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Lanvin

Lanvin è una casa di moda francese, nota per la sua haute couture sontuosa: la fondazione, ad opera della couturière Jeanne Lanvin, risale al 1885.

Lanvin SS21
Un look della collezione primavera/estate 2021 by Sialelli.

Indice

  1. Le origini
  2. Il logo Lanvin
  3. Da Alber Elbaz a Bruno Sialelli

Le origini

A fondare una delle più antiche case di moda della haute couture, nel 1885, a Parigi, è Jeanne Lanvin (1867-1946), formatasi nella bottega della modista Madame Félix. Quando, tredici anni dopo, sposa l’italiano Emilio di Pietro, ha già una certa fama. Dal matrimonio nasce Marguerite Marie-Blanche e da allora la sarta crea anche abiti abbinati per madre e figlia. Straordinaria l’affermazione della casa Lanvin negli anni ’20.

I suoi abiti, moderati nei volumi, sono ricchi di quei ricami che, stilizzando antichi motivi, li rendono unici. La fondatrice, donna di gran gusto e in sintonia con il suo tempo, fra esotismi e suggestioni d’Oriente, cerca i suoi collaboratori fra gli artisti dell’epoca.

Lanvin
La foto che ha ispirato il logo.

Paul Iribe disegna la silhouette della madre chinata sulla figlia, ispirandosi ad uno scatto realizzato nel 1907 durante una festa in maschera. Il disegno è ancora oggi associato al fortunatissimo profumo Arpége (il lancio avviene nel 1927), il cui flacone nero porta la firma di Armand Rateau. L’artista è anche il realizzatore del Padiglione dell’Eleganza alla famosa esposizione delle Arti Decorative (1925), di cui la sarta stilista fu presidente.

Alla maison Lanvin si rivolgono, nel tempo, attrici, cantanti, dive del cinema, dalle Dolly Sisters a Yvonne Printemps, fino ad Arletty per il film Les enfants du Paradis (1945). Alla morte di Jeanne, è la figlia ad assumere la direzione della maison: la scelta di Castillo come fashion designer (la sua direzione stilistica va dal 1950 al 1963) avvia un rinnovato periodo felice, che toccherà momenti superbi, quando Maryll, moglie di Yves Lanvin, nipote della grande Jeanne, chiama a sostituire Castillo il belga François Crahay (resta alla Lanvin dal 1968 al 1984), stilista di colorate, magiche collezioni che per tre volte ottengono il Dé d’Or.

Altre volte lo stesso riconoscimento premia le collezioni di Montana che, per tre anni (’90-92) succede a Crahay. Dal ’76, la griffe produce una linea di prêt-à-porter che dal ’92 è diretta da Dominique Morlotti. Nel 1994 il marchio viene acquisito dal colosso L’Oréal e registra un aumento del fatturato, rappresentando il 4 % delle vendite consolidate del Gruppo L’Oréal.

Madame Lanvin in atelier con una sua creazione
Madame Lanvin in atelier con una sua creazione.

Da Alber Elbaz a Bruno Sialelli

Nel 2001 Alber Elbaz viene nominato nuovo designer della maison. Nello stesso anno, Lanvin diventa un’impresa indipendente, dopo la cessione da parte di L’Oréal. Nel 2003 Christophe Blondin, per due anni responsabile creativo di Lanvin uomo, lascia il marchio: lo sostituisce Martin Krutzky. Dopo quattordici anni alla direzione creativa della griffe, Elbaz abbandona il suo ruolo per incompatibilità con Michèle Huiban, AD dell’azienda. Nel 2016, al suo posto, giunge la stilista francese, ex Jean Paul Gaultier, Balenciaga e LacroixBouchra Jarrar. Il suo contributo, però, è breve: dopo sedici mesi, a causa dello scarso successo delle sue linee e del conseguente, inevitabile, calo delle vendite, la Jarrar viene allontanata dal marchio; le succede Olivier Lapidus.

Nel 2018 la maison è acquistata dal Gruppo Fosun e nel 2019, dopo frequenti rumors, annuncia l’ingresso, alla direzione creativa, di Bruno Sialelli, ex Loewe, che dichiara: “Sono felice e onorato di unirmi a Lanvin, una casa fondata da una donna visionaria che tra i primi couturier francesi ha osato offrire un universo globale con un campo di espressione molto ampio. Portare emozioni attraverso storie avvincenti e definire un atteggiamento moderno saranno sfide entusiasmanti per continuare questa eredità”. Lo stilista porta nel marchio una ventata di freschezza e contemporaneità. Per la nuova era di Lanvin si punta sulle volumetrie over, ruches e colori vitaminici.

Il 2021, per l’etichetta, è un continuo valzer di poltrone, anche in virtù delle necessità di stabilire un nuovo assetto per l’organico dopo la pandemia da COVID-19. Nel 2020, quindi, l’AD Jean-Philippe Hecquet lascia l’azienda a favore dei general managers Arnaud Bazin e Grace Zhao. L’obiettivo è spingere gli accessori (scarpe da ginnastica, bigiotteria e gioielleria) per rendere redditizia la griffe entro il biennio successivo. 

Ad aprile 2023 Sialelli lascia la Direzione Creativa di Lanvin, che ha deciso per una riorganizzazione interna utile a mantenere la crescita economica ottenuta nel 2022: in particolare la casa di moda, che continua a sfilare a Parigi con la propria collezione principale, ha deciso di concentrarsi su accessori e pelletteria, i settori rivelatisi più redditizi. Ha inoltre deciso di creare il Lanvin Lab, uno spazio dedicato alla collaborazione con talenti esterni.

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