depop
D,  Negozi e E-commerce

Depop

Depop, social e-commerce di abiti di seconda mano

Depop nasce nel 2011 da un’idea di Simon Beckerman imprenditore che ha già alle spalle il ruolo di co-fondatore di altre due realtà: PIG Mag (una rivista indipendente per la scoperta di giovani talenti emergenti nel campo della moda e della musica) e Retrosuperfuture (un brand di occhiali). Nasce all’interno dell’incubatore ed acceleratore privato di start up con sede a Roncade (Treviso), H-Farm. Depop diventa subito uno dei maggiori casi di successo tra le start up lanciate in Italia. Dal 2012 ha sede principale a Shoreditch, nel quartiere tecnologico di Londra. In seguito sono stati aggiunti uffici a Manchester, Milano e New York

Simon Beckerman
Simon Beckerman

Agli esordi, l’app si chiamava Garage: un nome evocativo che, ricordando la parte della casa dove tipicamente si ammassa una grande quantità di cose più o meno di valore, intende esprimere la finalità del progetto.

L’ascesa dell’app è dipesa anche da alcuni grandi cambiamenti dell’industria della moda, quali: una maggiore attenzione alla sostenibilità, l’incremento dell’importanza dei social per gli acquisti, la creazione di un personal branding degli utenti sul web e la crescente reputazione dei capi di lusso di seconda mano.

Storia finanziaria

Nell’ottobre del 2013, Beckerman è riuscito a raccogliere 1 milione di euro di finanziamenti da Red Circle Investment e ha assunto l’ imprenditore danese Runar Reistrup come nuovo CEO. Nel 2015, Depop si è assicurata un altro investimento di 8 milioni di dollari da Balderton Capital e Holtzbrinck Ventures. Successivamente sono entrati anche Octopus Ventures, Creandum, HV Holtzbrinck Ventures, Lumar e Tempocap.

Nel 2019 H-Farm ha ceduto la sua partecipazione residua in Depop. La cessione di questa partecipazione ha generato un incasso di 2.593.520€ e una plusvalenza di €2.506.425. L’exit totale segue una prima cessione parziale di quote del capitale di Depop avvenuta a gennaio 2018: l’operazione nel suo complesso ha generato un ritorno pari a sei volte l’investimento iniziale.

Depop nel 2018 ha registrato oltre 4 milioni di nuovi utilizzatori, 500 milioni di ricerche, più di un milione al giorno con una media di un nuovo oggetto in vendita ogni secondo. Il team di Depop si suddivide tra le sedi di Londra, Milano, New York e Los Angeles, che è diventata la seconda città per numero di registrazioni dopo la capitale inglese. Gli utenti più attivi di Depop si trovano nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Italia. Nel marzo 2016, l’ex CEO, Runar Reistrup, ha dichiarato che la crescita di Depop è stata raggiunta attraverso il passaparola. Ad aprile 2016 viene nominata CEO del marchio, Maria Raga. Con l’arrivo di Raga, si è promossa una maggiore espansione negli Stati Uniti. Gli Stati Uniti sono sempre stati un mercato florido e al 2020 costituivano il 50% degli utenti dell’app.

L’app si basa su meccanismi di social shopping peer-to-peer, ovvero basata sulla rete paritaria di scambi e connessioni. Depop è stato inoltre il primo e-commerce social, che ha dato la possibilità a chiunque di creare un profilo che coniugasse contemporaneamente le caratteristiche di un social come Instagram e uno come Ebay attraverso cui trarre profitto.

Nel 2019  ha beneficiato di un investimento di 62 milioni di dollari (circa 55 milioni di euro) in un round di investimenti guidato da General Atlantic. 

Depop: un nuovo modo di fare acquisti

Capi di design. Usato. Vintage. Streetwear. Scarpe da ginnastica. Qualunque sia il tuo stile. Lo trovi su Depop.

Così si presenta Depop sul suo sito ufficiale. L’app consente agli utenti di caricare sul proprio profilo personale, le immagini degli articoli che desiderano vendere se al contempo un feed con i prodotti che desiderano acquistare. Ciascun utente può acquistare e vendere vestiti, scarpe, gioielli usati di marchi di lusso ma non solo. Tre le peculiarità dell’app, anche una sezione dedicata ad altri articoli come ad esempio oggettistica vintage e fumetti. 

Layout App

Depop non è solo un app di reselling ma ha altresì la pretesa di essere un social dove ogni utente può esprimere la sua personalità. Beckerman ha infatti dichiarato:

gli utenti infondono la loro personalità nel loro profilo. Se provi a metterci dentro un po’ di te, allora racconti una storia. Riesci a vedere il carattere di una persona dalle immagini che stanno realizzando e così l’acquisto non è più solo un’acquisto.

I venditori possono creare i propri “negozi” sulla piattaforma e mettere in vendita gli articoli in modo rapido e semplice; mentre gli acquirenti, possono seguire i loro venditori preferiti, per esempio, quelli che si contraddistinguono per uno stile interessante e affine. Oltre alla propria app e ai contenuti condivisi su altre piattaforme social, Depop estende l’approccio omnicanale anche con una selezione di negozi fisici, per mostrare in esclusiva gli articoli selezionati.

App Depop
App Depop

Gli oggetti possono essere acquistati direttamente tramite l’app con transazione gestite tramite PayPal. Nel 2019, Depop contava oltre 1,8 milioni di utenti.

Il successo tra le star e la GenZ

Depop ha ottenuto molto successo anche grazie al contributo di alcune celebrità come Bianca Balti e Chiara Ferragni, le quali hanno venduto i loro capi proprio sul sito. Chiara Ferragni è stata la prima ambasciatrice ufficiale del sito.

Il successo dell’app arriva soprattutto dalla GenZ e dai Millennials perché fornisce loro un modo per riciclare oggetti indesiderati in cambio di denaro. Si registra che circa il 90% dei suoi utenti attivi ha meno di 26 anni.

Successo in america grazie anche ad eventi come: Il fashion marketplace avvia la conquista dei Millennials e della Generazione Z degli Stati Uniti con Depop Live, un evento che questo weekend porterà workshop, tavole rotonde, musica live e shopping a SoHo, nel cuore di Manhattan.

Leggi anche:

Asos

Zalando

Chiara Ferragni entra nel CDA di Tod’s