Moschino
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Moschino

Moschino è un marchio milanese, fondato nel 1983 da Franco Moschino e oggi di proprietà del gruppo Aeffe.

Moschino

Indice

  1. Le origini
  2. Lo stile Moschino
  3. Cheap & Chic
  4. Esposizioni: Enfant Terrible
  5. Ferretti Group rileva Moschino
  6. Le collezioni
  7. Sviluppo del marchio
    1. Gli orologi
    2. Partner ufficiali
  8. Beneficenza
  9. Jeremy Scott
  10. Situazione attuale

Le origini

Franco Moschino (1950-1994) è stato un designer iconoclasta che non ha mai voluto essere riconosciuto come tale. Raggiunse la fama ribaltando tutte le regole convenzionali del buon gusto, dello stile, della pubblicità, delle presentazioni e delle sfilate. Moschino venne definito l’enfant terrible della moda italiana, per il suo comportarsi in modo del tutto controverso e non convenzionale.

Franco Moschino
Franco Moschino.

Franco Moschino studiò all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano: voleva diventare un pittore, ma il suo fortuito ruolo di illustratore per Versace nel 1971 gli spalancò le porte del mondo della moda. Nel 1977 divenne stilista dello storico brand italiano Cadette, dove affinò le sue capacità e sviluppò un suo preciso e personale linguaggio stilistico.

Lo stile Moschino

Lo stile Moschino 1980
La collezione Stop the Fashion System.

Brand fondato nel 1983, è da sempre un mix esplosivo di paradossi, sfide ed eleganza che critica e deride gli eccessi del sistema moda e della società parossistica, immagine degli anni ’80. La società fondata da Franco Moschino, la Moonshadow s.r.l., debuttò con la prima collezione che rappresentava già appieno lo stile Moschino: era ironica, surreale, ingegnosa e perversa. Moschino dichiarò di voler «fermare il sistema moda», ma, ironia della sorte, il suo successo è stato tanto grande proprio grazie a quel sistema. Teorico della libertà e dell’improvvisazione, Franco Moschino sosteneva di non essere un inventore, ma un «ristorante che cerca di servire quegli ottimi piatti tradizionali, inventati da cuochi sconosciuti».

Moschino campagna pubblicitaria autunno/inverno 1988
Campagna pubblicitaria autunno/inverno 1988.

Il suo lavoro ha davvero sovvertito tutta l’estetica del nostro secolo, facendola sua e rielaborandola con un grande e pungente umorismo. Sostituì i bottoni dei tailleur stile Chanel con iconiche girandole; ricamò su eleganti tubini neri il loro prezzo di vendita. Creò gonne da cravatte, giacche con uova fritte sulle tasche, T-shirt blasonate “Moschifo”, vestiti stampati con le parole “no dress no stress” (“senza abiti, senza stress”), top con seno trompe-l’oeil.

Moschino Patches Blazer 1990
Patches Blazer, 1990.

Ha continuato a infrangere le regole con camicie a maniche multiple, blazer multicolori, gilet stampati con i personaggi dei cartoni animati, abiti con appliqué a forma di oca, gonne in tartan dai forti richiami andalusi, giacche da sera stile torero. Il suo stile personale, pur essendo imprevedibile e sorprendente, si basa su forme classiche ed eseguite magistralmente, perfettamente lavorate e dai dettagli seducenti, apprezzati in tutto il mondo.

Cheap & Chic

Moschino 1987 Fashion Show
Sfilata 1987.

La prima linea ad essere lanciata fu Moschino Couture, e poco dopo arrivarono Cheap & Chic nel 1980, Donna e Uomo nel 1986, Moschino Jeans, lingerie, costumi da bagno, borse, sciarpe, gioielli, profumi, tutti i quali si schieravano contro i cliché della moda. Pubblicazioni, pubblicità e sfilate erano ugualmente ricche di sorprese. Spedì mutande come inviti alle attrici, fece sfilare modelle in ginocchia, apparve nelle sue stesse pubblicità sotto mentite spoglie e inventò un falso Cardinale per promuovere la sua linea di jeans.

Moschino profumo Cheap & Chic
Profumo Cheap & Chic.

Moschino creò un profumo da uomo con una bottiglia a due teste, e la fragranza femminile veniva venduta con una cannuccia. Pubblicò cataloghi dadaisti e creò ogni tipo di intrattenimento provocatorio immaginabile, dicendo:

Non c’è creatività senza caos. Il concept di Moschino si basa sulla completa libertà di scelta. Non ci sono regole. Indossi il colore che vuoi e se ti piace ancora quello che indossavi l’anno scorso, puoi indossarlo quest’anno e l’anno prossimo, se vuoi.

