batik
B,  Indumenti, icone di stile, stili e tessuti

Batik

Batik: Parola malese che significa punto, disegno

Il Batik è un processo di stampa, perfezionato dagli abitanti dell’isola di Giava sin dal V secolo dopo Cristo. La seta stampata a motivi batik fu presentata per la prima volta in Francia all’Esposizione Universale di Parigi del 1900. Prima della tintura, si coprono con cera liquida le parti che non vanno colorate. Si ottiene così il tipico effetto marmorizzato o puntinato, con motivi irregolari, più o meno elaborati, che risultano unici e irripetibili. I batik di cotone sono usati per “pagnes” africani e “sarong” indonesiani, quelli su seta sono spesso opera di artisti.

Non si conosce la della scoperta delle tecniche di tintura a riserva, che probabilmente nascono da errori casuali nella tintura dei tessuti, dove macchie di grasso o di cera impediscono al colore del bagno di tintura di penetrare o in quella delle matasse dove i lacci legati troppo stretti lasciano delle righe non tinte sul filato.

Frammenti di lino provengono dall’Egitto

I primi ritrovamenti di frammenti di lino arrivano dall’Egitto e risalgono al IV secolo,  bende per le mummie che imbevute di cera poi graffiata con uno stilo appuntito, tinte con una mistura di sangue e cenere si lavavano con acqua calda per eliminare la cera. In Asia la tecnica era praticata in Cina durante la dinastia T’ang (618-907), in India e in Giappone nel periodo Nara (645-794). In Africa era originariamente praticato dalle tribù Yoruba in Nigeria, Soninke e Wolof in Senegal. Strettamente legato in Indonesia all’uso in cerimonie rituali con altre tecniche a riserva come l’ikat e il Plangi (Giava, Bali), ha raggiunto grande raffinatezza tecnica ed elaborato una complessa iconografia. In Europa la tecnica viene descritta per la prima volta nella Storia di Giava pubblicata a Londra nel 1817 da Sir Thomas Stamford che fu governatore dell’isola.

Il mercante olandese Van Rijekevorsel

Nel 1873 il mercante olandese Van Rijekevorsel fa dono dei pezzi da lui raccolti in un viaggio in Indonesia al museo etnografico di Rotterdam. Esposto all’esposizione universale di Parigi del 1900 il batik indonesiano riscuote successo presso il pubblico e comincia ad influenzare il gusto degli artisti. Resiste come oggetto d’artigianato alla globalizzazione e all’industrializzazione che ha introdotto, imitando attraverso tecniche automatizzate di stampa, i disegni e le caratteristiche estetiche proprie della sua lavorazione manuale. Prima della tintura, si coprono con cera liquida le parti da non colorare. Si ottiene così il tipico effetto marmorizzato o puntinato, con motivi irregolari, più o meno elaborati, che risultano unici e irripetibili. I batik di cotone sono usati per “pagnes” africani e “sarong” indonesiani, quelli su seta sono spesso opera di artisti.

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