Il trasatlantico della moda
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Il Transatlantico della Moda

Il Transatlantico della Moda, la moda italiana sbarca a New York

Il 20 febbraio 1956, dal transatlantico Cristoforo Colombo sbarcano a New York otto indossatrici di sangue blu, otto bellissime dell’aristocrazia italiana prestate alla moda: Lorian Gaetani Lovatelli per Antonelli, Maria Teresa Siciliana di Rende per Schuberth, Consuelo Crespi per Fabiani, Diamante Capponi Cornaggia Medici per Veneziani, Mita Corti Colonna di Cesarò per Carosa, Kiki Brandolini d’Adda per Marucelli, Barbara Biscareti di Ruffia per Capucci, Jacqueline Borgia per Simonetta.

Il successo dell’iniziativa

L’idea è stata di Bista Giorgini, istigatore di una moda autenticamente italiana e organizzatore delle sfilate fiorentine. È un impazzimento di flash, di deliri mondani che coinvolgono anche Salvador Dalì, Marilyn Monroe ed Elsa Maxwell, cronista del pettegolezzo hollywoodiano. È una girandola di ribalte televisive. Quelle del Dave Garroway Show (23 milioni di spettatori), di Home (11 milioni), del Jack Parr Show (10 milioni), dell’Igor Cassini show (14 milioni). La resa pubblicitaria è enorme, il successo dilagante. La responsabile del settore moda per la rete Nbc si rammarica di non poter contare, per i programmi dedicati alle collezioni parigine, su una “versione francese di Giorgini“. Diane Vreeland, fashion-editor di Harper’s Bazaar, scrive di essere stata affascinata dai vestiti e dai cappellini. Anche le modiste italiane (sono gli ultimi, estremi fuochi del cappellino come elemento indispensabile all’eleganza) vengono portate sugli scudi.

Il trasatlantico della moda

È un’altra vittoria dello stratega fiorentino che sa quanto il successo del neonato made in Italy possa essere corroborato anche dalla vitamina dello snobismo, a cui quell’America è particolarmente sensibile. Giorgini ne è perfettamente conscio. Ha già “”usato” duchesse, marchese e contesse per servizi fotografici, ha già ubriacato di titoli nobiliari e diademi i buyer, i compratori nei balli fiorentini.

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