Ovviamente tutto ciò suonava stonato in un periodo in cui il prêt-à-porter dominava sovrano e le etichette dettavano moda.

Esposizioni: Enfant Terrible

Moschino 1999 AD Campaign
AD Campaign, 1999.

Nel 1993, la Permanente di Milano ospitò la grande retrospettiva X Anni di Kaos. Fu un viaggio attraverso le migliaia di anomalie creative di Moschino, culminate in una mostra di dipinti in cui il designer rivelava al pubblico, per la prima volta, il suo io più sincero, quello che voleva esser pittore. La mostra si svolse per il decimo anniversario dalla nascita dell’enfant terrible della moda italiana, che, seppur in un breve periodo, aveva già lasciato un segno indelebile nel mondo. Quel mondo che tanto aveva sfidato, per poi divenire egli stesso una figura di culto e le sue creazioni un must.

Ferretti Group rileva Moschino

Moschino morì nel settembre 1994 per colpa dell’Aids. Il suo staff, sotto la guida della sua più stretta collaboratrice, Rossella Jardini, ha continuato il suo lavoro ed è riuscito nel miracolo di consolidare il successo del marchio, seppur senza l’iconico fondatore. Nel 1995, la città di Firenze tributa a Franco Moschino il premio Pitti Immagine. Nel giugno1999, in occasione della prima collezione Moschino Life, venne riproposta la celebre “survival jacket” ideata nel 1991. L’autunno dello stesso anno, il marchio venne rilevato dal gruppo Ferretti. Negli anni seguenti, molte furono le esposizioni dedicate a Franco e al suo operato: nel marzo del 2001 venne presentata una raccolta cronologica di immagini delle vetrine realizzate dal carismatico “monellaccio”; nell’estate 2003, a Roma, vengono esposti per la prima volta i quadri che Franco Moschino realizzò nel 1989.

Le collezioni

Nel 2002 il marchio lanciò la memorabile collezione uomo “On the road”, che combinava capi vintage, sportivi e formali. Vennero presentati look paradossali, che si adattavano ad ogni occasione e contraddicevano tutto ciò che era familiare. La collezione fu geniale e deliziosamente disordinata. Lo stesso approccio venne adottato per le collezioni donna dell’affascinante sfilata A/I 2003/2004, con un’inedita tuta da meccanico con volant, fino al clou del moschettone promosso al ruolo di collana.

Moschino collezione autunno/inverno 2003
Collezione autunno/inverno, 2003.

Prêt-à-jouer sarà sempre la firma di Moschino. La gamma continua a produrre anomalie che, come in passato, riescono a divenire veri e propri status symbol. L’ironia e la fantasia sfrenata camminano mano nella mano, in particolare nella linea Cheap & Chic. Uno stile, molti stili, per i ricchi d’entusiasmo più che di moneta sonante. La moda diviene arte nell’abbinare completi in totale libertà. Blazer senza bottoni si fissano con una spilla da balia, o spolverate di paillettes su pantaloni rattoppati.

Sviluppo del marchio

Nel maggio dello stesso anno, la società strinse un accordo di joint venture con Bluebell Far East (49,9%) e creò Moschino Far East, per garantire la distribuzione nel mercato dell’Estremo Oriente, incluso il Giappone. Per il 2006 vennero previste vendite per 70 milioni di euro. L’accordo siglò una lunga e duratura collaborazione tra le due aziende: Bluebell distribuì per Moschino in Oriente dal 1989; in Giappone, sino ad oggi, è stata gestita da Sanki Shoji.

Moschino 2001 SS Campaign
Campagna P/E 2001.

Più tardi, a luglio, Moschino stipulò un contratto di licenza con Sector per la produzione di una collezione di orologi firmata Moschino. Sector Group, nel 2001, poteva far forza su 15 partner produttivi a livello mondiale, 150 dipendenti e un fatturato di circa 90 milioni di euro. Il 14% dell’orologeria italiana era marchio di Sector.

Nel 2002 il brand festeggiò il suo 20° compleanno. Il primo negozio parigino (con ben sette vetrine) fu inaugurato al numero 32 di Rue de Grenelle (7° arrondissement); un altro negozio venne aperto nel Petrovsky Passage Mall, al centro della capitale russa. Il marchio Moschino constava, così, di 24 negozi monomarca e 31 franchising nei grandi magazzini. Aeffe possedeva il 70% delle azioni di Moschino S.p.A. e Sportswear International il restante 30%; nel 2001 si raggiunse un fatturato di 285 milioni di euro.

