Benetton
B,  Brand e Fashion designer

Benetton

Azienda fondata dalla famiglia Benetton nel 1965, partita come laboratorio artigianale specializzato in maglieria

Indice

Le origini: i fratelli Benetton

Fondata nel 1965 a Ponzano Veneto (Treviso) dai fratelli Luciano, Giuliana, Gilberto e Carlo Benetton. All’inizio era semplicemente un laboratorio artigianale specializzato in maglieria con un buon contenuto moda e prezzi molto accessibili.

“Mia sorella Giuliana”, racconta Luciano Benetton, “confezionava maglie per un negozietto delle nostre parti. Un giorno, mi regala un maglione di un luminosissimo colore giallo. Beh, tutti lo volevano. Erano stanchi dei colori tristi e smorti dell’epoca. Allora ho detto: dai proviamo, tu Giuliana crei e io vendo. Abbiamo comprato una vecchia macchina che faceva le righe alle calze a rete. La vendevano al peso del ferro. L’abbiamo trasformata. Da allora, non ci ha più fermato nessuno.”

Benetton
Benetton, pubblicità anni ’70

Il Gruppo Benetton

I fratelli Benetton, creano un gruppo di marchi di abbigliamento con una propria rete di negozi in franchising nel mondo. I marchi gestiti da Gruppo sono: United Colors of Benetton, Undercolors of Benetton (linea intimo, mare, pigiameria e accessori di United Colors of Benetton) e Sisley.

Negli anni ottanta inaugurano il primo negozio a New York in Madison Avenue e due anni dopo a Tokyo.

L’arrivo in Borsa

Alla fine degli anni ottanta il Gruppo si quota alle borse di Milano, Francoforte e New York. Il Gruppo è gestito da una holding finanziaria, Edizioni srl, di proprietà della stessa famiglia e ne detiene il 67% delle azioni.

La Società adotta un sistema di governo societario in virtù del quale l’organo di gestione dell’impresa è il Consiglio di Amministrazione. L’Organo di Vigilanza in ordine al rispetto, tra l’altro, della legge, dello Statuto e dei principi di corretta amministrazione è il Collegio Sindacale, mentre la Società di Revisione è incaricata della revisione legale dei conti.

1998 

Nel ’98, con un fatturato che sfiorava i 9 trilioni di lire, negozi diretti e in franchising sparsi in tutto il mondo, è diventato il dodicesimo gruppo industriale italiano nella classifica di Mediobanca, ed era una delle realtà del tessile-abbigliamento più importanti del nostro paese. Metà delle vendite derivava dalle attività tradizionali -abbigliamento e prodotti per lo sport-, con i marchi Benetton, Benetton 012, Sisley, Zerotondo, Tutti i colori del mondo, cui si aggiunsero le licenze per accessori, biancheria intima e da casa, la linea mare e i cosmetici. L’altra metà del giro d’affari arrivava, invece, dai settori di espansione più recente: grande distribuzione, autogrill, immobiliare, merchant banking.

Sul fronte dell’attività storica, il gruppo di Ponzano Veneto produceva in casa l’80% di quelle magliette, camicie, vestiti, pantaloni. Questi poi, erano venduti in tutto il mondo. L’altro 20%, solo da qualche anno, era confezionato all’estero. Negli stabilimenti di Castrette, giganteschi e modernissimi capannoni cablati e disegnati dall’architetto Tobia Scarpa, un migliaio di persone manovravano terminali, computer e pannelli di controllo che tanto ricordavano i grandi centri di ricerche di tecnologia avanzata.

Il sistema Robostore

Benetton creò il sistema logistico Robostore, che con sole 14 persone smistava 30 mila pacchi al giorno e 10 milioni di capi al mese, mettendoli sui camion e, secondo le destinazioni, dividendoli per paese e punto vendita, con un modo tanto somigliante, per i suoi nastri trasportatori, al centro smistamento bagagli di un aeroporto. Le fasi meno complicate della lavorazione, come la cucitura e la stiratura, erano appaltate all’esterno: un gruppo di aziende venete lavorava praticamente solo per Benetton e occupava 30 mila persone.

