gianfranco ferrè
F,  Brand e Fashion designer

Ferrè, Gianfranco

 Gianfranco Ferrè,”l’architetto-stilista” che  ha saputo esplorare tutte le mille e più sfaccettature dell’eterno femminino

Ferré

Gianfranco Ferrè fu un grande stilista che definì una femminilità che non ha bisogno di essere conclamata, drammatizzata. Al contrario, assume connotazioni di immediatezza e di freschezza che risultano incredibilmente romantiche, ricche di poesia e di dolcezza’. Gianfranco Ferrè, nato a Legnano il 15 agosto del 1944,  terminati gli studi in Architettura al Politecnico di Milano (1969), inizia quasi per gioco a muovere i primi passi nel mondo della moda, creando con l’aiuto del fratello minore Alberto bijoux e accessori.

Il suo talento viene subito notato dalle sorelle Rosy e Adele Biffi, e dal marito di Rosy Franco Limonta (proprietari delle storiche boutique milanesi Biffi). Trovando interessante ciò che lui faceva per hobby, i tre lo presentano alle gentildonne Ileana Pareto Spinola e Anne-Sophie Benazzo, che iniziano a proporre  i suoi bijoux ai buyer milanesi e non solo. Partono i primi ordini, e le creazioni di Gianfranco appaiono sulle più importanti riviste di settore. Anche grazie al fiuto speciale di due fra le giornaliste ‘scopritrici’ più in voga del momento, Anna Piaggi e Anna Riva, che scommettono sul talento del giovane ragazzo di Legnano.

L’inizio

Sono gli inizi degli anni ’70 e ancora una volta le sorelle Biffi decidono di mettere in contatto Gianfranco con un importante personaggio della moda dell’epoca, lo stilista Walter Albini. Per lui Ferrè continua a realizzare i suoi splendidi ‘oggetti di moda’. Finita la collaborazione con Albini, nel 1973, tra un viaggio in India (paese molto caro allo stilista) e l’altro, Gianfranco entra in contatto con l’imprenditore bolognese Franco Mattioli. Questo gli affida il compito arduo di rilanciare la linea di prêt-à-porter femminile Baila, di cui egli è titolare: nasce così la linea Baila by Ferrè.

La creazione dell’azienda di Gianfranco Ferrè

Nel maggio del 1978, grazie al successo delle sue creazioni e al fiuto imprenditoriale di Mattioli, viene fondata la Ferrè Spa. A questa fa immediato seguito la linea di prêt-à-porter e accessori che porta il nome dello stilista. Nello stesso periodo nasce anche la linea Oaks by Ferrè, che associa la moda allo sportswear. Con la fondazione della società, e la prima sfilata di prêt-à-porter, arriva la consacrazione definitiva dell’architetto-stilista nel mondo della moda: ora l’azienda è pronta a conquistare i mercati mondiali.

Nel 1982 fa il suo debutto la linea Gianfranco Ferrè Uomo. Nel ‘84 viene presentato il primo profumo femminile ‘Gianfranco Ferrè’ e due anni più tardi la prima fragranza maschile.

profumo gianfranco ferrè

Poi, nel ‘87 viene stipulato un accordo con Marzotto, azienda d’abbigliamento leader in Italia. Con Marzotto produce e distribuisce le seconde linee Studio 000.1 by Ferrè, uomo e donna, e Forma O by Ferré per le taglie abbondanti. Segue la Gianfranco Ferrè Fourrures, prodotta e distribuita da Mondialpelli.

Nel 1983 il suo grande amore per i giovani e per l’insegnamento contribuisce alla fondazione della  scuola di moda e design Domus Academy. A questa Ferrè partecipa assieme ad Ampelio Bucci, Andrea Branzi e Maria Grazia Mazzocchi, occupandosi della sezione moda. Dapprima sarà direttore del corso, in seguito (dal secondo anno) come direttore artistico, coadiuvato dalla sua preziosa collaboratrice e assistente Daniela Puppa.

