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Condotti (Via)

Condotti (Via): vetrina romana dell’eleganza e dello shopping di lusso

Vetrina romana dell’eleganza e dello shopping di lusso, via Condotti continua a essere la strada più ambita dai grandi della moda. Per i quali è, insieme alle strade del quadrilatero milanese, il massimo punto d’arrivo in Italia.

Ai negozi tradizionali e consolidati, come Gucci e la gioielleria Bulgari o come Battistoni, dove venivano a farsi fare le camicie il duca di Windsor, Umberto di Savoia, John Steinbeck, Charlie Chaplin, Jean Cocteau, Renato Guttuso, si sono aggiunte via via le griffe più prestigiose del made in Italy e non solo. Abbigliamento, pelletteria, gioielli: Armani, Cartier, Ferragamo, Gabrielli, Hermès, La Perla, Prada, Mila Schön, Trussardi. E, non senza accesissime polemiche da parte dell’Associazione Via Condotti, nata a tutela della nobile strada negli anni ’60, anche Foot Locker, luminescente emporio di articoli sportivi.

Gemellata con la Fifth Avenue, con Faubourg Saint-Honoré, con Bond Street

Negli anni la strada, che è gemellata con la Fifth Avenue, con Faubourg Saint-Honoré, con Bond Street, ha perso la sua antica vocazione di artigianalità e si è andata in parte commercialmente spersonalizzando: le vecchie botteghe hanno ceduto i loro locali agli shop dei grandi marchi. Sparito per fare posto a una boutique di calze anche il celebre Baretto all’angolo con via Belsiana, che annoverava fra i suoi selezionatissimi habitué Giorgio De Chirico.

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Contro il turismo di massa

Via Condotti ha vinto la sua battaglia contro il degrado e sopravvive al turismo di massa essendo riuscita a conservare la sua identità, se non commerciale, storica. Al consumismo di qualità infatti mescola, per chi sa goderne, uno speciale incantesimo, un’atmosfera da Grand Tour o da promenade stendhaliane. Prende il suo nome dai condotti dell’Acqua Vergine, che vi passavano.

Trinità dei Monti

Con la celebre scalinata di Trinità dei Monti a farle da quinta, costituisce una delle scenografie più movimentate e pittoresche del ‘700. Tappa d’obbligo è lo storico Caffè Greco, di cui Casanova scrisse nelle sue Memorie nel 1742, ma il cui secolo d’oro fu l’800, quando attorno ai piccoli tavolini ovali si radunavano i pittori, gli scultori, i musicisti e i letterati più insigni d’Europa. Fra i clienti illustri anche papi e re, come Leone XIII e Luigi I di Baviera; pittori come Corot e Ingres; scrittori come Goldoni, Hawthorne, Byron, Chateaubriand, Leopardi, Shelley, Stendhal, Andersen, Gogol, D’Annunzio, Baudelaire, Henry James, Thackeray, Mark Twain.

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