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Horvat, Frank

Frank Horvat, fotografo italiano (1928-2020)

Frank Horvat è nato ad Abbazia, si trasferisce giovanissimo a Milano dove studia disegno all’Accademia di Brera e lavora come grafico in uno studio di pubblicità. Nel 1951 si avvicina alla fotografia realizzando un reportage su un pellegrinaggio nel sud Italia, quindi si trasferisce a Parigi dove conosce Robert Capa, Henri Cartier-Bresson che lo incoraggiano a proseguire. Dopo il primo servizio venduto al settimanale Epoca, viaggia molto come fotoreporter in India, Europa e Stati Uniti. Pubblicando in seguito i suoi servizi su Paris Match, Picture Post e Life.

La fotografia di moda

Nella seconda metà degli anni ’50, si avvicina al mondo della moda e lo fa con uno stile fresco e insieme dinamico. Crea una contaminazione voluta tra il linguaggio di reportage con quello, molto più statico, che caratterizzava fino ad allora la fotografia di moda.

Le sue immagini in bianconero si avvalgono di scenari raffinati in cui dominano eleganza e leggerezza di tocco. Jacques Moutin, direttore artistico di Jardin des Modes, gli offre una collaborazione e da allora Horvat pubblica anche su Glamour, Elle, Harper’s Bazaar, Esquire e Vogue. Diventa famoso per aver portato la fotografia di moda in strada negli anni ’60, quando i servizi, sia per i marchi del lusso sia per le riviste venivano realizzati in studio, contribuendo così alla diffusione del prêt-à-porter.

Già a partire dagli anni ’70 si avvicina alle tecniche digitali con cui realizza successivamente immagini fantasiose (dalla fiaba Il gatto con gli stivali a Bestiario virtuale dove ambienta animali esotici nel contesto urbano di Parigi) perché dichiaratamente “slegate dal rapporto con tempo e spazio”. Vive e lavora in Francia. A metà degli anni ’80, quando a causa di una malattia agli occhi, per un certo periodo non riesce a fotografare, contatta i fotografi di cui ha più stima e propone loro di fare un libro insieme. Nessuna fotografia, ma lunghe interviste. È la prima volta che un libro raccoglie i dialoghi di un fotografo con un altro fotografo, e in queste conversazioni con Helmut Newton, Robert Doisneau, Josef Koudelka e Don McCullin tra gli altri, escono fuori cose che un critico o un giornalista non avrebbe saputo cogliere.

La fotografia e la postproduzione

Negli anni ’90 è tra i primi fotografi, ad acquistare Photoshop, a ritoccare e ad attrarre le critiche dei seguaci di Cartier-Bresson. «Lavoro moltissimo in post-produzione», spiegava, di fronte alle scrivanie piene di Mac accesi, «In post-produzione cerco di ritrovare quello che mi aveva interessato quando ho scattato la foto, cerco di accentuare ciò che mi ha fatto scattare la fotografia».

1975, Parigi, per Vogue Francia, alta moda francese, di Saint-Laurent
1975, Parigi, per Vogue Francia, di Saint-Laurent

Muore nell’ottobre del 2020.

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