L’approdo di Gianfranco Ferrè nell’alta moda

La carriera di Gianfranco Ferré, contrariamente a quanto è accaduto a molti suoi altri colleghi, parte del prêt-à-porter per approdare all’alta moda. Nel 1986 infatti, quando la sua fama si sta espandendo pian piano in tutto il mondo, decide di lanciarsi in un’avventura affascinante e quanto mai superlativa, la conquista dell’haute couture. Presenta così a Roma la sua prima collezione di alta moda. Il risultato è un successo: il suo stile è graffiante e incisivo, a partire dai gonfi impermeabili neri e dagli abiti e tailleur affusolati con i bottoni argento grandi e piatti, per arrivare al tailleur pantalone blu con giacchino-bolero doppiato in bianco.

Una della immagini della sfilata del 1986.

È il maggio del ’89 e il sodalizio con Mattioli è ormai all’apice. Bernard Arnault, CEO della maison Dior, nomina Gianfranco direttore artistico della casa. Le reazioni del pubblico francese sono di grande sorpresa: per la prima volta uno straniero, italiano per di più, viene chiamato a dirigere un pilastro della moda francese quale è la Christian Dior. Questo incarico, prestigiosissimo, lo costringe a rinunciare alla sua alta moda a Roma: ‘non ci si può sdoppiare in una tale manifestazione di creatività, soprattutto se fare moda vuol dire parlare con i sentimenti e con i contenuti’. Da Dior cura l’alta moda (sostituendo Marc Bohan, che passa ad occuparsi della Fondazione Christian Dior), la pellicceria (al posto di Frederick Castet) e il prêt-à-porter.

“Spaghetti fashion”

Parigi che all’inizio parla di “spaghetti fashion”, rivendicando “la Francia ai francesi’, deve constatare che la moda italiana è alla conquista dell’Europa. Ferré viene definito “una stella”, “la furia italiana”, ‘il gigante milanese che riprende la fiaccola di Dior”. Le sfilate dell’haute couture con lui non si svolgono più nei saloni Dior, come avveniva negli anni ‘50. Fa sfilare negli splendidi giardini della palazzina della Fondation Salomon Rothschild, del Palais de Chaillot o in Bois de Boulogne. Il tutto in un tripudio di fiori e decorazioni, parte integrante della scenografia dei défilé. Per il prêt-à-porter invece il pubblico affolla la Cour Carrée du Louvre.

Un’immagine dalle prime sfilate di Ferrè con Dior.

I suoi successi si susseguono di stagione in stagione. Anche i riscontri economici non tardano ad arrivare, sei miliardi di franchi realizzati dalla sola alta moda. Inoltre, un giro di affari complessivo di oltre ventidue miliardi del gruppo Christian Dior. Ammesso il 4 dicembre 1991 alla quotazione ufficiale della borsa di Parigi, contribuisce a fare della LVMH (Louis Vuitton Moët Hennessy S.A., holding francese) il primo gruppo internazionale dei prodotti di lusso: Gianfranco Ferrè è Dior, e Dior è Parigi.

La fine del sodalizio Gianfranco Ferrè – Dior

Il 2 marzo 1993 Ferré viene confermato nel suo incarico fino al 1996, anno in cui lascia definitivamente la maison francese. Il 7 luglio 1996 su Le Figaro con il titolo “Gianfranco Ferrè: ultima volta con Dior!”, Jamie Samet scrive: ‘Lunedì applaudiremo dunque per l’ultima volta una collezione di questo grande italiano. Parigi saluterà con tristezza l’abbandono di questo condottiero della moda, il cui nome è stato legato per otto anni tanto all’eleganza quanto alla gentilezza’. Con la sua ultima sfilata, Passion Indienne, dedicata a uno dei capitoli fondamentali della sua vita, Gianfranco Ferré saluta Parigi. Ancor prima del suo ritorno definitivo in Italia (1995) firma un altro accordo con Marzotto. Una nuova linea di abbigliamento e accessori uomo e donna: GFF, presentata con grande successo a New York e a Seoul.

Uno degli abiti della collezione Passion Indienne, l’ultima di Ferrè con Dior.

