Lelong
Lucien Lelong, un intreccio tra stilismo e cultura
Lucien Lelong (1889-1952) è stato un sarto francese, a capo dell’omonima casa di couture, fra quelle che, da Molyneux a Patou, da Schiaparelli a Chanel, crearono nei fervidi anni del primo dopoguerra mondiale il prestigio della moda francese, con un intenso intreccio fra stilismo e cultura: tessuti disegnati da DalÕ, bijoux creati da Cocteau.
Il padre Arthur fondatore di un’industria di tessuti (1896), la madre Eléanore, sarta di buon livello. Lelong fa il suo apprendistato e scopre la propria vocazione nell’azienda di famiglia che, tornato dalla guerra, ingrandirà creando nel 1924 la sua casa di moda. Forte, appena due anni dopo, di 1200 addetti, è subito celebre per il nitore sartoriale dei modelli. Vincenti sono anche la maestria nella scelta e la lavorazione dei tessuti, grazie all’aiuto, come consulente e indossatrice, della bellissima moglie Natalie Paléy, figlia del granduca Paolo di Russia.
In seguito chiamerà a disegnare le proprie collezioni gli stilisti più promettenti del momento: da Christian Dior a Pierre Balmain, a Hubert de Givenchy. Manager illuminato, dopo un viaggio di studio negli Stati Uniti per apprendere i metodi di lavoro nell’industria della confezione, crea un suo precoce prêt-à-porter, capi in numero limitato, firmati L.L. Edition.
Dal 1937 fino al termine della seconda guerra mondiale, fu presidente della Chambre Syndicale de la Couture Parisienne. In questa veste riuscì a impedire il trasferimento delle case di moda da Parigi a Berlino durante l’occupazione tedesca. Ma molte avevano chiuso i battenti, rifiutandosi di lavorare per non essere costrette a vendere ai tedeschi i loro modelli. Le maison che continuarono a farlo, non riuscirono, una volta tornata la pace, a parte un nome eccezionale come Chanel, a resuscitare il successo d’un tempo.
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