Agassi andré
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Agassi, Andrè

Agassi Andrè, nato a Las Vegas il 29 aprile 1970, è un allenatore di tennis, considerato uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi.

Si segnala più volte per modelli che affascinano un pubblico giovanissimo e finto-ribelle. Tra gli altri, i blue jeans scorciati alla coscia, il cappello a visiera da cui usciva la coda di cavallo ossigenata.

Il completo rosa e nero (shorts) che il tennista indossò nel ’90 causò la riprovazione dei dirigenti del Roland Garros (Parigi) e l’invito a moderarsi nei colori. Invito che seguì immediatamente, nella successiva edizione di Wimbledon, indossando un fazzoletto bianco in testa fasciato a mo’ di pirata, recante il marchio del suo sponsor, Nike.

Biografia

Andre e i suoi fratelli crescono negli Stati Uniti. Il padre, Emanoul Aghasi, è un iraniano di origini armene e assire, trasferitosi a Las Vegas dopo aver gareggiato come pugile nelle Olimpiadi del 1948 e del 1952 per il suo paese natale, l’Iran. Dopo aver acquisito la cittadinanza statunitense, Emanoul decide di cambiare il suo nome in Mike Agassi. Mike Agassi si sposò con Elizabeth Dudley . Iniziò a lavorare a Las Vegas in uno dei resort di proprietà del miliardario Kirk Kerkorian, con cui stringerà una amicizia tale da dare al suo ultimo figlio proprio “Kirk” come secondo nome.

Andre è nato con la spondilolistesi (una vertebra lombare che si è staccata dalle altre e sporge), per sua stessa ammissione è per questo che cammina con le punte dei piedi rivolte verso l’interno.

Il padre di Andre era un grande appassionato di tennis

Il padre di Andre era un grande appassionato di tennis e sognava per i suoi figli Rita, Philly, Tami e Andre un futuro da campioni. Provò a trasformare ognuno di loro in un professionista, ma l’impresa riuscì soltanto col figlio più piccolo, Andre, che si vide mettere in mano una racchetta già all’età di due anni.

“Da ragazzino avevo odiato il tennis, vivevo nella paura di mio padre, che mi voleva campione a tutti i costi”.

Nella sua autobiografia intitolata Open Andre descrive i durissimi allenamenti a cui il padre lo sottoponeva, tra cui l’utilizzo del “drago”, ovvero una macchina lanciapalle modificata proprio da Agassi senior per aumentarne la difficoltà, e le dure reazioni del padre di fronte ai suoi errori.

“Se colpisci 2.500 palle al giorno, ne colpirai 17.500 alla settimana e quasi un milione in un anno. Un bambino che colpisce un milione di palle all’anno sarà imbattibile”. 

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