Nel 1996 nasce la Gianfranco Ferrè Jeans con cui prende avvio la collaborazione vincente con il gruppo IT Ittierre per la produzione e la distribuzione. Risiede ormai stabilmente in Italia, e nel 1997, nascono due nuove linee, sempre in collaborazione con Marzotto. La Gianfranco Ferré Studio, per uomo e per donna, e la Gianfranco Ferré Forma, entrambe caratterizzate da piani di affermazione e distribuzione importanti. Nel 1998 sono ben venti le collezioni che fanno capo all’architetto-stilista, oltre 400 i punti vendita in ogni parte del mondo. Un export che sfiora il 75% della produzione e un fatturato che raggiunge i 1.520 miliardi di lire.

I vent’anni della Fondazione

Nell’ottobre dello stesso anno celebra i vent’anni della fondazione del marchio con il restyling della raffinata boutique (uomo e donna) in via Sant’Andrea, nel cuore di Milano, e lancia in contemporanea una nuova fragranza, Gianfranco Ferré 20. Sempre nel ‘98 viene inaugurata la nuova e imponente sede dell’azienda. Raggruppa in un unico luogo gli uffici della Gianfranco Ferré S.p.A. e diventa lo scenario di tutte le manifestazioni e le sfilate della griffe. L’imponente struttura si estende su 7.800 metri quadrati di superficie (area dello storico Palazzo Gondrand di via Pontaccio). Il progetto è dell’architetto Marco Zanuso, gli interni, gli arredi e i decori sono invece opera della creatività degli architetti Ferré e Raggi.

Gianfranco Ferrè nel nuovo millennio

Nel 2000 avviene la straordinaria donazione di molti suoi abiti alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti (300 pezzi, accessori compresi, delle collezioni disegnate fra il 1986 e il 1999). La donazione è ufficializzata il 21 giugno con una grande manifestazione in suo onore a Palazzo Pitti, ‘Altre emozioni- il mondo e lo stile di Gianfranco Ferrè’. Questa Mostra comprende 32 opere appartenenti alle collezioni Ferré Couture e prêt-à-porter, selezionate fra quelle donate alla Galleria.

Nel 2001, dopo aver condiviso per venticinque anni con Gianfranco una storia di grandi successi, Franco Mattioli lascia la società. Questa, nel 2002, viene ceduta, con non poco rammarico, alla IT holding dell’imprenditore molisano Tonino Perna. Questa cessione però non produce alcun contraccolpo creativo in Ferrè. Egli infatti mantiene una carica di assoluto prestigio e di piena libertà creativa. Infatti,nel maggio dello stesso anno, con il motto guardare al futuro, sostituisce i marchi GFF e Ferré Jeans con GF Ferré, una linea che spazia dall’abbigliamento agli accessori, espressamente dedicata ai giovani. Di queste linee, l’abbigliamento è prodotto da Ittierre, gli accessori da aziende del gruppo IT Holding.

Questo nuovo progetto debutta in passerella a Milano nel giugno del 2003 con una sfilata spettacolare (la cui regia è affidata alla camaleontica e controversa Asia Argento), cui fa seguito una grande festa negli spazi del Superstudio Più. Nello stesso periodo Ferré lancia anche una linea di occhiali, in cui si ritrova tutta la sua anima di architetto innovatore: Pure Magensium, ovvero occhiali in magnesio puro al 92%, leggerissimo, resistente e anallergico. Dopo il magnesio, è la volta dell’oro a 18 carati (aprile 1993), accostato al titanio e fuso attorno ad esso.

I progetti della coppia Ferrè-Perna

Nel gennaio 2003 la dinamica coppia Ferrè-Perna progetta un programma biennale di apertura di nuove boutique e il restyling completo di quelle già esistenti. La prima apre a Parigi in Avenue Montaigne al 51, proprio vicino alla sede storica della Dior, lì dove l’architetto aveva conosciuto i massimi trionfi. A febbraio, dopo una nuova ristrutturazione seguita da Ferré in persona, riapre la storica boutique di Via Sant’Andrea. Questa era stata ampliata fino a raggiungere una superficie di 500 metri quadrati dislocati su due livelli. Oltre il portone d’ingresso dell’edificio che una volta ospitava l’atelier Biki, a sinistra lo spazio uomo, a destra lo spazio donna, con una hall comune. Autentica novità della sede è la presenza di un’oasi di relax dedicata al fitness e al benessere, la E’Spa.