Gli orologi

Nel luglio 2003 venne inaugurato, a Roma, un negozio dedicato ai nuovi orologi Moschino: tra tutti spiccavano il famoso orologio a cuore “Time 4 love” e il masterpiece “Time 4 Peace”. Ogni pezzo ha charms con simboli di pace, amore, fortuna o con la “M” del brand. Il pezzo “I love 4 ways” ha una catena a maglia marina ispirata ai vecchi orologi da tasca; “I love Moschino” un cinturino in pelle e “My name is Moschino” un cinturino tradizionale in metallo.

Orologi Moschino
Orologi Moschino.

Un anno dopo, Vincent Darré, responsabile della creazione e dello sviluppo delle collezioni Moschino dal 2001 al 2004, abbandona l’azienda per diventare direttore artistico di Emanuel Ungaro.

Partner ufficiali

Nel 2007, sotto la guida del CEO Thierry Andreatta (2007-2009), Moschino aprì una nuova bootique a New Dehli, in India, ove era già presente dal 2005. A fine maggio, venne inaugurata anche la prima sede in Est Europa, in Lituania.

Nel 2007 si conclusero importanti accordi con svariati partner, tra cui con Scienward International Holdings Limited per il franchising e la distribuzione in Cina, con Allison per la produzione e distribuzione di occhiali Moschino, con Binda Group per la produzione e la commercializzazione di orologi e gioielli. Nel 2008 vennero proposte le prime collezioni per ragazzi e bambini.

Lo stesso anno, infatti, dalla collaborazione con Indipendent Ideas, l’agenzia di comunicazione di Lapo Elkan, nacque Love Moschino, nuovo nome della ormai ventenne Moschino Jeans: la strategia era quella di rinnovarsi con una linea che potesse avere maggiore appeal sulle nuove generazioni

Nel marzo 2008 venne messa sul mercato una nuova fragranza, Hippy Fizz, prodotta e distribuita da Euroitalia; a settembre venne aperta la bootique di New York. L’espansione di Moschino ormai raggiunge ogni angolo del mondo: nel 2009 vennero inaugurati negozi a Dubai, in Arabia Saudita e a Shanghai; nel 2010 in Vietnam.

Moschino collezione primavera/estate 2010
Collezione primavera/estate 2010.

L’interesse che sin dagli albori Franco Moschino aveva mostrato per il moderno a tutto tondo, rimase sempre come punto forte dell’azienda. Nel 2010, sotto la supervisione di Rossella Jardini, in collaborazione con Jo Ann Tan, inaugurò a Milano la Maison Moschino (ora NH Milano Palazzo Moscova). Moschino rappresenta un mondo fiabesco in cui la moda è un mezzo per celebrare i valori della società contemporanea e la gioia di vivere.

Beneficenza

Sensibile nel sociale, numerose furono le collaborazioni per aiutare i bambini e le associazioni benefiche: nel 2007 Moschino supportò Amref, mettendo in vendita alcuni pezzi del suo archivio sul portale Yoox. Nello stesso anno, Unicef chiese alla casa di moda di realizzare una bambola in plexiglas per una raccolta fondi destinata alla prevenzione e alla cura dei bambini affetti dal virus dell’HIV. L’anno successivo, in collaborazione con il Department Store Isetan Shinjuku a Tokyo, presentò una serie di mini abiti della collezione P/E 2008, i cui proventi dedicati alla Croce Rossa di Tokyo a sostegno dell’infanzia.

Jeremy Scott

Jeremy Scott, Creative Director di Moschino
Jeremy Scott, Direttore Creativo di Moschino.

Nel 2014 il brand si propone sul mercato con una forza nuova, avendo appena nominato Jeremy Scott Direttore Creativo. Classe 1974, statunitense, si forma al Pratt Institute di New York e nel 1990 lancia la sua linea con una sfilata di moda a Parigi. Scott propone uno stile pop sofisticato, che utilizza colori, lettere, simboli e icone sgargianti, tanto figli degli anni Ottanta e Novanta. Questo stile “sportivo” permette al designer a stringere diverse partnership con marchi di abbigliamento come Adidas.

