Busto
B,  Indumenti e tessuti

Busto

Busto: Strumento e indumento del vestiario intimo femminile

Il Busto è studiato per proteggere, sorreggere, raddrizzare. Poi soprattutto per accentuare nuove figurazioni del corpo imposte dalla moda, è presente fin dall’epoca classica, costante nel corso dei secoli, salvo rari periodi, in versioni più o meno costrittive, di minore o maggiore volume, in un crescendo di violenza alle forme naturali che toccherà il suo massimo nel primo trentennio dell’800 fino a farne prevalere l’immagine nel significato attuale del termine.

Ostracismo al busto

In questo senso l’ostracismo al busto, che sarà la grande intuizione di Poiret, segna lo spartiacque fra l’abbigliamento per un corpo da velare, nascondere nella sua silhouette costruita secondo canoni erotico-estetici e quello della donna libera in abiti sciolti e non più chiusa fra le pareti domestiche.

Dalle fasce romane al bliaut, stretta tunica del Medioevo, dal farsetto irrigidito da una stecca (corps piqué) per l’abito rinascimentale all’appuntito corpetto sulla vasta gonna, si arriva al corsetto a stecche di balena. Ormai usato al precipuo scopo di disegnare i contorni richiesti dalla moda del ‘700.

La crociata dei medici contro il busto è cominciata già a fine XVIII secolo. E sarà ripresa con più forza al solo riapparire, dopo un’eclissi durante e dopo la Rivoluzione, nella sua forma (1810) ridotta a un corpetto per distanziare i seni. Il busto si amplifica, comprime la vita, specie nella versione a tiranti. Le stecche consistenti, che serrano il corpo fino alle anche, ne fanno un vero strumento di tortura. Tuttavia sarà la moda, non l’allarme per le deformazioni anatomiche e gli attentati alla salute, a far tramontare il busto.

Anche se persino sotto i semplici abiti diritti degli anni ’20 non mancherà una guaina che appiattisce il seno e si prolunga, ospitando le giarrettiere per trattenere le calze. L’assottigliarsi, in qualità e quantità dell’abbigliamento intimo nel secondo dopoguerra, ha privilegiato l’accoppiata reggiseno e reggicalze, relegata la guaina costrittiva alle taglie forti; in seguito sarà vincente, grazie anche al collant, il body, guaina leggera ma di buona tenuta nei nuovi filati sintetici.

Tuttavia, il bustino, la guêpière in pizzo e tessuto hanno avuto, nel volgere della moda, il loro revival, funzionale, nel New Look di Dior (1947), o semplicemente di seduzione.

Leggi anche:

Yves Saint Laurent

Chanel

La camicia secondo Gianfranco Ferré