Nel 2005, Gianfranco Ferrè vola a Seoul per presentare, applauditissimo, le nuove uniformi disegnate per la Korean Air. A luglio dello stesso anno è a Londra, su richiesta del Fashion in Motion, per presentare in una sfilata al Victoria and Albert Museum 60 delle sue creazioni più spettacolari.

L’uniforme della Korean Air firmata Gianfranco Ferrè.

A Marzo del 2007 Romano Prodi gli affida la presidenza dell’Accademia di Belle Arti di Brera, uno dei più prestigiosi atenei italiani. ‘Una delle eccellenze assolute di Milano’ dice lo stesso Ferrè. Si definisce ‘particolarmente orgoglioso e felice di questa nomina’, anche in virtù di una profonda passione per l’arte e le arti figurative in particolare, e per la sua esperienza in un settore che ‘pur con tutte le differenze è accomunato all’arte stessa da una propensione alla ricerca dell’originalità, della sperimentazione, dell’unicità dei risultati a cui si mira’.

La morte dello stilista e lo sviluppo del brand

Il 15 giugno 2007 lo stilista viene ricoverato per accertamenti all’Ospedale San Raffaele di Milano. La mattina del 17 giugno viene colpito da una forte emorragia cerebrale, che lo porta a spegnersi serenamente la sera dello stesso giorno. Già nel 2002 era stato colpito da un grave ictus che lo aveva privato parzialmente dell’uso delle mani.

Il 16 gennaio del 2008 Tonino Perna nomina direttore creativo della Casa Lars Nilsson: uno svedese di Stoccolma, ex direttore creativo di Nina Ricci (2006). Questo però abbandona l’incarico dopo pochi mesi a causa di divergenze artistiche con la dirigenza.

La fondazione Gianfranco Ferrè è stata costituita il 13 febbraio 2008 a Milano, in Via Conservatorio al 30 (dov’era il suo primo studio). I fondatori sono il Cavalier Tonino Perna, presidente della fondazione, e Alberto Ferré, vicepresidente, fratello dello stilista. Il direttore generale è la Dottoressa Rita Airaghi, cugina di Gianfranco, suo braccio destro e per decenni direttore delle relazioni pubbliche della maison. Gli obiettivi e le attività della fondazione sono accomunati dalla volontà di conservare, promuovere e diffondere i valori culturali, artistici ed estetici che l’architetto Ferrè ha elaborato e testimoniato nella sua vita.

Il 23 settembre 2008, due giovani e talentuosi designer, Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, ideatori del brand 6267 e vincitori nel 2005 del concorso Who is on Next?, ereditano la direzione artistica della Maison. L’11 marzo 2011 viene firmato l’atto che rende esecutiva la cessione a Paris Group. Questo appartiene al magnate di Dubai Abdulkader Sankari, del Complesso Aziendale Ferré, composto dai rami d’azienda di proprietà di Gianfranco Ferré S.p.A. in A.S., ITC S.p.A. in A.S. e Nuova Andrea Fashion S.p.A. in A.S., nonché della società estera Gianfranco Ferré UK Ltd.

Creare un abito richiede di saper sognare razionalmente

Creare un abito richiede dunque di saper sognare razionalmente. In molti hanno definito i miei abiti ‘architetture tessili’. La definizione mi piace. Rende bene l’idea di quello che è l’abito per me: il risultato di un incontro tra forma e materia, ‘guidato’ dalla mano del creatore. Non userei altre definizioni. Semplicemente completerei questa: i miei abiti sono architetture tessili pensate per il corpo. Che il corpo rende vive. (Gianfranco Ferrè)

Risale ad Aprile 2011 la notizia, apparsa sul magazine WWD e confermata da fonti vicine alla Casa, che i nuovi proprietari del marchio, Abdulkader Sankari e il figlio Ahmed del Dubai Paris Group, si sarebbero lamentati dei pochi ricavi giunti dalle ultime collezioni e del poco assortimento della linea, composta da pochi iconici e costosissimi capi. Fra i possibili e più accreditati successori spiccano i nomi di Haider Ackermann ed Elie Saab. Ad ogni modo, nessuna conferma, né smentita, è giunta finora dalla Ferrè.

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