Ghergo, Arturo
Arturo Ghergo, il fotografo antinaturalistico
Arturo Ghergo (1900-1958) è stato un fotografo italiano. Dopo gli anni a Macerata, sua città natale, dove acquisisce i fondamenti della tecnica nel laboratorio del fratello, si trasferisce a Roma. Qui, nel 1929, apre uno studio nella centralissima via Condotti.
Il suo stile si caratterizza per l’attenzione estrema alle luci, mai usate in modo naturalistico, e all’equilibrio grafico della composizione. Ma anche alla cura nella posa, accentuata dall’uso del grande formato (Ghergo predilige il 18×24) lo fa divenire in breve il fotografo più richiesto nella capitale.
È il ritrattista delle dive fin dalla stagione dei “telefoni bianchi” (Alida Valli e Isa Miranda, poi Valentina Cortese e Rossella Falk), di esponenti del mondo della nobiltà. Ritrae anche papa Pio XII e re Hussein di Giordania. In effetti, il suo stile risente dei richiami alla cultura déco. Ma nella stessa misuta risente anche della tradizione del ritratto borghese ottocentesco sottolineata dal sapiente uso del ritocco.
La conseguenza di questo stile è il lavoro nel mondo della moda cui si avvicina con una grande precisione nel racconto fotografico degli abiti. Gli abiti infatti nelle sue immagini prevalgono sempre sulle modelle, e in una staticità che è in egual misura segno della sua raffinatezza e del gusto dei tempi.
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