orafo e orologiaio Marie-Etienne Nitot (1750-1809) che dopo la Rivoluzione ebbe il compito di catalogare i gioielli appartenuti a Maria Antonietta. Nel 1804 la casa diventa gioielleria ufficiale dell’imperatrice Joséphine. È con il figlio Francois Regnault (1779-1853) che l’attività si trasferisce in Place Vendôme. Lì realizza opere importanti come la spada consolare, voluta da Napoleone a simbolo delle sue vittorie.

La storia di Chaumet, legata alla storia della Francia

Alla caduta dell’Impero di Napoleone, i successori di Nitot, Jean-Baptiste e Jules Fossin, e poi Valentin e Prosper Morel si dedicano alla creazione di gioielli dallo stile romantico. Si ispirano alla natura cercando di rappresentarla nel modo più fedele alla realtà. Il periodo della Restaurazione, con i Borbone, risveglia i desideri di gioielli di lusso della clientela. Parigi torna a una vita sociale piena di lussi e moda di altissima classe, recuperando la sua fama internazionale. I gioiellieri della maison tornano quindi a produrre gioielli da indossare di giorno e di sera ai balli, accompagnati da abiti sontuosi.

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Una tiara del periodo della Belle Epoque

Il nome Chaumet compare nel 1885 quando l’erede Marie Morel sposa appunto Joseph Chaumet (1852-1928), maestro orafo dal piglio imprenditoriale. Il gioielliere diventa direttore della maison (fino al 1928) guidandola per tutto il periodo della Belle Époque. Trova ispirazione nella natura e, grazie alla sua creatività, aigrette e diademi, accessori imprescindibili del periodo, diventano una specialità della maison. La sede si sposta al 12 di Place Vendôme, di fronte all’hotel Baudard de Sainte-James, l’indirizzo definitivo. In questo periodo la clientela si diversifica: i principi indiani, tra cui i maharaja di Baroda e di Indore, dai gusti europei, comprano sontuose collezioni di gioielli.

L’art déco e il dopoguerra

La maison si adatta ai nuovi gusti delle donne degli anni ’20 e crea gioielli dalle forme geometriche. Il platino permette di creare oggetti complessi che rimangono però flessibili e leggeri. I gioielli di questo periodo si caratterizzano da forti contrasti di colore, pietre semipreziose ed ispirazione esotica. Durante gli anni ’30 la maison continua a restare all’avanguardia, seguendo i nuovi stili ma non perdendo mai il gusto parigino.

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L’aigrette Mary Stuart della maison (circa 1910)

Tra gli anni ’50 e ’80 la maison entra in un nuovo ciclo di proposte artistiche. L’avvento delle collezioni le consente di aumentare la varietà dei suoi modelli e di sedurre quindi una clientela più ampia. Diversifica inoltre la produzione aprendo un ramo dedicato all’orologeria. I grandi designer della maison, come Pierre Sterlé e René Morin, perpetuano lo stile di Chaumet portando avanti una nuova modernità. Nel 1970 la casa scombussola i codici della gioielleria creando Arcade, un nuovo concept di negozio. Nel 1977 la maison svela una nuova collezione Liens, che celebra il legame tra due esseri in tutte le sue forme.

La nuova proprietà e il nuovo millennio

Il 1999 vede l’acquisto della maison da parte del gruppo LVMH, che la rileva dal gruppo di investimento Investcorp. Nel febbraio del 2002, la storica casa francese d’alta gioielleria, presenta allo Spazio Bigli di Milano la sua produzione, ricca anche di pezzi unici.

Sulla scia della collezione dedicata ai legami del 1977, Chaumet due nuove collezioni di firma. La collezione Joséphine del 2010, in omaggio all’imperatrice Joséphine, prima grande cliente e ispirazione della maison. L’estetica della collezione si ispira alla tiara, specialità della casa. Nel 2011 la seconda collezione, Bee My Love, che riecheggia il tema della natura, così caro a Joseph Chaumet, e della passione per la botanica di Josephine. Ovviamente i motivi del nido d’ape e le api vengono rivisitati e trasformati in un meraviglioso giardino.

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La collezione Joséphine, ispirata alle tiare

Nascono numerose mostre in tutto il mondo, dalla Città Proibita a Pechino (2017) al Museo Mitsubishi a Tokyo (2018) al Grimaldi Forum a Monaco (2019). Ogni mostra presenta più di 300 gioielli e opere d’arte provenienti dal patrimonio di Chaumet e da prestiti da musei e collezionisti privati.

Nel 2020 la maison celebra un traguardo importante: 240 anni. Per l’occasione rinnova l’arredamento della sede storica al 12 di Place Vendôme. Il know-how dell’alta gioielleria della maison viene trasmesso da 240 anni da una generazione all’altra.

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