Benetton è il cuore di un gigantesco network produttivo che va dalla pecora argentina e dalla sua lana fino alla distribuzione nell’ultimo negozio del Terzo Mondo o della Groenlandia, dove si vendono maglioni o camicie firmati Benetton. Un network che studia il tessuto, disegna la collezione, taglia, tinge e controlla la qualità di quasi 80 milioni di capi all’anno e li distribuisce in contemporanea, cioè quasi senza magazzino, in 7 mila negozi di 120 paesi.

L’inizio delle campagne pubblicitarie innovative 

Dall’82 le campagne pubblicitarie della produzione Benetton, campagne innovative e spesso provocatorie, hanno la firma di un grande fotografo, Oliviero Toscani, creatore oltre che di immagini anche di slogan e di messaggi. Gli scatti del maestro hanno come protagonisti modelli di etnie diverse, proprio come vuole lo slogan United Colors of Benetton. Il brand italiano parlò anche di questioni controverse come AIDS, vittime della Guerra del Golfo e così via: dalle immagini di un neonato appena nato completo di cordone ombelicale, a una foto di un paziente sieropositivo mentre giace morente in ospedale, le campagne di Benetton hanno sollevato polemiche e posto il marchio sempre al centro della scena.

Benetton
Olviero Toscani per la campagna pubblicitaria Benetton contro l’AIDS, 1991

Negli anni ’80 e ’90 le polemiche campagne pubblicitarie hanno permesso al gigante italiano della moda di farsi conoscere in tutto il mondo: i negozi Benetton, nel ’93, erano ben 7.000. Nel 2000, la pubblicità Benetton entrò in una nuova fase. Fabrica, il centro di comunicazione di Benetton, aveva rilevato la comunicazione del Gruppo, concludendo la collaborazione di 18 anni con Oliviero Toscani.

Nel settore dell’abbigliamento, il gruppo di Ponzano Veneto sembra aver realizzato, oltre a una formula di successo, anche una sorta di quadratura del cerchio nell’organizzazione industriale italiana: somiglia, infatti, a uno dei tanti distretti produttivi del made in Italy, ma con una sola testa che organizza. Tutto era cominciato quasi per caso. Dai primi 2000 il fatturato annuo globale raggiunse i 4 mila miliardi. La società era quotata in Borsa sulle piazze di Milano, New York e Francoforte.

Lo sviluppo del brand nel nuovo millennio

Il Gruppo inizia subito ad investire in altri settori, così dal 1983 inizia la sponsorizzazione di una squadra di Formula 1, la Tyrrell, e successivamente anche della Toleman. Si costituisce la Benetton Formula, la squadra personale del gruppo, poi acquisita da Renault nel 2000, per un ammontare di 120 milioni di dollari. Benetton continuò ad essere lo sponsor ufficiale per altri 2 anni. Debuttò, ad Amburgo, nel cuore della città, il nuovo megastore su quattro piani, mentre continuava lo sviluppo della rete di vendita attraverso investimenti diretti in molte città tedesche, dopo le aperture di Berlino, Leipzig, Colonia, Düsseldorf, Stoccarda e Hannover. Il mercato tedesco, dopo quello italiano, era il secondo per importanza strategica e vendite.

Benetton
Benetton, Formula Uno 1986

A settembre aprì a Mosca il primo megastore, situato al 19 Tverskaya: 2000 metri quadrati disposti su tre piani. Il mese successivo, si inaugura il nuovo flagship store diCardiff. A dicembre, Benetton concluse un accordo per acquisire, dal Gruppo Coin, 12 grandi magazzini, per un controvalore di 25,2 miliardi di lire.

A fine 2000, il Bilancio della Benetton Group S.p.A. evidenziava ricavi consolidati pari a 3.908 miliardi di lire (2,02 miliardi di euro) e un risultato netto di 471 miliardi di lire (243 milioni di euro). Il dividendo distribuito ai soci era di 90 lire per azione. I mercati in crescita erano Corea, Stati Uniti e Giappone. In quest’ultimo, la strategia perseguita dal Gruppo era stata quella di chiudere i piccoli punti vendita e aprire nuovi megastore.

A maggio 2001 venne formalizzata l’intesa con Txt e-solutions, azienda specializzata nella progettazione e realizzazione di software. L’accordo prevedeva la fornitura di soluzioni per rendere più efficiente la distribuzione nei megastore a livello mondiale, attraverso un controllo diretto che permettesse di conoscere i cambiamenti in ogni micromercato locale e di rispondervi in tempo reale. Il programma, Txt Sc&Cm for fashion, coordinava le attività di gestione dei fornitori con le esigenze della distribuzione per ottimizzarla alla domanda dei consumatori.

