Decostruzionismo: la sfilata di Yamamoto
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Decostruzionismo

Il decostruzionismo indica capi con orli al vivo e colori scialbi tipici dello stile grunge

Il termine decostruzionismo, negli anni ’90, ha indicato un gruppo di stilisti i cui capi d’abbigliamento, con orli al vivo e colori scialbi, erano considerati come l’espressione più intellettuale dello stile grunge. Un modo di vestirsi nato dalla cultura dei negozi di abiti a basso costo. I decostruzionisti, rompendo le varie componenti della moda per poi rimescolarle insieme. Spesso, senza seguire la logica tradizionale delle forme, costringevano a riconsiderare i singoli abiti e il loro modo di indossarli.

Questi stilisti vantavano una marcata propensione artistica. Trattavano i propri vestiti come una superficie dove fare esperimenti di tintura. Anche se la critica ha decisamente bocciato questa espressione artistica definendola volutamente brutta e poco attraente, resta innegabile l’influenza che il Decostruzionismo ha avuto soprattutto sul successivo fenomeno di ricostruzione dell’abito.

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