
Cardin Pierre
Pierre Cardin (1922-2020), lo stilista che portò la moda sulla luna
Indice
- Le origini
- L’incontro con Christian Dior
- Le robe bulles
- L’autorevolezza di Pierre Cardin
- L’esperienza asiatica
- Gli anni ’80 e ’90
- Cardin, tra teatro, moda e muse
- I riconoscimenti alla carriera a Pierre Cardin
- L’intenzione di vendere
- La morte di Pierre Cardin
Le origini
Piero Cardin, nasce a Sant’Andrea di Barbarana, frazione della località di San Biagio di Callalta, nella provincia di Treviso. Era il più giovane di 11 fratelli. La sua famiglia benestante, proprietaria terriera e produttrice di vino nel 1926 si trasferì a Saint-Etienne, una città industriale nella Francia centrale.
Ad otto anni Pierre faceva i vestiti per le bambole; a 14 anni divenne apprendista dal miglior sarto di Saint-Etienne, e più tardi si trasferì a Vichy, dove ha lavorato presso la Manby. Dopo la liberazione si trasferisce a Parigi e collabora con Jeanne Paquin ed Elsa Schiaparelli.

L’incontro con Christian Dior
Significativo sarà il suo impiego presso l’atelier di un giovane Christian Dior, per il quale lavorerà come primo tagliatore, contribuendo al successo e al concepimento della leggendaria linea Corolla, in seguito rinominata dalla stampa con l’appellativo universalmente riconosciuto di “New Look”.
Nel frattempo, la frequentazione sociale della Ville Lumière lo porterà a incontrare registi e scenografi, tra cui Jean Cocteau e Christian Bérard. Lo indirizzeranno sempre più al mondo del teatro a tal punto da convincerlo ad abbandonare il suo incarico da Dior per aprire, assieme al collega Marcel Escoffier, una sartoria teatrale. Saranno anni in cui lavorerà col cuore diviso tra i due mondi, cercando di focalizzare la sua reale passione.
Ad avere la meglio, nel 1957, sarà la strada della haute couture quando, assieme al suo socio e braccio destro André Olivier, presenterà, per la prima volta al pubblico, i suoi modelli. Sarà l’inizio di una brillante carriera, della scalata al successo di un uomo che, partito senza fortune economiche, senza prestiti, senza investitori potenti alle spalle, riuscirà, pressoché da solo, a dar vita a un impero aziendale dal giro d’affari impressionante.
Le robe bulles
Saranno le robe bulles, assolutamente controcorrente allo stile dell’epoca, a lanciare lo stilista come un visionario eclettico, portatore sulla terra di donne venute dallo spazio; si distinguerà da tutti per l’abbigliamento futuristico, ispirato dalle tecnologie aerospaziali, in primis le tenute degli astronauti.

Si dice di Cardin che sarà colui che manderà l’uomo sulla Luna, ancor prima degli americani. Abiti a tubo, a bolla, a stampo come un budino, arricchiti di aggressivi gioielli di plastica, decorati con stampe kitsch, saranno le sue creazioni distintive nel firmamento della moda; pezzi da museo testimoni di una creatività unica e che ancora oggi non conosce limiti.
Presenterà sempre collezioni ricche di novità per avvalorare il suo motto “Alta moda, fucina di idee”, tanto ricche da costituire ciascuna materiale sufficiente per realizzarne molte altre. Cardin sarà anche il primo a portare in passerella la minigonna provocando scandalo con il conseguente eco mediatico di polemiche ma, d’altronde, come egli ben saprà, “far parlare vuol dire vendere”.
L’autorevolezza di Pierre Cardin
Pierre, bel giovane dal carattere gentile e disponibile, si rivelerà anche una persona autorevole, volenterosa e impaziente, sia nel manifestare il suo estro creativo, sia nella difesa del suo impero; riceverà aspre critiche quando sarà il primo a firmare contratti con i grandi magazzini Printemps e Rinascente, scelta che comporterà la sua espulsione temporanea (e poi dipartita volontaria) dalla Chambre Syndicale de la Mode. Al tempo stesso, gli affinerà il fiuto per gli affari e gli porterà guadagni da capogiro.

Guadagni che si tradurranno saggiamente in investimenti, tra cui l’ampliamento del suo atelier e l’acquisto di una vecchia camiceria che in seguito risulterà fondamentale per la nascita della sua linea uomo.
L’eclettismo di Cardin si manifesterà anche nel suo modo di apparire: in pubblico indosserà cravatte fiorate e camicie con stampe improbabili. Famose sono le giacche dévertebrée, che diventeranno presto il suo trampolino di lancio sull’importante mercato americano. Ad aiutare l’espansione della griffe saranno anche il braccio destro Olivier (che lo affiancherà fino alla sua morte, nel 1993) e la direttrice della maison Nicole Alphand.
Seguiranno le vendite di numerose licenze, che tutt’oggi rappresentano la prima fonte economica dell’azienda e un’incursione pionieristica sul suolo asiatico che partirà dal Giappone.
L’esperienza asiatica
In Asia, oltre a concludere affari e aprire boutique fonderà longevi sodalizi creativi; prima con la fotografa Joshi Takara e poi con la modella Iroko, che diventerà la prima mannequin esotica a Parigi e in breve tempo anche la più fotografata e celebrata icona di un nuovo stile. Il successo sempre crescente porterà Cardin a fare il giro del mondo ogni anno e a relazionarsi con figure importanti: da presidenti, re e regine ad altre personalità di alto livello.
Negli anni Sessanta la sua popolarità in Francia supererà quella dell’attrice Brigette Bardot. Diventerà così un personaggio chiacchierato anche per via delle sue leggendarie ricchezze, Si annoverano un intero grattacielo newyorkese, le rovine del castello di Lacoste (in passato abitato dal marchese de Sade, ora restaurato e adibito a spazio per rappresentazioni teatrali) e un palazzetto a Venezia, dove amava recarsi più volte l’anno.