Nuovi Mega Stores

A settembre 2001, Bologna era la città scelta dal Gruppo veneto per il primo megastore che era anche, grazie alla collaborazione di Fabrica, un ambiente sperimentale focalizzato sulla creatività e la cultura. Durante lo stesso mese, il soggetto della nuova campagna di comunicazione divenne il volontariato. L’iniziativa fu realizzata con il sostegno dell’Unv, sezione volontari delle Nazioni Unite. L’investimento fu pari a circa 24 miliardi di lire e coprì, attraverso stampa e affissioni, 60 paesi.

Ljubljana Benetton megastore
Ljubljana Benetton megastore

Un mese dopo debuttò un nuovo megastore a Milano, in corso Vercelli. A ruota, seguirono aperture a Palma de Mallorca e Parigi, dove venneroo avviati 2 nuovi flagship store, in Place de l’Opéra e Avenue des Champs-Elysées, e Lisbona. Benetton investì 52 miliardi per tre megastore in Giappone, a Kyoto e a Osaka (due). Il fatturato conseguito in Giappone nel 2000 fu pari a circa 580 miliardi di lire. Il Gruppo veneto contava 100 megastore in tutto il mondo (l’obiettivo era di arrivare a 300 entro il 2004) e una rete distributiva costituita da 5 mila negozi dislocati in 120 paesi. Nei due anni precedenti aveva investito circa 500 milioni di euro per l’apertura dei megastore, situati nei centri storici delle grandi città.

2001-2002

A fine 2001, Benetton aveva conseguito un fatturato di 2,098 miliardi di euro, un Ebitda (margine operativo lodo) di 398 milioni e un utile netto di 148 milioni, risultato non confrontabile con i 243 milioni del 2000, poiché quest’ultimo era stato influenzato dalle plusvalenze realizzate con la vendita del team di Formula 1. In termini omogenei, comunque, l’utile netto era diminuito del 6,5%.

Secondo Forbes, nel 2002 la fortuna di Benetton valeva 4,9 miliardi di dollari, corrispondenti al 62° posto nella classifica dei più ricchi del mondo.

I nuovi punti vendita e la campagna Food For Life

A marzo 2002 venne perfezionato un preliminare con Viceversa edizione design, società incaricata di realizzare una linea di home collection firmata Benetton. A luglio Benetton emise un bond (prestito obbligazionario) triennale da 300 milioni di euro, il secondo della storia per la casa veneta. Ad ottobre Benetton debuttò con due nuovi punti vendita a Venezia e Shanghai.

A febbraio 2003, dopo l’apertura di stabilimenti in Croazia, Slovacchia e Ungheria, Benetton investì in Tunisia 16 milioni di dollari. Un nuovo megastore viene aperto ad Osaka, in Giappone, con un investimento di 1,5 miliardi di yen. Era il decimo dall’inizio del 2001. La somma complessiva investita ammontava a 12 miliardi di yen, ovvero 90 milioni di euro. Nel 2001 il fatturato in Giappone fu di 200 milioni di euro, in linea con i risultati del 2000.

Il soggetto della nuova campagna di comunicazione era Food for Life, la fame nel mondo. Realizzata insieme al World Food Programme, agenzia dell’Onu, ebbe un budget di 15,7 milioni di euro.

benetton
Campagna pubblicitaria Benetton Food For Life

Benetton cede le linee sport

Nel marzo 2003 venne anche siglato il preliminare con la Prime Newco, società del gruppo Tecnica, per la cessione di Rollerblade. L’accordo rientrava nella strategia di concentrazione sul “core business”, l’abbigliamento. Il controvalore era di 20 milioni di euro. Poco più tardi, Benetton vendette i marchi Prince (racchette da tennis) ed Ektelon (attrezzature e accessori per il “badminton”) al fondo di “private equity” statunitense Lincolnshire. Il controvalore era di 36,5 milioni di euro. L’accordo completava l’uscita dei Benetton dal business dell’accessorio sportivo e disegnava la nuova architettura strategica del Gruppo, un ritorno al “core business”, l’abbigliamento.

