Conti, Quirino
“Stilista occulto” è come lo ha definito Natalia Aspesi
Quirino Conti Intelligente, ambizioso, colto, pazzo per la moda, Quirino Conti è nato ad Amandola nelle Marche e da allora vive più vite, divergenti e parallele, con un costante pendolarismo tra Roma e Milano, tra la moda e lo studio, il teatro e il cinema, la religione.
Conti ha raggiunto risultati molto alti come scenografo e costumista
Un memorabile Falstaff del 1985 a Ginevra con la regia di Gigi Proietti. Da liceale, a Roma conosce Orson Welles e lo aiuta a preparare i costumi per il suo Don Chisciotte. Mentre studia architettura (s’è laureato nel ’76 con Bruno Zevi), collabora, per i costumi, con Lattuada e con Fellini. Poi, scopre l’alta moda nell’atelier Carosa della principessa Caracciolo.
Dalle giovanili frequentazioni, Conti ha tratto conoscenze e stimoli che gli hanno poi permesso di evitare gli scogli della banalità nella navigazione nell’industria della moda che lo ha chiamato a collaborare — per collezioni di prêt-à-porter di diversi livelli, per la donna, per l’uomo — con il Gft, Trussardi, Valentino, Inghirami, Mario Valentino e Krizia.
L’accettazione dei vincoli del mercato non è cosa semplice per la sua risentita sensibilità
Grazie a questo limite e alla disinvoltura culturale con cui cita fonti diversissime, da Jean Cocteau agli Amish, da Paul Bowles ai Chassidim, al neogotico, riesce a farsi riconoscere anche in situazioni di anonimato. E si trova a svolgere, a titolo gratuito, un ruolo critico di grande valore.
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