C&A
C&A è una linea di negozi, fra i leader mondiali
La sigla C&A è ricavata dai nomi dei fratelli Brenninkmeijer, Clemens e August, che nel 1841 fondano, a Sneek in Olanda, una compagnia di abbigliamento. Azienda familiare da 6 generazioni, C&A continua ad essere in grado di adattarsi ed innovare, proprio come fecero i fratelli Clemens e August Brenninkmeijer nel 1841.
Dalla nascita agli anni duemila
Il primo negozio C&A venne aperto nel 1861. Fu un successo: proponeva, con grande anticipo sui tempi, moda pronta a prezzi accessibili. Dal 1910, inizia l’espansione in tutta l’Olanda e all’estero, dove altri membri della famiglia varano nuovi negozi. Prima, nell’11, in Germania, poi in Inghilterra (’22), in Belgio (’63), in Francia (’72), in Svizzera (’77), in Lussemburgo (’82), in Spagna (’83), in Austria (’84), in Portogallo (’91) e, infine, in Danimarca (’95), per un totale di 550 negozi e 40 mila persone impiegate.
La proposta di abbigliamento per uomo, donna e bambino, copre stili diversi, con prezzi, all’interno dello stesso negozio, anch’essi diversificati. Le marche della compagnia, tutt’oggi di proprietà della famiglia Brenninkmeijer, sono: Westbury, Jinglers, Palomino, Clockhouse, Rodeo, Your 6 Sense, Baby Club, Angelo Litrico, Yessica, Canda, Here & There.
Nel giugno 2009, l’azienda si è ritirata dal mercato argentino, mentre l’anno dopo la cantante Beyoncé ha rilasciato la propria linea di abbigliamento, Deréon, in collaborazione con C&A nell’estate del 2010.
Gli anni recenti
Il 14 gennaio 2018, il newsmagazine tedesco Der Spiegel ha riferito che i proprietari di C&A stavano considerando di vendere l’azienda a un investitore cinese senza nome. In una dichiarazione, Cofra Holding AG ha detto che “rimangono pienamente impegnati in un business di successo e a prova di futuro e come tale in C&A abbiamo intrapreso un programma di trasformazione e crescita”.
Senza menzionare direttamente la vendita, hanno aggiunto: “La trasformazione in corso di C&A include un’indagine sui modi per accelerare in aree prioritarie ad alta crescita come la Cina, i mercati emergenti e il digitale, e che potrebbe potenzialmente includere partnership e altri tipi di investimenti esterni aggiuntivi”.
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