Silvano Cassano

A marzo 2003 Luigi De Puppi abbandonò l’incarico di amministratore delegato del Gruppo Benetton. Ad aprile, Silvano Cassano era il nuovo amministratore delegato del Gruppo Benetton. Entrò in azienda in un momento storico. L’improvvisa diversificazione, cominciata nel ’97, nel business dell’accessorio sportivo si era chiusa con la recente vendita di Nordica, Rollerblade e Prince. Oggi Benetton è nuovamente focalizzata sull’abbigliamento.

2003

A maggio, i risultati del primo trimestre evidenziavano ricavi (casual) per 351 milioni di euro, in crescita, al netto dell’effetto cambi, del 3,8%. Il fatturato complessivo si attestava a 444 milioni contro i 447 del 2002, per la prevista contrazione del business sportivo. L’utile netto, 25 milioni di euro, segnò un più 29%. L’autofinanziamento rimase stabile a 76 milioni, mentre l’indebitamento si attestò a 709 milioni di euro, contro i 756 del primo trimestre 2002. Continuava lo sviluppo dei punti vendita. In Russia, il gruppo programmò per l’anno in corso 22 nuovi aperture, mentre nel 2004 avrebbero debuttato altri dieci store. L’obiettivo era di raggiungere quota cento negozi entro la fine del 2004.

Il Gruppo Benetton era presente in 120 paesi, con i marchi United Colors of BenettonSisleyThe Hip SitePlaylife e Killer Loop. Produceva oltre 100 milioni di capi d’abbigliamento ogni anno, il 90% dei quali fabbricati in Europa. La rete distributiva era costituita da 5000 punti vendita. Il Gruppo Benetton era controllato dalla finanziaria di famiglia, Edizione Holding, costituita da un network di aziende che competevano in differenti settori: oltre all’abbigliamento, di cui deteneva il 69,9%, autostrade, servizi di ristorazione, telecomunicazioni, immobiliare, agricoltura e partecipazioni finanziarie minori.

Le espansioni del gruppo Benetton

Complessivamente Edizione Holding aveva un giro d’affari di 7 miliardi di euro e impiegava 50 mila dipendenti. Negli 8 otto anni i fratelli Luciano, Gilberto, Giuliana e Carlo Benetton avevano assemblato, pezzo dopo pezzo, sotto l’ombrello di Edizione Holding, un gruppo che, partito dal tessile, era ormai diventato una conglomerata. Nel 1994, il tessile costituiva il 100% del fatturato; nel 2003 i maglioni pesavano per il 30% sul totale.

A settembre 2003 la società inaugurò diversi nuovi megastore ad Hong Kong, che offrivano i marchi del gruppo. Inoltre, a Birmingham portò i marchi United Colors of Benetton, Sisley e The Hip Site. A Parigi, cinque piani all’interno di un edificio storico della seconda metà dell’800, vendeva United Colors of Benetton e Sisley. L’espansione del gruppo in Germania continuò con l’apertura di un mega-store a Berlino, su tre piani, che offriva le intere collezioni United Colors of Benetton e Sisley.

Joel Berg nuovo direttore di United Colors of Benetton

Ad ottobre Joel Berg diventò nuovo direttore di United Colors of Benetton: era responsabile dell’immagine del marchio, della pubblicità e della presentazione della Collezione. A fine anno, Benetton presentò la nuova strategia per il periodo 2004-2007: le vendite sarebbero dovute aumentare del 25% e il margine operativo lordo del 40%. Per raggiungere tali risultati senza una guerra di prezzi, la qualità del prodotto doveva essere per forza migliorata. La strategia si basava su una solida rete di distribuzione e sul know-how di produzione. Il 2003 si chiuse con un fatturato consolidato di 1,885 miliardi di euro, un utile netto di 108 milioni di euro e una posizione finanziaria netta di 368 milioni di euro.

A giugno 2004 si contò il quindicesimo anno dalla quotazione di Benetton nella Borsa di New York. La presenza del gruppo su Internet era raddoppiata, con i siti web www.benetton.com e www.benettongroup.com. Il primo è un sito web incentrato sui consumatori, mentre il secondo offre informazioni finanziarie e notizie sull’attività di comunicazione del Gruppo.

2004

A dicembre 2004, venne aperto un nuovo negozio in via Maistra a St. Moritz, in posizione centrale: due piani offrivano l’intera collezione United Colors of Benetton.

