
Courrèges
Courrèges, griffe francese fondata dal visionario, rivoluzionario e audace André Courrèges

La maison Courrèges nasce dal genio dell’omonimo stilista Andrè. Classe 1923, originario di Pau, il giovane Courrèges diventa ingegnere civile, ma alla progettazione preferisce la moda, che pare disegnare con squadra e compasso, per scoprire una silhouette geometrica e corta. Moda che approfondisce in dieci anni nell’atelier di Balenciaga, dove arriva nel’49 e dal quale impara l’arte del taglio, preciso e lineare. Nell’atelier conosce Coqueline Barrière, sua musa e futura moglie, con la quale nel 1961 decide di fondare la maison Courregès, diventando così uno tra gli stilisti simbolo degli anni ’60 e ’70.

Il successo di Courrèges
Il suo stile minimal chic che spopola: l’essenza dell’eleganza racchiusa in abiti a trapezio, dalla gonna sopra il ginocchio. Anticipa la minigonna, la cui paternità è contesa con Mary Quant. Linee dritte e decise con le quali rivoluziona la silhouette femminile, abbandonando la vita strizzata. I suoi fuseaux che sembrano una seconda pelle, gli abiti in vinile e pvc con oblò, diventano l’emblema di quella società febbrile che aspira al cambiamento. Le fantasie si adeguano e prediligono righe e riquadri ripresi dall’optical art: nessun riferimento al passato, pur avendo iniziato a fare una lunga gavetta, come tagliatore, dal mitico Balenciaga. Anzi, il futuro è fonte di ispirazione, come lo è per Cardin e Rabanne: i suoi astronauti decollano prima che l’uomo conquisti la luna.
Famosa la collezione del’64 battezzata : Moon Girl Collection che catapulta la moda nel futuro robotico e spaziale. Segna l’evoluzione del gusto in un trionfo di bianco e argento e la nascita di Go-Go Boots, gli stivaletti bianchi bassi e in vitello. L’anno dopo, il 1965, che Vogue British definisce “l’anno di Courrèges”, nascono i lunette eskimo, gli iconici occhiali in plastica bianca con la fessura nelle enormi lenti. Negli anni ’70 il suo successo è consolidato, disegna le uniformi per le olimpiadi di Monaco del 1972, e crea la prima collezione uomo. Da vita poi ad un complicato sistema di licenze, che portano alla produzione occhiali, ombrelli, gioielli, camicie, mobili, linee per bambini, profumi.

Nel 1984 si trasferisce a Tokyo, dove rimane per dieci anni, durante i quali sigla un accordo il gruppo Itokin. Dopo varie controversie nel ’86, probabilmente a causa di una mancata consegna, perde il controllo della linea couture che riottiene nel 1993, quando chiama Jean-Charles de Castelbajac a disegnare la collezione.
L’eredità di Courrèges
Andrè Courrèges, padre dello stile space age, con i suoi abiti in vinile, le mini acide, le fantasie optical, i caschi e gli accessori di plastica, è diventato il simbolo degli anni della Swinging London. Si è spento il 7 gennaio del 2016, dopo essersi ritirato dal mondo della moda nel 1994. Visionario e rivoluzionario ha strizzato fin da subito l’occhio alla comodità:
Nella vita si cammina, si corre, si guida la macchina e si prende l’aereo. Gli abiti devono essere in grado di muoversi

La maison oggi
Dopo l’abbandono del fondatore, la maison ha cambiato diversi proprietari e direttori creativi. Oggi il brand è di proprietà di Artemis, la holding della famiglia Pinault, già dentro il brand dal 2015 quando diventò proprietaria del 40% delle quote. Nel 2018 la decisione di comprare il restante 60% da Jacques Bungert e Frédéric Torloting, gli ex dirigenti di Young & Rubicam che hanno acquisito il brand dai fondatori nel 2011.

La direzione creativa è cambiata negli anni. Nel 2016 il duo Sebastien Meyer e Arnald Vaillant ha guidato la griffe nel primo tentativo di rinascita dopo l’abbandono del fondatore, esperienza che termina nel 2018 quando arriva Yolanda Zobel che rimane da Courrèges fino al 2020. Attualmente il designer della storica maison è Nicolas de Felice, storico collaboratore di Nicolas Ghesquière, con alle spalle un’esperienza da Dior con Raf Simons, che ha il compito di riportare tra i grandi il brand che ha raccontato una parte fondamentale della storia della moda.
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