Negli anni Ottanta acquisterà, sulla Costa Azzura, nei dintorni di Cannes, il Palais Bulles: un eccentrico edificio totalmente realizzato da elementi architettonici sferici. La struttura è progettata da Antti Lovag e trasformata da Cardin in un luogo per iniziative culturali e artistiche.
Gli anni Ottanta e Novanta
Tra gli anni Ottanta e Novanta si allargherà ulteriormente la presenza territoriale della griffe e verranno diversificati i business; Cardin sarà uno dei primi a portare la sua firma sul suolo della Cina. Così, il governo cinese, in conseguenza ai suoi investimenti, chiederà il suo aiuto per supervisionare lo sviluppo di alcune industrie tessili del Paese.

Si avvieranno anche numerose attività collaterali all’industria del fashion. In primis l’acquisizione della catena di ristoranti Maxim’s che, dopo Parigi, apriranno anche a Tokyo, Pechino e Shanghai. Si inaugurerà anche un omonimo Residence Hotel, sempre nel cuore della Ville Lumière, con 40 camere e suite; concepito come destinazione elegante per una clientela di alto livello. Sempre sotto al brand dei ristoranti, verrà commercializzata una linea di prodotti alimentari.
Cardin, tra teatro, moda e musei
Pierre Cardin, nel 1957, sceglierà la moda, ma non abbandonerà mai l’altra sua grande passione: il teatro. Si rivelerà un mecenate generoso e un promotore di iniziative. In particolar modo quando inaugurerà l’Espace Cardin, con la finalità di sostenere progetti a cura di giovani talenti nell’ambito degli spettacoli d’avanguardia; attività che, a differenza di tutti gli altri asset aziendali, brucerà diversi miliardi, senza che però vengano mai compromesse o sospese le attività.
Il suo DNA creativo non potrà trascurare né l’arte né il design. Aprirà, così, l’Espace Evolution, sempre in quel di Parigi, a due passi dal Centre Pompidou, nel quartiere del Marais, dove verranno organizzati una serie di eventi per esporre e valorizzare il lavoro di artisti contemporanei. Darà vita anche a una linea di arredamento eccentrica che incorpora la stessa anima e ispirazione presente nei suoi abiti.
Alla realizzazione dei prodotti di design verrà coinvolto anche il nipote Rodrigo Basilicati. Troverà tempo, entusiasmo ed energia anche per creare un museo, a lui dedicato. Il polo museale si trova nella località di Saint Ouen dove, al suo interno, viene allestito un percorso espositivo. Un excursus, tra “passato, presente e futuro”, che racconta l’universo creativo di Cardin.
130 modelli esposti, tra i più iconici della sua carriera, si alternano ad accessori, gioielli, oggetti di design oltre che a costumi teatrali e ai primi preziosi abiti realizzati per Dior.
I riconoscimenti alla carriera a Pierre Cardin
Celebrato da tutti come un instancabile creativo, nel corso della sua carriera Cardin riceverà numerosi riconoscimenti. Tre Ditali d’Oro conferitigli dall’Haute Couture di Parigi, il prestigioso Fashion Legend Award del Council of Fashion Designers of America (CFDA) e il premio alla carriera di Pitti Immagine, nel 2003.

Sarà anche insignito del titolo di Commandeur de la Légion d’Honneur in Francia, di Commender Order of the Cultural Merit dal Principato di Monaco e di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana.
Nel 2008 festeggerà i suoi sessant’anni di carriera con la pubblicazione di un libro biografico curato da Jean-Pascal Hesse.
Nel corso degli ultimi anni la griffe sarà oggetto d’interesse di molti gruppi societari tra cui spiccano i nomi dei colossi LVMH e della holding concorrente PPR. Cardin si dimostrerà sempre resistente alle proposte di acquisizione e particolarmente restio nel valutare la cessione del suo impero a un gruppo del lusso. Nel corso dell’ultimo decennio si rivelerà più aperto a trattare, interessandosi all’offerta del gruppo Marzotto, perché specializzato nel tessile, ma non cederà nemmeno in quell’occasione.
L’intenzione di vendere
Solo nel 2011 lo stilista si dimostrerà intenzionato a vendere, annunciando che sarà disposto a cedere il suo impero per un valore di 1 miliardo di euro (1,4 milioni di dollari) a patto che gli venga garantito di mantenere il controllo sulla direzione creativa.
Questo annuncio verrà accolto in maniera scettica dagli analisti del settore e dai banchieri che, in base alle valutazioni di mercato, dichiareranno che, seppur difficile da quantificare, per l’assenza di dati chiari sugli utili, il valore della Pierre Cardin non supera i 200 milioni di euro. Per tutta risposta lo stilista farà sapere di avere incontrato più volte investitori interessati a comprare alla cifra da lui proposta, tra cui un inglese, un americano e un cinese.
La maison, possiede solo un negozio di proprietà, a Parigi, al pianoterra del suo quartier generale di rue Saint Honoré. I suoi profitti sono generati attraverso gli innumerevoli accordi di licenza, stipulati da Cardin in persona in più di 100 Paesi.
La morte di Pierre Cardin
Pierre Cardin muore il 29 dicembre 2020 all’età di 98 anni. Era ricoverato da tempo presso l’ospedale americano di Parigi, Neuilly-sur-Seine, Francia. A darne l’annuncio, la famiglia.

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