Il 2004 si chiuse con un fatturato consolidato di 1,668 miliardi di euro, di cui 1,504 miliardi di euro prodotti dalla divisione casual. Il margine operativo lordo era di 757 milioni di euro, l’utile netto di 123 milioni di euro e gli utili non distribuiti di 431 milioni.

2005 

Il primo trimestre del 2005 mostrò un fatturato di € 378 milioni (rispetto ai 381 dello stesso periodo nel 2004) e un utile netto di € 23 milioni (rispetto ai 28 milioni del 2004). La posizione degli utili non distribuiti migliorò, con 470 milioni, contro 497 dell’anno precedente. Ad aprile, Benetton firmò un accordo di joint venture con il Gruppo Boyner, con l’obiettivo di rafforzare i marchi Benetton in Turchia.

Nel maggio 2005 venne firmato un accordo di licenza con Selective beauty per lo sviluppo e la distribuzione a livello mondiale dei profumi Benetton. A giugno, il gruppo assicurò, con un pool di 10 banche, una linea di credito rotativa per 500 milioni, prevista per il 2010. A giugno venne firmato un accordo di licenza a livello mondiale con Zorlu Holding per la produzione e la distribuzione del Sisley Collezione Home.

Il 40° anniversario di Benetton

Sfilata per il 40° anniversario

Per il 40° anniversario, Benetton propose per la prima volta una sfilata della collezione autunno/inverno. L’evento si tenne il 10 ottobre 2006 al Centre Pompidou di Parigi. Inoltre venne inaugurata una mostra (per la durata di un mese), “Les Yeux Ouverts” (Occhi aperti al mondo e al futuro), finanziata da Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione, e dal World Food Programme (WFP) delle Nazioni Unite.

Nel febbraio 2008 Benetton lanciò una nuova campagna di comunicazione globale, la Microcredit Africa Works, a favore del microcredito in Senegal, in collaborazione con Youssou N’Dour.

Gli eventi e le campagne

Opening Soon…

“Questa mostra – spiega Alessandro Benetton, vicepresidente esecutivo del Gruppo – è il punto di partenza per la ricerca che dà ancora una volta voce alle idee, alla creatività e al talento dei giovani. Siamo convinti che sostenere questo tipo di ricerca e di merito sia una risposta necessaria all’attuale crisi economica, per essere pronti a cogliere il momento della ripresa non appena arriverà. Per Benetton, il design è l’essenza del gruppo, la sintesi del prodotto e della cultura aziendale, uno specchio per i valori del marchio e una forma decisiva di comunicazione con il mondo “.

Alessandro Benetton, Tina Brown, Arne e Marc Glimcher celebrarono l’apertura della Biennale d’Arte di Venezia con l’evento “Cocktail in Venice”.

It’s My Time

A febbraio 2010 il Gruppo Benetton lanciò il concorso mondiale IT’S MY TIME. In 36 giorni si iscrissero oltre 65.000 partecipanti da 217 paesi diversi; il sito era stato visitato da quasi 4 milioni di persone e circa 60 erano i milioni di pagine visualizzate. Il primo casting online si chiuse con 20 vincitori, che volarono a New York e collaborarono con il fotografo di fama mondiale Josh Olins per la campagna pubblicitaria mondiale (stampa, internet e cartelloni) autunno/inverno 2010/2011.

Campagna It’s My Time

Biagio Chiarolanza e Franco Furnò divennero i nuovi direttori con poteri esecutivi. Un anno dopo, You Nguyen, venne nominato United Chief of Benetton, Chief Merchandising Officer e Creative Director di United Colors of Benetton.

Il 6 settembre 2011 Benetton aprì le porte a un triplo evento simultaneo nei concept store di Istanbul, Milano e Monaco (e anche sul web) per presentare 15 installazioni d’arte di Erik Ravelo, artista cubano di Fabrica. Ipezzi parlavano del colore e del filo (di lana) che lega tutta l’umanità. Benetton lanciò la collezione autunno/inverno 2011 sotto il segno dell’arte.

La fondazione Unhate

campagna unhate benetton
campagna unhate benetton

A novembre 2011 viene presentata, con una campagna di comunicazione mondiale, la Fondazione Unhate: creata secondo la nuova strategia di responsabilità sociale delle imprese, è stata fortemente voluta dal Gruppo. L’obiettivo era quello di contribuire a combattere la cultura dell’odio, in linea con i valori Benetton, attraverso campagne di comunicazione globale. Molte delle immagini vedevano i leader mondiali stretti in un bacio: molto controversa, nel 2012 vinse il Festival di Cannes.

