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Fairchild Publications

Fairchild Publications, pilastro dell’editoria statunitense

“Our salvation depends upon our printing the news”, “La nostra salvezza si basa su come pubblichiamo le notizie”. Il motto di Edmund W. Fairchild, fondatore nel lontano fine ‘800 di ciò che diventerà uno degli imperi editoriali statunitensi. In Fairchild Publications sono specializzati in riviste e quotidiani di moda, rimane ancora valido a distanza di più di un secolo. Anzi, è diventato il credo di questa casa editrice che si è distinta per aver ideato le più famose e autorevoli pubblicazioni per gli addetti ai lavori. Vari esempi sono Dnr e Wwd, a cui si sono aggiunte dagli anni ’60 in poi, mensili patinati per un pubblico sofisticato.

Origine della Fairchild Publications

Oggi di proprietà della Abc, la Fairchild Publications affonda le radici nel 1890 a Chicago quando Edmund W. Fairchild, che aveva accumulato un notevole patrimonio vendendo saponi, completò l’acquisto del Chicago Herald Gazette, un giornale focalizzato sull’industria della moda maschile. Poco dopo, anche il fratello Louis si unì all’avventura editoriale e, il 29 marzo 1892, diedero alle stampe il Daily Trade Record, un foglio che venne distribuito agli uomini d’affari in occasione della Chicago World’s Fair.

Il successo per Fairchild

Il successo fu tale che Edmund decise di continuare a pubblicarlo anche dopo la chiusura della fiera. In seguito venne ribattezzato Daily News Record, indi abbreviato in Dnr: oggi, esce tre volte alla settimana (esattamente il lunedì, mercoledì e venerdì). Informando il mondo della moda maschile sulle ultime novità del settore. In più cerca di spaziare dall’economia al mercato del tessile-abbigliamento, alle ultime tendenze stilistiche. L’equivalente femminile non tardò ad arrivare: il 21 maggio del 1919, i Fairchild, che si erano nel frattempo stabiliti a New York, lanciarono Women’s Wear Daily. Quest’ultimo uscì dapprima come pagina di notizie nell’edizione del sabato del Daily Trade Record per diventare testata autonoma (con sei uscite alla settimana, poi ridotte a cinque) a partire dal 13 luglio dello stesso anno. Ma la data che segna il periodo più importante per la storia della casa editrice è il 1960. Se sotto l’egida di Louis Fairchild, erede di Edmund, il numero di pubblicazioni di settore era considerevolmente cresciuto, con il passaggio di consegne al giovane figlio Louis John si verifica un’interessante virata editoriale.

Una prosa vivace e un look patinato

Già capo dell’ufficio di Parigi, John è ambizioso e lungimirante. Creativo, dotato di una penna brillante, decide di abbreviare Women’s Wear Daily nel più spigliato Wwd. Pur mantenendo intatta l’idea di un giornale leader nell’ambito dell’informazione economica-finanziaria della fashion industry, lo rivitalizza dandogli una statura internazionale, un approccio editoriale più brillante e vivace con scoop. In sintesi pagine di reportage su eventi mondani e sfilate di moda, servizi sulle ultime tendenze e profili di stilisti per la prima volta trattati come celebrità. Intuendo l’importanza crescente dello star-system, John inventa e pubblica, sempre nel ’60, il Los Angeles Magazine, il primo mensile della casa indirizzato a un target alto. Atout della rivista: una prosa vivace e un look patinato per “coprire” gli avvenimenti, i personaggi più in vista della città simbolo del cinema e dello show-business.

Nuova veste grafica e un inedito formato oversized

Il ’72, invece, segna la data di nascita di W: ventisei uscite all’anno fino al 1993. Quando, c’è il rilancio di un mensile ultra chic e sofisticato di una nuova veste grafica e un inedito formato oversized. Protagonista di W è la moda intesa come espressione di stili di vita. Lettrice ideale e reale è la signora sofisticata, attenta alle ultime novità, curiosa, cosmopolita. La rivista composta da servizi firmati dai migliori fotografi, reportage sulle feste più internazionali e le case più lussuose. In più contiene le pagine sulle ultime novità in fatto di abbigliamento, bellezza e accessori. In più le interviste esclusive a star e a designer rappresenta il contenitore perfetto non solo per raccontare i trend del momento ma spesso per anticiparli. È W che ha etichettato Jackie Kennedy Onassis come Jackie O’ e ha battezzato hot pants i micro short in voga negli anni ’70.

Anche se John Fairchild si è ritirato nel ’97, il suo sense of humor e il suo stile brillante hanno un appuntamento fisso in W: è lui, infatti, sotto lo pseudonimo di Louise J. Esterhazy, irresistibile contessa giramondo, a firmare l’ultima pagina del giornale. Oggi, la Fairchild Publications ha al suo attivo, oltre alle riviste già menzionate, un recente mensile per giovani. Come ad esempio Jane, lanciato nel ’97 e altre pubblicazioni specifiche come Footwear News, Home Furnishings News, Children’s Business, Supermarket News, Salon News, Golf Pro, Executive Technology and Brand Marketing. Nel ’99, il gruppo editoriale è stato acquisito dalle edizioni Condé Nast.

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