babydoll
B,  Indumenti, icone di stile, stili e tessuti

Babydoll

Il babydoll è un indumento di lingerie considerato a lungo uno dei simboli della seduzione femminile

Viene indossato dalle dive del cinema a partire dagli anni ’50, ma anche tratteggiato sulle silhouette di eroine dei fumetti come Betty Boop. Il nome deriva dal titolo dell’omonimo film di Elia Kazan, girato nel 1956. Carrol Baker intepreta una moglie-bambina che indossava un succinto pigiamino, appunto poi chiamato babydoll, e si succhiava il pollice. All’epoca, Baby Doll fece scandalo, rese paonazzo d’ira Spellman, cardinale di New York, e scatenò la Legione della Decenza.

Secondo un’altra interpretazione è la definizione di un capo di abbigliamento che trae il suo nome dalla fattura semplice che ricordava il vestitino delle bambole. Questo era a sua volta una semplificazione del vestitino delle bambine, fatto cioè a campana con bretelline o meno e corto sulle ginocchia. Ma potrebbe anche riferirsi ai vestiti delle bambole, che rassomigliavano ovviamente a quelli delle bambine degli stessi anni. Infine, il verbo agghindare si traduce con “to doll up” e, conseguentemente, si parla di “agghindarsi da bambina”.

Oggi il babydoll somiglia sempre meno a un vestito da bambina. Lunghezze minime e trasparenze sono le peculiarità di questo indumento che è nato verso il 1950 in un momento storico che vede la donna ritrovare il desiderio di sentirsi attraente in ogni momento del giorno. A metà tra la biancheria intima e l’indumento da notte, dalla foggia vezzosamente infantile. Il babydoll è una camicia scollata, senza maniche e tanto corta da fare intravedere mutandine riccamente ornate da fiocchi e pizzi, utilizzati anche per arricchire lo scollo e il bordo inferiore della camicia stessa. Può essere costituito di vari materiali tra cui seta, fibre sintetiche e tessuti trasparenti.

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