La nomina di Scott avviene all’indomani della presentazione della collezione di Rossella Jardini, ex Direttore Creativo, alla settimana della moda di Milano. Jeremy Scott si era fatto notare, negli anni precedenti, anche attraverso i social, dove postava numerosi accessori e vestiti stravaganti. Non secondaria, la sua amicizia con pop star internazionali come Rihanna, Nicki Minaj e Katy Perry, che indossavano le sue creazioni durante concerti e apparizioni pubbliche.

Moschino Jeremy Scott con celebrities che indossano la collezione Moschino
Jeremy Scott e celebrità che indossano la collezione Moschino.

Nel febbraio 2014  presentata la prima collezione di Jeremy Scott, ispirata alle icone americane, tra cui anche McDonald’s.  Tanto apprezzata, quanto criticata. La linea Cheap & Chic venne cancellata, mentre ne nacque una nuova, Boutique Moschino, rivolta a un mercato più ampio, con prezzi del 40% inferiori rispetto alla linea principale.

Moschino Jeremy Scott 2014
Jeremy Scott per Moschino, 2014.

I riscontri positivi della nuova Moschino diedero molte soddisfazioni ad Aeffe, proprietaria del marchio dal 1999. I ricavi aumentarono dello 0,2% rispetto all’anno precedente, toccando i 251,5 milioni di euro; la vendita delle collezioni Primavera/Estate 2015 crebbe del 15% in un solo anno. Con questo incredibile successo, nel 2015, Jeremy Scott vinse il premio Womenswear Designer of the Year.

Nello stesso anno, la collaborazione Moschino e Barbie produsse una bambola e una collezione prêt-à-porter Moschino in 8 pezzi. Durante la settimana della moda primavera/estate 2016, Moschino presentò la nuova capsule collection Clothed For Construction, disegnata da Jeremy Scott e disponibile solo online.

Moschino Collezione Barbie primavera/estate 2015
Collezione Barbie, primavera/estate 2015.

Situazione attuale

A luglio 2017 Moschino, con Sephora, lancia una collezione limitata makeup, che offre una perfetta combinazione tra prodotti di bellezza e accessori di lusso. Proprio questo stile giocoso del brand, unito all’alta qualità dei prodotti Sephora, conquista non solo le donne audaci Moschino, ma un pubblico nettamente più vasto ed eterogeneo.

Moschino Limited Makeup Collection
Limited Makeup Collection.

Altra collaborazione notevole è stata quella del 2018 con H&M: il Direttore Creativo della maison ha proposto una capsule collection con gli elementi più iconici di Moschino, dai loghi XXL ai riferimenti al mondo dei cartoons, dai capi in pelle a quelli a rete, dall’ormai emblematico orsetto Teddy ai riferimenti alla cultura pop.

Nel 2021 il Gruppo Aeffe, già proprietario del 70% del marchio, ha acquisito il restante 30% da Sinv Holding, Sinv Real Estate e Sinv Lab, ottenendo così la piena proprietà e completando un progetto a medio-lungo termine che si riteneva necessario per la crescita del brand. Massimo Ferretti, Presidente di Aeffe, ha commentato: “Avendo così raggiunto il pieno controllo sul marchio Moschino nel suo complesso, siamo ora nelle migliori condizioni di poter governare tutte le attività legate alla catena del valore del brand, dal prodotto alla qualità, con positive ricadute su immagine, distribuzione e comunicazione”.

Il 21 marzo 2023 è arrivato l’annuncio, a sorpresa, che Jeremy Scott avrebbe lasciato il suo ruolo di Direttore Creativo di Moschino. Sia lo stilista – dichiaratosi impaziente di intraprendere i suoi nuovi progetti – sia Massimo Ferretti si sono detti molto soddisfatti e orgogliosi del percorso condiviso nei 10 anni precedenti.

Ad ottobre 2023, Moschino nomina Direttore Creativo Davide Renne, ex Head Designer di Gucci. Tuttavia, meno di un mese dopo l’annuncio, il fashion designer quarantaseienne si spegne inaspettatamente.

È stato annunciato il 30 gennaio 2024 che a prendere il posto di Renne sarà il designer argentino Adrian Appiolaza, il quale debutterà con la sua prima collezione il 22 febbraio 2024 durante la Milano Fashion Week Womenswear.  Lo stilista 51enne ha alle spalle una lunga carriera nel settore moda: egli è stato per dieci anni direttore del design per il prêt-à-porter presso Loewe, dopo aver lavorato per due anni con Clare Waight Keller, ex direttrice creativa di Chloé, due anni sotto la guida di Marc Jacobs da Louis Vuitton e per quattro anni da Prada, sotto Miuccia Prada.

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