Ackermann Haider 1971
Le creazioni con influenze etniche di Haider Ackermann
Haider Ackermann, stilista di moda, è nato a Santa Fé, Bogotà.Nato a Bogotà, , nel 1971, a 9 mesi venne adottato da una coppia francese con la quale trascorse un’infanzia nomade in giro per il mondo dal momento che il padre cartografo si spostava con lui e i suoi cinque fratelli, tra cui un coreano e un vietnamita, seguendo le fluttuazioni del suo lavoro. Haider Ackermann non ha mai fatto mistero della profonda gratitudine nei confronti dei genitori la cui generosità gli ha permesso, fin da piccolo, di fare tesoro di quelle sensazioni forti, culturalmente vivaci, che costituirono il substrato della sua firma.
Ma prima che i sogni di passerella prendessero
Ma prima che i sogni di passerella prendessero forma nella mente del giovane, ci furono anni di pellegrinaggi soprattutto nei paesi dell’Africa. Il fascino invadente di un continente racchiuso nell’immagine potente delle sue donne, bellissime creature vestite di stoffe svolazzanti e accompagnate dai suoni leggeri dei loro gioielli, figlie di una terra difficile, fragile, ma bellissima che gli rimarrà sempre nel cuore. È cresciuto tra l’Etiopia, il Ciad, la Francia e l’Algeria. Poi, si è trasferito nei Paesi Bassi dove ha frequentato l’Academie Royale di Anversa, in Belgio. Durante gli studi lavora insieme a John Galliano. Dopo tre anni ha interrotto gli studi perché è diventato assistente per le collezioni uomo e donna di Wim Neels, stilista e suo insegnante.
Successivamente si è specializzato nel drappeggio dei tessuti
Successivamente si è specializzato nel drappeggio dei tessuti. Ha collaborato come designer per la società belga di prêt-à-porter Mayerline. Dal 2002 disegna la collezione femminile, che porta il suo nome, traendo spunto dalle influenze etniche dell’Africa e dallo stile metropolitano dell’Europa. È stato anche l’ultimo stilista che ha collaborato con la Ruffo per la realizzazione della collezione Ruffo Research per la primavera-estate 2003.
Quell’immersione nella realtà più palpitante e meno scontata, quell’idea di bellezza imperfetta
Quell’immersione nella realtà più palpitante e meno scontata, quell’idea di bellezza imperfetta e profondamente umana, segnata dalla vita ma non per questo meno forte costituì la base dell’idea di femminilità di Haider Ackermann. Che, una volta tornato in Europa, la graffiò con la passione per Yves Saint Laurent, da cui rimase letteralmente fulminato da adolescente tanto da decidere di volerne seguire i passi. Così, dopo aver terminato gli studi in Olanda dove la famiglia si era trasferita, nel 1994 partì per Anversa per iscriversi alla Royal academy of fine arts, testa di ponte dell’avanguardia stilistica belga da cui erano usciti creativi come Ann Demeulemeester e Dries Van Noten. Pur non essendo così certo del risultato, era altresì convinto che avrebbe dovuto provarci.
E mentre si manteneva lavorando come cameriere in un nighclub,
E mentre si manteneva lavorando come cameriere in un nighclub, coltivava sogni di gloria studiando in maniera appassionata le tecniche di drappeggio dei tessuti, diretta emanazione di un Mal d’Africa creativamente potente che ancora lo guidava. Il suo talento innegabile colpì prima John Galliano, che lo volle come assistente nel suo ufficio stile (1998) e che successivamente non tardò a riconoscerlo come il migliore studente che avesse mai avuto, e più tardi il designer belga Wim Neels, già suo insegnante, per il quale curò le collezioni uomo e donna.
Fu un periodo intenso per Ackermann che lasciò l’Accademia e collaborò con diversi designer tra cui Bernhard Willhelm, Patrick Van Ommeslaeghe e per il brand belga Mayerline. Fino a quando, nel 2001 e con la benedizione della madre, portò a Parigi la sua prima collezione autofinanziata che sfilò al Petit Palais durante la settimana della moda francese.
Penélope Cruz, Victoria Beckham, Kanye West e, soprattutto, Tilda Swinton,
E il suo stile originale attirò l’attenzione di celebrità come Penélope Cruz, Victoria Beckham, Kanye West e, soprattutto, Tilda Swinton, che divenne la sua musa. L’attrice britannica, tra le più raffinate ed eclettiche per quel suo fascino ambiguo e difficilmente inquadrabile, rappresentava alla perfezione l’eterno femminino di Ackermann e quando si presentò nel 2007 alla première di Oceans Thirteen al Festival di Cannes indossando un due pezzi giacca e pantaloni metallico firmato dal designer fu chiaro a tutti che anche lui, come Mr Saint Laurent, aveva finalmente trovato la sua Betty Catroux.
La sua ossessione per il drappeggio, per la piega delle stoffe, per le morbidezze che scoprivano
Del resto, per Ackermann l’abito non doveva essere un mero oggetto del desiderio
Un designer unico nel suo genere che, nel 2010
Nel 2014, Ackermann ha lavorato a una campagna Mercedes-Benz con Tilda Swinton .
Ackermann è entrato a far parte di Berluti
Ackermann è entrato a far parte di Berluti come direttore creativo nel settembre 2016, succedendo ad Sartori e ha presentato la sua prima collezione per l’etichetta nel gennaio 2017 . donne. Il suo ruolo ha riguardato non solo il design completo del prodotto, compresi gli accessori sportivi, ma anche campagne pubblicitarie, immagine e punti vendita. Ha anche continuato a gestire le proprie linee femminili e maschili in concomitanza con il suo lavoro presso Berluti. A marzo 2018, Ackermann e Berluti si sono separati dopo sole tre stagioni.
Nel dicembre 2021, Ackermann, insieme allo stretto collaboratore Timothée Chalamet , ha disegnato una felpa con il 100% del ricavato destinato all’organizzazione francese Afghanistan Libre, che è incentrata sulla conservazione dei diritti delle donne in Afghanistan
Nel 2021 lo stilista viene nominato consulente creativo, con effetto immediato, del brand francese Maison Ullens.