Cook, Emma
Cook, accende i riflettori soprattutto sul suo gusto per il dettaglio
Cook nata a Manchester, ha studiato materie tessili all’università di Brighton e al Central Saint Martin’s. La collezione disegnata da Emma Cook per il diploma finale accende i riflettori soprattutto sul suo gusto per il dettaglio. Va a bottega da Martine Sitbon. Disegna per Ghost. Vince il premio Vidal Sassoon per gli emergenti. Debutta alla London Fashion Week con la collezione primavera-estate 2001.
Utilizza per le sue creazioni materiali insoliti, broccati, fili d’oro e strani ciuffi provenienti da pellicce riciclate si fondono in un unica veste dotata di una personalità realmente unica.
Attualmente le collezioni si trovano nei negozi di New York, Londra, Parigi, Los Angeles, Giappone e Hong Kong.
Fonda il suo marchio nel 2002.
Agli inizi ha venduto a più di 80 rivenditori in tutto il mondo tra cui Net-a-Porter.com e Selfridges nel Regno Unito, Intermix e Bergdorf Goodman negli Stati Uniti, Antonia/Excelsior e Luisa Via Roma in Italia, Galeries Lafayette e Joyce in Cina e Swank a Hong Kong. Durante la gestione della sua etichetta Emma ha continuato a lavorare su collaborazioni con altri marchi tra cui Harvey Nichols, Fred Perry e Topshop e ha insegnato sia al Central Saint Martins che al Royal College of Art.
All’inizio del 2015 Emma è stata contattata per lavorare come direttore creativo come parte di un completo riposizionamento del marchio britannico Warehouse. Dopo 2 anni di lavoro per rinvigorire il marchio ha lasciato il business per tornare al settore del lusso.
Più recentemente Emma ha lavorato come consulente per molti marchi di lusso tra cui Ports 1961, Victoria Beckham, Stella McCartney, Peter Pilotto, Three Graces e Aries. Altre collaborazioni e commissioni includono Aries, David Sims, Jane How, Another Magazine, Self Service, Tim Walker, Shona Heath, V&A, Kate Phelan, British Vogue, Katy England e Vogue Italia.
Nel settembre 2019 Emma è stata annunciata come Global Design Director per Escada.
Leggi anche:
Vogue sposa la battaglia del gender fluid con Harry Styles