Sy Oumou
S,  Brand e Fashion designer

Sy,Oumou 1952

Oumou Sy (1952), stilista senegalese

Cinque figli, tre mariti, originale stilista e donna di grandi ideali. Sy è riuscita a unire il mondo luccicante della moda a forti tematiche sociali, come l’emancipazione della donna africana. Il suo laboratorio di sartoria, nella Medina di Dakar, ospita studenti e studentesse ai quali insegna le tecniche artistiche del costume africano. Il suo progetto prevede la formazione dei giovani non soltanto al mestiere artigianale, ma alla valorizzazione dei propri talenti artistici, al perseguirli con tenacia, senso di libertà, fornendo gli strumenti per affermarsi anche in Occidente. Per far fronte alle tante richieste, ha istituito Leydi, laboratorio di stilismo e di formazione alle arti e alle tecniche tradizionali e moderne del costume e delle contaminazioni africane e occidentali (gli allievi provengono dal Senegal e sub-regioni, ma anche dall’Europa e dal continente americano).

Sy Oumou
Una creazione di Omou Sy

Alta moda, prêt-à-porter e i premi

Alta moda e prêt-à-porter rimangono tuttavia il suo campo d’azione prediletto, pur collaborando al mondo dello spettacolo e insegnando Belle Arti a Dakar e all’estero. Oumou Sy ha firmato da sola e presentato a Dakar e Ginevra lo spettacolo La Vie a des Longues Jambes. Ha inoltre “inventato” il Carnevale di Dakar e nella capitale senegalese ha aperto Metissacana, il primo Cyber Cafè dell’Africa Occidentale. Nel 1998, ha vinto il primo premio della Fondazione Prins Claus (palazzo Reale di Amsterdam). Due anni dopo, nel 2000, ha rappresentato la moda africana all’Esposizione Universale di Hannover e la Fondazione Prins Claus l’ha nominata Urban Hero.

Nel 2001, ha ricevuto il premio Rfi Net Africa (Yaounde). Nell’ultimo decennio, ha sfilato a Dakar, Milano, Berlino, Parigi, Londra, New York, Ginevra e in molte altre città da Venezia a Lilla, da Bruxelles a Catania. Il Wereldmuseum di Rotterdam e il Kindermuseum di Amsterdam espongono alcune sue creazioni, come già hanno fatto la Galèrie Ifa di Stoccarda e la Kunsthalle di Vienna.

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