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Babani: casa di tessuti e abbigliamento fondata nel 1894 da Vitaldi Babani

Casa di tessuti e abbigliamento fondata da Vitaldi Babani, nel 1894, attraverso un negozio nel parigino boulevard Haussmann che aprì esponendo le stoffe liberty e d’evocazione rinascimentale di Mariano Fortuny. Come Maria Gallenga, Babani è un epigono dello stile Fortuny da cui si distacca per una minore sofisticatezza e per il gusto dei ricami.

Vitaldi Babani nasce in Medio Oriente, da dove compra alcuni tessuti. All’inizio il suo magazzino consiste in oggetti d’arte di bronzo e avorio, mobili, tappeti, ricami e sete importate da Cina, Giappone, India e Turchia. Babani vende questi prodotti nel suo negozio in Boulevard Haussman e in un negozietto addizionale in Rue d’Anjou, sempre a Parigi.

Durante la prima decade del ventesimo secolo divenne molto di moda per le donne occidentali indossare i giapponesi nagajubans (le vestaglie indossate sotto al Kimono). Babani, grazie a una serie di pubblicità sul Le Figaro-Madame, riuscì a farsi conoscere come primo fornitore delle cosiddette vestaglie giapponesi. Insieme a queste, accanto a Paul Poiret, aveva un brevetto per vendere tessuti e indumenti del designer di Venezia Fortuny, incluse le sue famose gonne di seta plissettate.

Dal 1919, quando il figlio stilista di Vitaldi, Maurice, entrò nel business di famiglia, l’etichetta si iniziò a concentrare di più sui vestiti e sulla produzione di indumenti, che erano molto influenzati dalla merce che importavano. I design di Maurice Babani tendevano a essere esplicitamente ispirati dalle loro fonti. Si parla quindi di vestiti che ricordavano una vestaglia nordafricana ricamata, ma utilizzando velluto di seta piuttosto che i tessuti originali di lana. Si crede che i laboratori di ricamo che Babani possedeva a Costantinopoli e a Kyoto fossero l’origine di alcuni degli indumenti che producevano.

I clienti della boutique

Clienti di rilievo erano l’artista spagnola Joaquìn Sorolla, che ordinò due kimono da Babani mentre si trovava a Parigi nel 1913. L’attrice Eleonora Duse comprò anche lei diversi Indumenti nella boutique. Katharine Hepburn indossò un vestito di velluto goffrato bianco con dei ricami oro al suo matrimonio con Ludlow Odgen Smith, nel 1928.

La linea di profumi

Il marchio divenne famoso anche per i suoi profumi ispirati all’Oriente: Afghani (1920) Sousouki (1921) Abdulla (1926). Per la promozione dei prodotti la pubblicità fu affidata a Michelle Pichon che propose lo  slogan “parfums inconnus d’orient and d’extreme orient”.  Il successo fu tale che poco dopo venne lanciata una linea corpo che includeva talco, sapone e incensi. Negli Stati Uniti Elisabeth Arden decise di commercializzare alcuni profumi.

profumi babani
profumi Babani

Tutte le profumazioni furono confezionate in bottiglie dai motivi orientali e rifinite in oro e nero. Elisabeth Arden volle mischiare le fragranze Babani in modo da ottenere “un profumo che nessuno potrà imitare”, mescolando Chypre con l’inebriante Sousouki. Negli anni che precedettero la Seconda Guerra Mondiale la situazione della maison Babani  si fece difficile, cosicché la fabbricazione di abiti terminò. Nel 1941 tutta la produzione dei profumi andò scomparendo, con l’eccezione di Ming. 

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