Nel 2012 il Gruppo Benetton uscì dalla Borsa di Milano.

La collezione Color

Nel 2013 l’azienda utilizzò un’incredibile campagna pubblicitaria (poi divenuta icona) per celebrare l’imminente lancio della collezione primavera/estate 2013, “Color”. 9 furono le celebrità a parteciparvi, tra cui Charlotte Free, lo chef Matias Perdomo, l’attore Dudley O’Shaughnessy, la modella transgender Lea T e Hanaa ben Abdesslem, ognuna delle quali rappresentava un colore diverso: rosso, viola, rosa, arancione, giallo, verde, blu, nero e bianco. Ciascun colore rifletteva personalità e umore, con il messaggio: “Essere naturali e liberi”.

Lo stesso anno, inoltre, il Gruppo Benetton si è unito a Greenpeace per contribuire a eliminare, entro il 2020, le emissioni di sostanze chimiche pericolose della catena di approvvigionamento e di produzione.

On Canvas

Nel 2014 il Gruppo lanciò “On Canvas“, un nuovo concept store che rende il prodotto vero protagonista. Prime location furono Milano, Mosca e Berlino: la struttura era innovativa, accogliente, funzionale e dinamica. La naturale evoluzione del negozio Benetton, concepito come incontro tra la sua storia e la sua modernità, tra qualità e cura del cliente, diventa protagonista centrale per ottenere del design autentico, tra esperienza tecnologica ed emotiva. Concept è il telaio, struttura leggera, semplice ma solida e quasi invisibile, grazie a cui vengono create stagioni, collezioni, colori e materiali: il telaio, simbolo di tradizione e artigianalità, diventa anche simbolo di innovazione e trasformazione del negozio.

Sempre nel corso del 2014, il Gruppo Benetton acquisì un nuovo Consiglio di Amministrazione; Gianni Mion venne nominato Presidente non esecutivo e Marco Airoldi Amministratore Delegato e Direttore Generale.

Benetton per Women Empowerment

Il 25 novembre 2014 Benetton rese pubblica la campagna New United Colors of Benetton a sostegno di UN Women, in occasione della Giornata internazionale dell’ONU per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’obiettivo della campagna di United Colors of Benetton, ideata e creata da Fabrica, era quello di promuovere la consapevolezza internazionale della necessità di azioni concrete per sostenere le donne, di sponsorizzare programmi di prevenzione e di promuovere un’educazione basata sul rispetto delle differenze e sulle pari opportunità.

Campagna pubblicitaria Women Empowerment

Nel 2015 Benetton presentò il Benetton Women Empowerment Program, un’iniziativa a lungo termine per sostenere i diritti delle donne in tutto il mondo. Il programma WE (Women Empowerment Program) è un programma di sostenibilità a lungo termine del Gruppo Benetton volto a sostenere l’empowerment delle donne in tutto il mondo. Per raggiungere l’obiettivo dell’uguaglianza di genere e dell’emancipazione delle donne, il Gruppo Benetton ha identificato cinque punti chiave in conformità con l’agenda delle Nazioni Unite.

Nel 2017, per celebrare la Giornata internazionale della donna, 017 Benetton ha lanciato la nuova campagna “United by Half” (Uniti per metà), per incoraggiare le donne di tutto il mondo a unirsi e lottare per l’uguaglianza di genere. La campagna, introdotta in India, ha raggiunto risultati incredibili; il video è stato visualizzato più di 7,7 milioni di volte su YouTube.

Situazione attuale del Gruppo Benetton

Dal 2016 Benetton ha iniziato a cambiare la sua brand identity attraverso una nuova piattaforma creativaClothe for Humans. Questa campagna mira a celebrare “la bellezza dei momenti e delle emozioni quotidiane”. La società si sta muovendo dallo shockvertising (pubblicità shock) al “never shocking” (mai scioccante); tuttavia sicuramente si merita un posto come una delle società con le campagne pubblicitarie più efficaci di sempre.

Nel 2019, Benetton ha generato un valore economico pari a poco più di un miliardo e 190 milioni di euro, circa 114 milioni in meno del 2018 (l’8,7%) e 151 rispetto al 2017. Al 2020, si è attestato che un terzo delle vendite (377 milioni) deriva dal mercato nazionale e un altro 41% degli altri paesi europei, mentre il resto del mondo pesa per il 26%.

Ad aprile 2020 è stato nominato nuovo CEO, Massimo Renon, il quale come strategia aziendale vuole putare su sostenibilità, innovazione e maggiore qualità.

A settembre Benetton ha presentato alla Triennale di Milano I See Colors Everywheremostra (aperta fino ad ottobre 2017) sul tema del colore, curata dallo stesso centro di ricerca sulle arti e la comunicazione del Gruppo.

Il ritorno di Luciano Benetton e Jean-Charles de Castelbajac nuovo direttore creativo

Nel 2019, Luciano Benetton torna nella campagna firmata Olviero Toscani. Uno dei fondatori dell’azienda, posa accanto ai modelli negli scatti del celebro fotografo. Luciano Benetton aveva ripreso il controllo dell’azienda nel 2017. Nel 2018, nomina il designer francese Jean-Charles de Castelbajac direttore creativo del brand. Insieme, si impegnano affinché Benetton riacquisti solidità. La prolifica carriera di de Castelbajac è frutto dell’incontro di numerose ispirazioni e esperienze. Il direttore creativo infatti, gode dell’influenza di numerose forme d’arte, incluso la street-art, il design, e l’arte.

Sisley

Sisley è un marchio di forte personalità: sexy, non-convenzionale, con un’estetica di spinta contemporaneità. Le collezioni per uomo e donna, rispecchiando i valori espressi dal brand. Il marchio fa capo al gruppo Benetton di Ponzano Veneto e propone una moda casual. Negli anni ’60 e ’70, nel pieno boom dei jeans, il marchio ha avuto grande successo, e sono state aperte decine di negozi in tutta Italia. Ma, con l’aumento della concorrenza e il mutare delle mode, sono diminuite le risorse finanziarie per tenere testa al mercato. Risorse che sono quindi arrivate dalla Benetton. Con il marchio Sisley vengono prodotti anche accessori e la produzione di orologi è affidata al Gruppo Sector.

Prosegue l’espansione di Benetton e Sisley nelle principali città russe puntando sull’apertura di oltre 100 negozi per la fine del 2004.

La comunicazione di Sisley

Le campagne di comunicazione di Sisley si pongono in analogia con quelle del marchio Benetton. Controverse e intriganti, le pubblicità di brand parlano ad un pubblico di giovani. Infatti, spesso sono stati utilizzati testimonial di riferimento per la cultura giovanile. Non a caso, nel 2015 il rapper Fedez è stato protagonista della campagna fw15.

Fedez will never give up on his dreams. #fedez4sisley #SisleyStories #Fedez  #Sisley #Sisleyfashion #Sisleylook | Sisley fashion, Campaign, Mens  fashion:__cat__

Nel 2021 viene lanciata la campagna Primavera Estate 2021, “I am Sisley” che ha come protagonisti attori, sportivi, artisti, ballerini, chef, musicisti che hanno scelto di seguire le proprie passioni senza mai voltarsi indietro. Sviluppata dal team Sisley, con la direzione artistica di Carlo Miari Fulcis e la direzione strategica di comunicazione di We Are Social, è un racconto diverso e originale, nel quale artisti, creativi e sportivi sono descritti nel loro ambiente naturale, in luoghi dove si sentono liberi di essere sé stessi.

t-shirt i am sisley
t-shirt i am sisley

La squadra di pallavolo Sisley Treviso

Anche con Sisley, la famiglia Benetton scommette sullo sport. La società nasce nel 1987 quando acquista il titolo sportivo dall’Antares Vittorio Veneto, neopromossa in A2. Con l’aiuto della famiglia Benetton, socio e sponsor della squadra, nasce così la Sisley Treviso con l’obiettivo di arrivare ai vertici della pallavolo italiana. Dopo un decennio di successi, arriva la crisi. La crisi della Sisley Treviso inizia all’alba della stagione ’08-’09, annata che andrà particolarmente male e che costringerà la società a cambiare radicalmente. Nuovo allenatore e nuovi giocatori non riusciranno però a riportare Treviso al vertice della pallavolo maschile. Nel 2011, la famiglia Benetton interrompe i suoi finanziamenti e lascia ufficialmente il mondo della pallavolo e del basket.

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